· settembre, 2008

articoli mini-profilo di Giappone da settembre, 2008

Giappone: morte annunciata per Ohmynews Japan

  30 settembre 2008

Nonostante il forte appoggio economico di Softbank, a fine agosto ha chiuso battenti la versione nipponica di OhmyNews, il noto sito di citizen journalism che dalla Corea del Sud era sbarcato con gran clamore in Giappone nel 2006. Come mai? Blogger e cittadini provano a chiarire un quadro tutt'altro che semplice.

Giappone: romanzi su cellulare

  27 settembre 2008

Su Shirokuma Blog Akihito Kobayashi racconta la sua esperienza [giap] nella lettura dell’opera vincitrice del premio per il miglior keitai shosetsu [romanzo pubblicato sui telefoni cellulari] [giap] dell’anno: “Atashi Kanojo” (あたし彼女) [Io Lei], della ventitreenne Kiki. Sebbene la storia includa tutti gli elementi caratteristici di questo genere — sesso, gravidanza, aborto,...

Giappone: Nike compra nome e gestione di un parco pubblico a Tokyo

  22 settembre 2008

“Nike Park” sarà il nuovo nome del Miyashita Park [宮下公園], noto spazio pubblico al centro di Tokyo. Sembra che il parco sarà dotato di attrezzature sportive e reso accessibile solo a pagamento, con scarsa trasparenza dell’autorizzazione all’esecuzione dei lavori (già concessa ad agosto). I blogger/cittadini contestano una decisione imposta dall'alto e tesa a sottrarre loro spazi pubblici e gratuiti.

Giappone: il caso “WaiWai” e la cyber-protesta contro i media

  4 settembre 2008

Meno di due mesi fa l'Internet giapponese è stata invasa dallo scandalo “WaiWai", rubrica settimanale in lingua inglese del noto quotidiano Mainichi centrata su gossip e battute a sfondo sessuale riprese dai tabloid locali. Da allora l'episodio ha assunto proporzioni epiche online e offline, inclusi intensi attacchi contro grandi testate – coordinati online da casalinghe e donne giapponesi.

Giappone: continua il dibattito su Street View

  1 settembre 2008

Non accenna a placarsi il dibattito intorno al servizio Street View di Google, dopo il suo lancio in Giappone. Occorre un adeguamento culturale alle nuove sfide e opportunità offerte dalle tecnologie o si tratta di una violazione di "spazi vitali"? Dove finisce la sfera privata e inizia quella pubblica?