articoli mini-profilo di Censorship da settembre, 2020
L'agghiacciante storia della sorveglianza di massa e dello spionaggio in Ruanda
Il Ruanda giustifica il rigido controllo sulla libertà dei media, la repressione del dissenso e l'ostilità nei confronti dell'opposizione come una questione di sicurezza nazionale.
L'omicidio del musicista Hachalu Hundessa ha incitato alla violenza in Etiopia: Parte I
Dopo l'omicidio del musicista oromo Hachalu Hundessa, l'Etiopia è stata sconvolta da scontri etnoreligiosi dovuti alla disinformazione online.
Il giorno in cui la Liberia ha bloccato la libertà di espressione durante una protesta di massa
Nel 2019, il governo liberiano oscurò i social media per impedire la copertura in diretta della protesta, bloccando il diritto alla libertà di espressione e d'informazione.
Il nuovo “momento gay” della Disney scandalizza i conservatori religiosi in Malesia e Singapore
Gruppi religiosi e censori di Stato a Singapore e in Malesia indignati per un "momento gay" in "La bella e la Bestia" della Disney.
La Bielorussia blocca internet mentre migliaia di persone contestano i risultati elettorali
10 agosto: Lukashenka ottiene il sesto mandato consecutivo e bielorussi in tutto il Paese non possono connettersi. Attivisti digitali incolpano le autorità, queste accusano gli stranieri.
Gli attivisti asiatici boicottano “Mulan” contro la propaganda nazionalista cinese, la censura e la brutalità della polizia
"Quello che stiamo boicottando è la commercializzazione occidentale (Disney) del nazionalismo cinese [...] indice di quanto intricati e complessi siano davvero gli interessi del capitale globale".
WeChat? No, in Russia non si può usare.
Il 4 maggio, la censura federale russa ha bloccato WeChat: la giù grande applicazione di messaggistica istantanea cinese. Secondo quanto riportato dal Roskomnadzor (Servizio federale per la supervisione nella sfera della connessione e della comunicazione di massa), WeChat non si è registrata presso il governo federale come “organizzatore per la...
Il rapimento di un giornalista solleva preoccupazioni per la libertà dei media in Pakistan
Il 21 luglio il famoso giornalista pakistano Matiullah Jan è stato rapito a Islamabad e rilasciato 12 ore dopo. Sotto accusa le agenzie di sicurezza dello Stato.
Cittadini preoccupati chiedono alle autorità di Timor Est di non reintrodurre la legge sulla diffamazione
"Lo scopo di questa legge è proteggere gli individui al potere dal ricevere critiche quando commettono un atto di corruzione o qualsiasi altro atto criminale".