articoli mini-profilo di Cyber-attivismo da giugno, 2008
La telefonia mobile a sostegno delle battaglie ambientali
I telefoni cellulari si rivelano un importante strumento per gli ambientalisti di tutto il mondo, che escogitano nuove strategie per portare avanti le varie iniziative come, ad esempio, quella di educare i consumatori sull’impatto delle decisioni d’acquisto, il controllo degli animali allo stato libero e l’inquinamento e la tutela delle foreste. Ad aprile United Nations Foundation e Vodafone Group Foundation Technology Partnership hanno pubblicato un rapporto che descrive le diverse modalità di utilizzo dei cellulari quale veicolo di cambiamento sociale nel mondo: Technology for Social Change: Trends in Mobile Use by NGOs.
Bermuda: questione di immagine ?
In questi giorni nella blogosfera delle Bermuda non si parla che di Brown: il premier ha deciso di affidare a un’agenzia di PR l’incarico di risanare l’immagine internazionale delle Bermuda che di recente è stata offuscata da una serie di eventi negativi fra cui l'attacco alla stampa gratuita sferrato dal partito al governo e la mancanza di trasparenza nella riforma elettorale e nella libertà di informazione. Tutto ciò viene enfatizzato dalla recente sospensione del dibattito parlamentare decisa dal premier precisando che il governo agirà nello stesso modo “ogni volta vi sia l’insinuazione o l’allusione a fatti di scorrettezza o corruzione” da parte dell’opposizione.
Corea: è battaglia aperta fra netizen e quotidiani
Tutto ha avuto inizio con le rimostranze e le proteste contro il commercio della carne bovina fra Stati Uniti e Corea del Sud. I coreani nutrivano timori sull'evoluzione delle trattative negli scambi USA-Corea e sull’appoggio incondizionato dei grandi media al governo in carica. Si pensava che le proteste illuminate dal chiarore delle candele durassero solo qualche giorno, invece stanno proseguendo da oltre 40 giorni e nuove persone vanno aggiungendosi ogni sera. Di recente i principali quotidiani di orientamento conservatore sono stati attaccati duramente dai netizen, i quali annunciano battaglia anche contro altre testate giornalistiche.
Dal diario di una zitella egiziana inacidita
Lo scorso marzo, Eman Hashim ha scritto un post in cui si chiedeva perché le donne egiziane musulmane abbiano bisogno di un "wakeel" - un uomo che firmi il contratto di matrimonio a loro nome. Occorre spiegare: a differenza delle culture occidentali, dove il padre concede benevolmente la sposa con la sua approvazione e benedizione, nell'Islam un matrimonio è "difettoso" se il padre, o nel caso il padre sia morto, lo zio, non gestiscano per conto della sposa tutta la burocrazia e le procedure relative. Molti sceicchi disapprovano l'idea che una ragazza (soprattutto se non è mai stata sposata prima e si suppone che sia vergine) voglia sposarsi in modo autonomo.