Foto di Fernando Rossi, usata sotto licenza Creative Commons.
Il movimento “verde” non va diffondendosi soltanto nei Paesi occidentali, come gli Stati Uniti, l'Australia o il continente europeo: ora è attivo perfino nella Repubblica Dominicana. Secondo il blog ecologista locale DR1, le autorità del Paese hanno deciso di impegnarsi per la tutela e la conservazione delle risorse naturali.
Il Ministro dell'Ambiente della Reubblica Dominicana (SEMARENA) ha dato il via al programma denominato Pagamento dei Servizi Ambientali (PSA). L'iniziativa è pensata per incoraggiare gli attori locali,— siano essi agricoltori, comunità, grandi proprietari terrieri, o altri soggetti—, a tenere un atteggiamento responsabile nei confronti dell'ambiente, premiando quanti si adoperino per il recupero, la conservazione e/o la gestione sostenibile delle risorse naturali.
La notizia non è particolarmente fresca nel contesto delle ‘instant news’ odierno, dato che ciò risale al maggio scorso. L'iniziativa ha comunque dato via alla diffusione di una maggiore consapevelezza rispetto alle tematiche ecologiste. La manifestazione più recente ed evidente di questo nuovo spirito ambientalista è la collaborazione tra l'ente non-profit Nature Conservancy e i Paesi dei Caraibi, con il lancio di “Sfida Caraibica”, programma a tutela della fauna marina locale, importante perchè fornisce cibo agli abitanti e attrae i turisti. Un ottimo motivo per raccogliere questa sfida, spiega il blog Caribbean Beat, è che gli attuali..
metodi di pesca aggressivi, l'inquinamento, l'industria pesante, le mutazioni climatiche vanno deteriorando le barriere coralline e gli ecosistemi marini, producendo poi un effetto a catena che finisce col danneggiare l'industria ittica e turistica, minacciando di estinzione alcune delle specie della regione, uniche al mondo.
Il blogger Temasactuales aggiunge che solitamente vedrebbe con scetticismo un investimento governativo di queste proporzioni (40 milioni di dollari), ma stavolta ritiene esistano aspetti positivi che danno credibilità al progetto. Ecco gli elementi maggiori:
- I fondi – stanziati da “Nature Conservancy” (TNC) (mille grazie a Nature Conservancy per aver reso possibile tutto ciò!) e, forse, dal governo tedesco e da Global Environment Facility (GEF), e forse perfino dal governo americano e da World Conservation Union (IUCN) (gli ultimi due soggetti hanno contributo a sponsorizzare l'evento di lancio della Sfida);
- L'assistenza tecnica, non solo da parte del Nature Conservancy, ma anche dell'ufficio caraibico (CEP) del programma ambientale dell'ONU (UNEP), del Programma Sviluppo dell'ONU (UNDP) e da gruppi come Reef Check;
- L'assistenza reciproca, non solo interna, ma anche da parte di altri membri della Global Island Partnership (GLISPA) (e grazie a GLIPSA per aver ispirato simili iniziative concrete)
Infine, Christopher Ward, un emigrato che vive nell'area di Las Flores, ha condotto un sondaggio estemporaneo tra i residenti locali sulle questioni ambientali in zona. Riporta così che costoro principalmente “si occupavano di piantare alberi, raccogliere la spazzatura e convogliare le acque nere in modo che non finissero direttamente nel fiume”.
È confortante vedere la RepubblicaDominican, tutt'altro che esente da problemi a livello politico, fare qualcosa per tutelare e preservare quelle bellezze naturali che attirano un turismo sempre più fiorente. È anche promettente notare come abbiano deciso di prendere iniziative dirette per il proprio sostentamento alimentare, sfruttando l'abbondaza di risorse naturali a loro disposizione.