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Giappone: i giovani abbandonano l'industria informatica

Categorie: Asia orientale, Giappone, Citizen Media, Economia & Business, Lavoro, Legge, Tecnologia

Qualche settimana fa, un intervento [1] [in giapponese] del blogger gothedistance, che proponeva in traduzione alcuni brani di un articolo del New York Times, High-Tech Japanese, Running Out of Engineers [2], ha scalato le classifiche degli articoli più letti [3] di Hatena, il servizio di social bookmarking più utilizzato in Giappone. L'articolo faceva riferimento alla crescente penuria di ingegneri nel paese, dovuta alla così detta ‘rikei banare’ o ‘fuga dalla scienza’. Secondo l'articolo, più che dall'ingegneria le nuove generazioni sarebbero attratte dalla finanza, dalla medicina e da professioni creative come quelle artistiche. Benché si discuta di questo fenomeno ormai da un decennio, i suoi effetti sulle imprese hanno cominciato a farsi sentire solo di recente, e i dati parlerebbero di mezzo milione di ingegneri in meno rispetto al fabbisogno.

gothedistance condivide di massima quanto riporta il New York Times. Sulle analisi del quotidiano statunitense sembrano esserci posizioni concordi anche fra gli utenti di Hatena (molti dei quali sarebbero programmatori e professionisti dell'informatica in genere), e diversi commenti in proposito esprimono consenso e solidarietà con il blogger.

Questo il commento di Mkusunok, noto come blogger anche col nome di Masanori Kusunoki [4]

NYT侮り難し。書いてあること全部正しいし、ヤバ過ぎて日経には書けないよねー

L'articolo del New York Times è davvero ben fatto. Tutto quello che riporta corrisponde al vero, ed è terribile che il Nikkei [quotidiano giapponese] non osi neanche parlarne.

Commenta poi goyoki:

高齢技術者の高待遇ポストが少ないのは問題だと思う。技監やフェロー、CTOなんかは普通は管理職扱いだし、例えば50代上級プログラマなんてのは日本では半端な待遇で激務、なんてイメージしかわかない

A mio parere il problema sta nel fatto che gli ingegneri con maggiore esperienza trovano poche posizioni adeguate al loro livello di capacità. Chi è ingegnere capo o direttore di ricerca, o chi ha comunque elevate responsabilità tecniche, di solito è considerato alla stregua di un semplice quadro, e si può ben capire come esperti programmatori ultracinquantenni siano stufi di un trattamento consono a un manager di medio livello.

C'è anche chi, come elm 200, propone considerazioni più generali:

このエントリと直接関係無いけど、まだこうやって日本の記事を書いてくれる New York Times はありがたい。BBC News なんてほぼシカト状態からね。”China” の五文字を見ない日はないのに

A prescindere da questo articolo specifico, voglio esprimere riconoscenza al New York Times per questo genere di interventi. Generalmente la BBC ignora il problema. In compenso non passa giorno che sui media non compaia ovunque la parola ‘Cina’.

Nel suo libro Economics of excess and destruction [5] il blogger Ikeda Nobuo aveva descritto come segue la strana ‘architettura basata sul modello del contraente generale con molteplici subfornitori’ che caratterizza l'industria info-tech in Giappone:

(親会社が開発・設計を行い入札で安く請け負う企業に発注するアメリカの企業に対して)トヨタは開発段階から「デザイン・イン」などによって下請けと情報を共有する(中略)。トヨタと下請けを結びつけているのは、アメリカ的な契約でも資本関係でもなく、属人的な長期的関係である。(同書 P128)

(A differenza delle imprese americane, in cui vi è una società principale che segue progettazione e sviluppo per poi collocare ordini al miglior prezzo a società di subfornitura mediante gare d'appalto) qui da noi la Toyota condivide con i propri subfornitori tutti i processi informativi, dalla fase di sviluppo in poi, e per l'intera durata del progetto […]. Quello fra Toyota e subfornitori non è però un vincolo contrattuale come negli Stati Uniti, né sottende legami di tipo partecipativo, ma si basa piuttosto su una relazione durevole a livello di risorse umane. (p. 128)

Nel suo blog [6], Ikeda Nobuo spiega che la matrice del problema evidenziato dal New York Times è da ricercarsi appunto in questa tipologia di relazione:

この閉鎖的な産業構造は、長期雇用や企業別組合など戦後にできた制度によってつくられたもので、ある種の製造業には適していたが、オープン・プラットフォームのもとでモジュール化された技術を組み合わせるには適していない。

La struttura industriale giapponese è la risultante di quel sistema di impiego fisso e di tutela sindacale in azienda che nacque nel secondo dopoguerra: un sistema che può funzionare per certi settori manifatturieri, ma che non si presta certo all'integrazione di tecnologie modulari basate su piattaforme aperte.

正社員だけを過剰保護する雇用慣行のおかげでSI業者が人材派遣業になってしまったため、企業のコア部門にITのわかる人材が育たず、情報システムでイノベーションが生まれないから若者のIT離れが進む・・・という悪循環が急速に進行している。

Una politica di eccessivo garantismo nei confronti del solo lavoro a tempo pieno, ha fatto sì che quella dei System Integrator diventasse una vera e propria industria dei servizi interinali, tanto che, nei suoi comparti caratteristici, ha omesso persino di avviare il personale alle conoscenze informatiche. Così, in mancanza di innovazione nel campo delle tecnologie informatiche, i giovani perdono interesse per questo settore… e il circolo vizioso si alimenta con grande rapidità.

