· giugno, 2011

articoli mini-profilo di Protesta da giugno, 2011

Marocco: i movimenti per la democrazia contro la repressione di Stato

All'inizio di quest'anno nessuno avrebbe potuto prevedere che l'appello lanciato da un piccolo gruppo di attivisti si sarebbe trasformato in un movimento nazionale per il cambiamento. Tre mesi e una dozzina tra marce, sit-in e raduni dopo, la blogosfera marocchina si chiede che strada dovrebbe prendere ora il movimento, e quali nuove strategie adottare di fronte alla crescente repressione della polizia.

Egitto: Khaled Said, un anno dopo

Il 6 giugno 2010, Khaled Said è stato picchiato e torturato a morte da due poliziotti. Un anno dopo, gli Egiziani ricordano il giovane, celebrandolo come una delle scintille che ha acceso la rivoluzione culminata nella cacciata di Hosni Mubarak.

Siria: stanno spegnendo Internet?

Possibile blackout di internet in Siria. E' quanto riferiscono via Twitter i netizen da venerdì scorso. Mentre nel Paese prosegue la protesta contro il regime di Al Assad venerdì scorso era indetta una manifestazione per condannare gli attacchi contro i bambini siriani. Non è ancora chiaro se la chiusura sia uniforme su tutto il territoro o se stia interessando solo alcune aree. Le dinamiche riportano alla mente schemi già visti in Egitto.

Siria: un venerdì di proteste in nome dei bambini

Le vittime più giovani della repressione in Siria si raccontano in una serie di video strazianti apparsi su Youtube, descrivendo gli orrori che affrontano giorno e notte insieme alle loro famiglie. Le proteste di venerdì scorso sono state dedicate ai bambini siriani e al loro futuro, con particolare attenzione al tredicenne Hamza al-Khatib, torturato e ucciso a Daraa, che sta diventando uno dei simboli della rivolta.

Egitto: nuove proteste contro i tribunali militari

Nuove dimostrazioni di solidarietà davati alla Procura militare del Cairo per tre giornalisti e attivisti, convocati per un interrogatorio poi trasformatosi in "chiacchierata' senz'alcuna conseguenza. Oltre a rilanciare foto e 'tweet', online si discute su quella che l'establishment militare considera la 'linea rossa' da non superare nelle proteste di piazza.