Cina: ricadute ambientali del sisma del Sichuan

A distanza di una settimana dal fatale terremoto che in Cina ha ucciso quasi 56.000 persone, si inizia a far luce sui costi ambientali e non solo del sisma di magnitudo 8. Questo post ci dà modo di esaminarne altri correlati alle ricadute ambientali e alla difficile situazione degli animali nell'area sinistrata.

A seguito del sisma, è possibile che vengano accantonati i previsti piani per un impianto petrolchimico, che a inizio mese hanno sollevato varie proteste della serie NIMBY (non nel mio cortile). Sei dimostranti sono stati trattenuti per una manifestazione presentata come una “passeggiatina pacifica” onde aggirare la richiesta di formale autorizzazione. Così scrive Charlie McElwee, sul blog China Environmental Law:

Spero che quelli arrestati e trattenuti vengano trattati con indulgenza. Le loro erano argomentazioni valide e, in quanto tali, non vanno presentate in maniera poco ortodossa, una volta rispettate le norme sugli interventi pubblici in materia di progetti per l'edilizia.

Julian Wong interviene su Green Leap Forward riguardo le implicazioni energetiche a lungo termine causate dal sisma. Julian rimarca l'evidente e drastica riduzione delle attività del maggior produttore cinese di turbine a vapore, mentre l'impatto sulle dighe di Chengdu e sull'energia idroelettrica è potenzialmente ancora più grave. Julian auspica che dopo il ripristino della normalità sia la volta delle riflessioni a lungo termine, sostenendo che:

In questo momento, in mezzo al caos e alla frenesia regnanti in tutta la regione per il ripristino della normalità, è difficile immaginare che questa ipotesi possa prender corpo e che le riflessioni di ampio respiro possano avere la meglio sulle necessità impellenti di quanti sono stati colpiti dal sisma. Ma quando le acque si saranno calmate, non mancherà occasione, anche grazie alla cooperazione internazionale, di ponderare il valore di una ricostruzione più sostenibile delle infrastrutture.

Tanti i blogger impegnati a segnalare storie che hanno per protagonisti gli animali. Richard Heisler si concentra sul difficile stato dei Panda di Wolong e sulle gravose attività portate avanti dall'organizzazione Pandas International.

A Wolong, nei primi giorni della settimana del dopo terremoto, la situazione è disastrosa. Agli animali della riserva del panda gigante di Wolong (Wolong Giant Panda Preserve) ed ai guardiani responsabili dell'assistenza, con le notevoli difficoltà del caso, ai panda e ai loro cuccioli, occorre tutto l'aiuto possibile, come pure ai cittadini di Wolong. L'ente Pandas International presta assistenza alla città di Wolong con l'ausilio della Croce Rossa cinese per il recupero di viveri e medicinali sopraggiunti nella città fantasma grazie al soccorso aereo in aiuto di medici, veterinari, panda e cittadini della zona.

Sul blog IFAW Animal Rescue si apprende quanto segue in merito alla difficile condizione degli animali:

Allo stato attuale, nella regione si sono registrate oltre 300 scosse di assestamento. La pioggia torrenziale non dà tregua, alimentando le colate di fango. Enormi massi vanno staccandosi dalle montagne, bloccando così le strade, già pericolose, e ostacolando qualunque tentativo di soccorso. La riserva naturale di Wolong (Wolong Nature Reserve), praticamente sinonimo di panda gigante in Cina, si trova nell'epicentro del sisma ed è tuttora inaccessibile.
Non sono tanto gli animali allo stato brado a preoccuparmi. Spesso, infatti, essi sono capaci di percepire quel che non va per il verso giusto, e perciò si allontanano, come fecero gli elefanti e le scimmie che, presentendo l'arrivo dello tsunami dell'Oceano Indiano, abbandonarono in fretta le spiagge in direzione delle alture. Vittime predestinate sono piuttosto gli animali che si trovano in ambienti circoscritti, come i milioni di capi di bestiame delle fattorie, gli animali domestici da compagnia e persino i panda in cattività.

Danwei riporta che il Gibbone dalle mani bianche della Cina sudoccidentale è stato dichiarato estinto.

Su Shanghai Journal Andrew Field cura un blog sui danni causati dal consumo di zuppa di pinne di pescecane, un piatto comune in Cina. Tali danni, fa notare, consistono nel massacro degli squali, massacro che compromette l'equilibrio dell'ecologia degli oceani. E aggiunge:

Mentre sono tanti i Paesi che apprendono di questa strage, la maggioranza dei cinesi è completamente ignara dell'impatto che il massacro degli squali sta avendo sull'ecologia degli oceani. In molti ristoranti di lusso a Shanghai, come in altre città, si serve la zuppa di pinne di pescecane, ed alcuni ristoranti (quali lo Yu Xin su Weihai Road, dove sono stato domenica scorsa) vantano notevoli esposizioni di cartilagine di pinne di pescecane all'interno di teche di vetro. La zuppa di pinne di pescecane è il piatto principe in occasioni solenni come banchetti nuziali o di gala.

Il portale China Digital Times riporta la notizia di forti scosse di assestamento che hanno colpito la Cina dopo il 25 maggio, data a cui risale questo post. Per ulteriori approfondimenti, si rimanda al relativo blog.

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