articoli mini-profilo di Governance da agosto, 2011
Cile: sciopero nazionale oppure no?
La Central Unitaria de Trabajadores (CUT) aveva lanciato la proposta di uno sciopero nazionale per il 24 e 25 agosto, per protestare contro le disuguaglianze sociali ed economiche. Su Twitter abbondano reazioni favorevoli e contrarie, trasformando i due hashtag #paronacional e #yonoparo in temi di discussione a livello nazionale.
Iran: la fine di Gheddafi e gli incubi dei generali
Molti cyberattivisti iraniani hanno festeggiato la vittoria delle forze anti-Gheddafi in Libia, paragonando questa situazione con ciò che accade in Iran e in Siria. Hanno condiviso la gioia della liberazione libica, ma hanno anche manifestato le loro preoccupazioni per il proprio futuro.
Mozambico: il Governo cede terre a latifondisti brasiliani
Prevista la cessione per l'uso di 6 milioni di ettari nelle province settentrionali ad agricoltori brasiliani. Il progetto prevede la replica dell'esperienza degli anni '60, quando la savana venne sacrificata per estendere le coltivazioni di soia -- confermando l'insostenibilità del suo modello di agribusiness, ancor peggio quando viene esportato.
Tunisia: “Il popolo vuole una giustizia indipendente”
“Il popolo vuole una giustizia indipendente" è uno degli slogan scanditi recentemente per le strade di Tunisi. Afef Abrougui passa in rassegna le reazioni dei netizen in seguito al rilascio di due ex-ministri e di una stretta alleata del deposto presidente Zine El Abidine Ben Ali, eventi che hanno spinto i tunisini a scendere di nuovo in piazza.
Madagascar: crisi politica e sanzioni economiche, il Paese resta in ginocchio
Negli ultimi anni, il Madagascar ha sperimentato un lento declino della propria economia: dopo due anni e mezzo di Governo di transizione, e a seguito dell'imposizione delle sanzioni economiche, l'economia del Paese è stata classificata dalla rivista Forbes come la peggiore del mondo. I cittadini discutono sulla situazione.
Iran: caldo estivo, pretesto per la repressione dell'abbigliamento “improprio”
Quasi ovunque, estate è sinonimo di sole, mare e vacanze. In Iran, estate significa almeno un'altra cosa: repressione contro le tenute definite improprie o non-islamiche delle donne.
Iran: battaglia d'acqua a Teheran causa numerosi arresti
Non si scherza col fuoco, lo sanno tutti, ma a Teheran anche l'acqua può causare problemi. E' la "lezione" appresa da numerosi giovani che alcuni giorni fa sono stati arrestati per aver partecipato a una battaglia con l'acqua nelle strade della città.
Yemen: pressanti esigenze umanitarie ed economia allo stremo
In un comunicato della scorsa settimana, l'ONU ha espresso grande preoccupazione per l'attuale situazione, viste le sempre più difficili esigenze umanitarie e il deterioramento della situazione economica seguiti a mesi di infiammate proteste. Raccolta di commenti su blog e via Twitter.
Cina: la TV di Stato attacca i microblog
Un recente programma della TV di Stato, apertamente critico su blogger e cyber-attivisti, porta diversi netizen a ritenerlo un attacco diretto alla libertà d'informazione online e il probabile preludio a un imminente giro di vite censorio contro le piattaforme di microblog.
Corea del Sud: netizen contrari ai vagoni della metropolitana per sole donne
Davanti all'aumento delle molestie sessuali, in particolare all'ora di punta e a tarda notte, le autorità cittadine di Seul hanno deciso di correre ai ripari inaugurando uno scompartimento della metropolitana per sole donne. L'iniziativa fa aspramente discutere i netizen locali -- con commenti per lo più negativi.
Bangladesh: le popolazioni indigene rivendicano la propria identità
Negli ultimi mesi, in Bangladesh le popolazioni indigene si sono mobilitate organizzando manifestazioni, catene umane e riunioni, per chiedere che la Costituzione riconosca la loro identità indigena. Molti blogger locali hanno partecipato al dibattito.
Siria: un tweet può evitare un massacro?
Gli eventi di Hama della scorsa domenica hanno segnato il momento più duro dall'inizio delle proteste in Siria. Per attirare l'attenzione degli utenti Twitter di tutto il mondo, attivisti e netizen siriani hanno fatto ricorso all'hashtag #RamadanMassacre, mettendo ancora una volta alla prova il ruolo dei social media.