· giugno, 2008

articoli mini-profilo di Idee da giugno, 2008

Giappone: Riflessioni sul massacro di Akihabara (2. Parte)

  25 giugno 2008

Un altro aspetto della tragedia su cui si sono concentrate le discussioni è stato il modo di fare informazione dei citizen media: tramite i blog, ma anche su Twitter e, dando origine a parecchie controversie, attraverso l'uso di video streaming. Ciò testimonia del cambiamento dei tempi, con l'inevitabilità di questo tipo di cronaca a livello individuale - pur sollevando le critiche di parte dell'opinione pubblica.

Giappone: Riflessioni sul massacro di Akihabara (1. Parte)

  23 giugno 2008

Una volta posatasi la polvere sul violento attacco a coltellate di due settimane fa nel centro di Tokyo, che ha provocato la morte di sette persone e il ferimento di altre 17, sono stati in molti a interrogarsi sul vero significato di quel gesto. Alcuni hanno puntato il dito accusatore sui video game, altri hanno chiesto un monitoraggio più attento in Rete. Mentre i commentatori giornalistici tentano di alleviare l'ansia, negando l'esistenza di profonde ragioni sociali per l'atto omicida di Tomohiro Kato, i blogger offrono interpretazioni meno semplicistiche.

Iraq: Nero, il colore del dolore

  21 giugno 2008

Ormai le donne irachene sono abituate a vestire in nero, il colore del dolore e del lutto – fa notare Inside Iraq, blog curato da giornalisti iracheni che lavorano per il gruppo USA dei quotidiani McClatchy. Eppure, nonostante il buio e lo sconforto, non mancano le giovani donne che ammettono di indossare colori come il marrone, il verde e persino il rosa!

Proposte per il Museo della Guerra Fredda

Certain Ideas of Europe, blog della rivista britannica The Economist, invita i lettori a proporre mostre ed eventi per il Museo della Guerra Fredda, di cui si sta discutendo la creazione. La sede del Museo potrebbe essere nei pressi dell’ ex-Checkpoint Charlie di Berlino. Un lettore ha già suggerito una...

Dal diario di una zitella egiziana inacidita

  1 giugno 2008

Lo scorso marzo, Eman Hashim ha scritto un post in cui si chiedeva perché le donne egiziane musulmane abbiano bisogno di un "wakeel" - un uomo che firmi il contratto di matrimonio a loro nome. Occorre spiegare: a differenza delle culture occidentali, dove il padre concede benevolmente la sposa con la sua approvazione e benedizione, nell'Islam un matrimonio è "difettoso" se il padre, o nel caso il padre sia morto, lo zio, non gestiscano per conto della sposa tutta la burocrazia e le procedure relative. Molti sceicchi disapprovano l'idea che una ragazza (soprattutto se non è mai stata sposata prima e si suppone che sia vergine) voglia sposarsi in modo autonomo.