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Il blog come strumento di attivismo sociale

Categorie: America Latina, Colombia, Madagascar, Cyber-attivismo

Non possiamo vivere solo in funzione di noi stessi. Le nostre vite sono collegate da migliaia di fili invisibili, e in questa trama filiforme le nostre azioni si muovono partendo da un punto d'origine per ritornare da noi, come causa ed effetto.
- Herman Melville, scrittore americano

La propensione ad aiutare il prossimo è innata in ciascuno di noi, anche se talvolta non è prioritaria. Le iniziative di solidarietà devono risultare significative e efficaci affinchè si verifichi un cambiamento reale. Nella maggior parte dei casi, quando sussiste il pericolo di qualche grave minaccia, tipo una calamità naturale, troviamo la spinta necessaria per impegnarci in azioni collettive e aiutare chi ne ha bisogno. Ma perché aspettare che si verifichino simili eventi prima di trasformare queste intenzioni in azioni concrete nel quotidiano?

Pensiamo a un qualsiasi problema che affligge qualcuno nel nosto ambiente o nella società. Quale l'impegno richiesto per risolverlo? Quali le risorse necessarie e come fare a metterle insieme?

Solo pochi anni fa bisognava aspettare che qualche grande testata, ovvero la struttura mediatica tradizionale, perorasse qualche iniziativa sociale per spingerci ad aiutare gli altri. Oggi i media sociali consentono a chiunque di farlo in prima persona.

Osservando i singoli progetti di Rising Voices [1], ci si troverà d'accordo sull'importanza di nuovo blog che prende avvio e conquista una propria, fino ad emergere come una nuova forza. Si tratta del tentativo di liberare i pensieri chiusi in un guscio, di sbloccare l'autoconsapevolezza, di andare oltre impedimenti e frustrazioni, per poi sganciarsi come un missile avvolto da un'aura e da un carisma tutti particolari. E simili casi divengono esempi di impegno personale nell'attivismo sociale.

Diana Chamia [2] è una blogger diciottenne che frequenta la Scuola di Giornalismo di Mahajanga, nel Madagascar, e che ha seguito un corso formativo di citizen media tenuto presso il FOKO Blog Club [3]. Diana ha dimostrato di essere ben più che un'abile scrittrice, ha fatto qualcosa di veramente grande.

[4]Ha visto e fotografato una bambina di nome Kamba, con una massa abnorme cresciutale sul volto, impegnandosi ad aiutare quella famiglia per ottenere un'assistenza medica adeguata. Ha rivolto un appello alla blogosfera diffondendo un appello preciso: “Aiutatemi ad aiutarli” [5].

La comunità dei blogger di FOKO ha risposto al suo post [6], rilanciando un richiamo mondiale alla solidarietà per aiutare quella bambina e la sua famiglia.

L'impegno economico iniziale necessario per portare il bimbo ad Antananarivo, la capitale, e ricevere una corretta diagnosi medica ammontava a 500 dollari, così FOKO Madagascar ha avviato una raccolta di fondi su Internet. Di lì a poco una stupenda famiglia malgascia, che viveva in Canada, ha contattato Diana e si è fatta carico di tutte le spese [7].

Allora FOKO ha preso in mano spontaneamente le funzioni di coordinamento tra le diverse parti coinvolte (chirurghi, donatori, madri preoccupate che volevano offrire vestiti e cibo) pubblicando aggiornamenti quotidiani sull'evoluzione della vicenda. Diana ha fornito supporto alla famiglia durante il viaggio verso la capitale, e si è offerta di restare con la bambina durante il mese di ricovero ospedaliero necessario dopo l'intervento.

Diana scrive che Kamba ora sta bene [8]. Date un'occhiata a questo blog [9] per gli aggiornamenti.

Tutto ciò è un bellissimo esempio di come la volontà di una singola possa portare trasformazioni concrete nella società.

Analogamente, vediamo qualcosa di simile [10] pendere corpo in progetto proposto su Hiper-Barrio:

SusoA San Javier La Loma, una collina abitata da una comunità operaia alla periferia di Medellín [11], vive ‘Suso il pezzente’, una celebrità locale molto nota che di recente è diventata anche una fra le figure più emblematiche del luogo. Grazie al lavoro di HiperBarrio [12], un'iniziativa di giornalismo partecipativo di Rising Voices [13], la storia di ‘Suso il pezzente’ si è diffusa anche all'estero. Guidata da Yuliana Isabel Paniagua Cano [14], Catalina Restrepo Martínez [15] e Gabriel Jaime Venegas [16], la collettività dei nuovi giornalisti-cittadini ha diffuso un video [17] e un articolo [18] dove si parla di ‘Suso il pezzente’, colui che raccoglie i rifiuti riciclabili di La Loma. L'articolo di HiperBarrio in cui si racconta di Suso è stato anche pubblicato in prima pagina [19] dal settimanale locale Conexion.

Entrambi gli esempi mostrano la nascita di un nuovo livello di coscienza sociale e di sensibilità fra i giovani coinvolti nei dei citizen media. Tutto ciò è stato possibile grazie all'amplificazione di una discussione online e alla forte volontà comune di cambiare le cose, al di là di ogni egocentrismo o interesse personale.