Cedric Kalonji: fotografare il Congo

Documento di identità della Repubblica Democratica del Congo

Cedric Kalonji è un reporter di Radio Okapi e autore di quello che si può considerare il blog più popolare del Congo.

Ma oltre al suo lavoro in radio e al blog, Kalonji è anche un prolifico fotografo e in questi ultimi giorni ho fatto un giro sul suo photostream su Flickr.

Kalonji usa le sequenze fotografiche per raccontare storie comuni, ad esempio di come la rapida erosione della Binza Ozone nei sobborghi di Kinshasa minacci sempre di più le case, a causa delle forti piogge:

Lo sciopero dei soldati MONUC:

Un’intervista con un musicista Senegalese, Ismael Lo:

E la triste storia di due uomini arrestati a Kinshasa, uno per aver rubato una bobina di cavo, l'altro per averla acquistata:

Quello che apprezzo veramente di queste foto è che, rispetto alle immagini dei media internazionali che tendono a descrivere del Congo solamente ciò che è disastroso o inusuale ed esotico, Kalonji fotografa l'ordinario, la vita quotidiana in Africa che il resto del mondo spesso non vede.

Così ho deciso di intervistare il Kalonji fotografo e lui ha cortesemente accettato di rispondere alle mie domande.

Quando e perché hai deciso di creare un blog?

Ho creato il mio blog nel settembre del 2005. All'inizio, era un modo per condividere le mie foto, la vita di ogni giorno attraverso Internet. Ho notato che un numero sempre maggiore di persone era interessato alle mie foto così ne ho aggiunte delle altre, con una piccola descrizione testuale. In breve tempo ho avuto centinaia di visitatori, di cui la maggior parte erano congolesi che viveano all'estero.
Questa è stata la motivazione che mi ha spinto a proseguire con il blog, che oggi riceve una media di 1.000 visite al giorno.

congo children school

Quando hai cominciato a fare foto? Pensi che con una foto si possa comunicare meglio che con il testo?

Ho cominciato a scattare le prime foto con un macchina digitale che era stata regalata a mia madre nel 2002. Penso che per leggere e scrivere occorra andare a scuola, ma con le immagini è diverso. Pur essendo incapaci a scrivere, si possono fare foto che dicono molto di più di un testo scritto. Si può anche non saper leggere, ma invece essere in grado di capire una situazione descritta da un'immagine.

Cosa pensi dell'immagine che viene trasmessa del Congo all'estero? Pensi che tale immagine rifletta la realtà?

Il Congo è percepito come un paese in guerra, nel caos, dove ogni cosa è distrutta e nessuno lavora. In un certo senso questa immagine è vera, perché dopo 32 anni di dittatura sotto Mobutu e più di dieci anni di guerra e 5 milioni di morti, non si può certo dire che le cose vadano bene.
Al tempo stesso, però, c'è qualcosa che spesso dimentichiamo, cioè che i congolesi sanno ancora sorridere, essere ben disposti e appassionati alla vita, nonostante tutti i traumi che hanno sofferto. C'è ancora calore umano e penso che questo rappresenti una grande ricchezza.

Perché ami ritrarre momenti ordinari, di vita quotidiana?

Perché ci sono certe cose che le persone che vivono in altre parti del mondo non possono immaginare, cose che io vivo tutti i giorni. La mia prima motivazione è condividere questi momenti ordinari, in modo che le persone guardando queste foto possano entrare nei panni di un congolese, di qualcuno che vive a Kinshasa.

Che ruolo hanno i citizen media nella tua professione? (O meglio, possono avere un ruolo? La maggior parte dei tuoi lettori sono all'estero, in parte anche a causa della mancanza dell'accesso ad Internet in Congo.) Che ruolo potrebbero avere in futuro?

I cosiddetti citizen media permettono di superare confini e costruire collegamenti con mezzi molto ridotti, cosa che sarebbe impossibile con i media tradizionali. Nel mio caso, il vantaggio del blog è che mi consente di esprimermi in maniera del tutto indipendente, e di essere seguito da lettori residenti ai quattro angoli del pianeta. Così ho la possibilità di condividere la mia vita e tenermi in contatto con persone di Paesi diversi, con culture e visioni diverse dalle mie. Penso che per Paesi come il Congo, e l'Africa in generale, i blog siano un mezzo di comunicazione molto importante.
Per condividere questa passione, ho tenuto dei corsi in modo volontario a giovani congolesi, per far loro capire come funzionano i blog e i nuovi media. I ragazzi che hanno seguito i miei corsi hanno già creato due siti: Ndule2Kin.com e rdcbel. Mi piacerebbe potere estendere quest'attività di formazione ad altre parti del mio Paese e all'intero continente africano.

Tu fotografi soprattutto per la tua attività di reporter o anche per hobby?

La fotografia è un hobby per me. Non mi separo praticamente mai dalla mia macchina fotografica e faccio foto quasi ogni giorno. Ne ho migliaia ed è sempre un piacere guardarle perché mi riportano a momenti precisi della giornata.

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