Forte della consapevolezza acquisita sul tema nell'esercizio quotidiano del suo servizio, gothedistance individua poi nell'industria giapponese un problema strutturale: la così detta industria dei System Integrator non si caratterizzerebbe per i servizi informatici, ma piuttosto per le risorse umane

In un precedente intervento [7] Nobuo aveva fornito la seguente spiegazione:

日本のITビジネスは脆弱なビジネスモデルです。最も品質を問われるべきソフトウェアにおいて派遣による偽装請負なんかがまかり通っているのは、日本だけです。70〜80年代にプログラマの絶対数が足りなくてとにかく人をかき集めて現場に派遣するようなスキームが横行したのと、時間がかかればかかるほどコストがかかり結局その分売上が立つという人月商売モデルの2つの悪因が両輪となって、今のような奇形児になりました。簡単に言うと、腐れエンジニアをかき集めて仕事を進めるスキームになり、腐れエンジニアもできるエンジニアも同じ「1人月」だということですね。

È tipico del Giappone tacere sui contratti-truffa nell'industria del software, proprio là dove le attese sarebbero invece quelle di massima qualità. Negli anni '70-80 (quando i programmatori scarseggiavano in termini assoluti), vigeva il reclutamento diretto, cui seguiva l'immediata immissione nel processo produttivo, e un modello economico basato sul parametro unità lavorativa/mese, grazie al quale più si lavorava più alto era il guadagno: entrambe queste leve hanno contribuito a sortire l'anomalia cui assistiamo oggi. Per farla breve, è un sistema che, applicando il citato parametro, recluta ingegneri mediocri per mandare avanti il lavoro, trattando così gli incompetenti alla stregua dei meritevoli.

Nobuo fa poi riferimento a un articolo di Matsubara Tomo, ripreso dal blogger codemaniax [8] :

ソフトウェア開発ビジネスで、成果責任を負わない派遣形態がかくも横行しているのは日本だけである。

Nel settore dello sviluppo di software, il Giappone spicca per la presenza di un sistema in cui le agenzie interinali hanno potuto svilupparsi senza l'onere di dover rispondere dei risultati ottenuti.

派遣ビジネスはソフトウェア開発作業を成果で請け負うのではなく、一ヵ月いくらというように、技術者の時間を売る。派遣指向のソフトウェア会社にとって最大の関心事は、人月単価と、人の稼働率であって、稼ぎが減る開発プロセスの改善や、余計な金を使う技術教育は、できればやりたくない。特に品質は、技術者だけの問題とみなされ、経営者は関心を持たない。極端な話、派遣プログラマーが自分で埋め込んだバグの摘出に時間を掛ければ、会社の実入りは増える。

I contratti siglati dalle agenzie interinali con le società di software non sono vincolati ai risultati da conseguire, limitandosi piuttosto a prevedere la cessione del tempo degli ingegneri a fronte di una determinata contropartita mensile. Dal canto loro le società di software orientate all'offerta di lavoro interinale si preoccupano solo del parametro unità lavorativa/mese e del tasso di produttività, evitando, se possono, di migliorare i processi di sviluppo laddove ciò comporti minori guadagni, ed eludendo ogni intervento formativo che richieda il reinvestimento degli utili. A farne le spese è soprattutto la qualità, che diventa un problema esclusivo dei singoli tecnici, un aspetto, insomma, di cui i quadri dirigenziali si disinteressano. Nei casi estremi può accadere che il tempo impiegato a riparare un difetto informatico tralasciato da un ingegnere ingaggiato a tempo, di fatto si traduca in maggiore profitto per l'azienda.

In un altro scambio di opinioni su Slashdot Japan, a proposito dell'articolo apparso sul New York Times, tra i più viotati ci sono i due commenti. Questo il primo [9] :

まずは、技術職の給与を見直し、生涯賃金が一般職と同等、もしくは上に設定し一般職に振り回されない体制を作ることができれば改善できるのではないでしょうか?

Prima di tutto sarebbe una gran cosa rivedere la dinamica retributiva degli ingegneri con aumenti proporzionali, o addirittura più che proporzionali, rispetto a quanto percepiscono gli impiegati ordinari. Così facendo si eviterebbero le distorsioni prodotte da erronee assimilazioni con il lavoro impiegatizio.

Ed ecco l'altro [10] :

今の政治の流れでは海外の労働者に今後ゆだねていくことになるのでしょうが、技術蓄積を行わないままでは、賃金も技術も海外に流出。と思うのですが、この想いをどうやれば現実に反映できるんだろう。

A giudicare dalle attuali tendenze, pare che la politica del futuro sia quella di affidare il lavoro agli stranieri, ma se restiamo al livello odierno, senza cioè accrescere il patrimonio tecnologico, va da sé che le risorse economiche e la tecnologia migreranno all'estero. Questa la mia opinione, però mi chiedo cosa accadrà nello specifico perché un simile scenario possa avverarsi.

Si respira un'evidente irritazione per il fatto che questa aria di crisi, pur investendo la grande maggioranza dei giovani, non sembra esser presa nella debita considerazione dalla società.