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India: bombe a Bangalore

Categorie: India, Cyber-attivismo, Guerra & conflitti, Ultim'ora

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Si è appena verificata una serie di esplosioni a Bangalore [1], la capitale dello stato del Karnataka, nell'India centrale. Dalle prime voci raccolte sembrano sette gli ordigni fatti detonare in varie parti della città nell'arco di soli dodici minuti. Si è trattato di esplosioni a bassa intensità prodotte da bombe confezionate con gelatina. Una donna è rimasta uccisa e si contano al momento sei feriti. Bloccate in città le linee telefoniche per evitare il diffondersi di notizie distorte e interrotta anche la circolazione stradale. Ecco la testimonianza diretta diffusa da Sachin Uppal sul suo blog [2]:

Sul posto si è subito creato un assembramento di persone che chiedevano angosciate cosa stesse succedendo. Io però non ho visto molto. In giro c'erano molti poliziotti che cercavano di dirigere il traffico caotico e di smistare la calca.

Da circa un decennio Bangalore è una città con una crescita intensa ma pacifica. C'è tuttavia il sentore che tale crescita venga osteggiata da molti. L'episodio potrebbe rivelare un certo fermento politico o trattarsi addirittura di un atto terroristico. Comunque negli ultimi due anni questo è il terzo episodio del genere che si verifica in una città come Bangalore.

Uno studente dell’Indian Institute of Science [3] di Bangalore, iisc life [4], segnala che, pur setacciando il web in cerca di notizie, non sembra trovarne granché.
Il gruppo di Metroblogging [5] operante a Bangalore [6] rilancia informazioni sul luogo esatto in cui si sono verificate le esplosioni.
Keep Sakes [7] rileva l'inadeguatezza delle infrastrutture cittadine:

Già ci manca l'elettricità, siamo senza benzina, senza gasolio, non abbiamo infrastrutture, neppure marciapiedi asfaltati per transitare con l'auto (sì, perché qui di spazio non ce n'è, e allora le macchine finiscono sui marciapiedi), non piove, non c'è la metropolitana, non abbiamo neanche un nome vero e proprio per la città – ‘bangalore? bangalooru? bengaluroo? o cosa?’ e adesso ci mancavano giusto le bombe! Ma non bastava una città che si sta rovinando da sola? Con tutta questa confusione ci volevano pure ‘sti coatti a farci saltare per aria?

Vikas Sharma [8] parla dei mediocri sistemi di sicurezza presenti in città:

Prima o poi doveva comunque succedere. Blande misure di sicurezza, poco rigore nell'applicare le leggi e forze dell'ordine lassiste: tutto lasciava presupporre che prima o poi Bangalore sarebbe stata presa di mira. Ho cominciato a scrivere questo post non appena ho saputo della prima bomba esplosa vicino a Madiwala e adesso se ne contano già otto. Spero non sia il segnale di qualcosa di più grave. Dio ce ne scampi.

Giusto poco fa camminavo per quelle strade e ora sono contento di trovarmi in ufficio davanti al computer, pur sempre con l'ansia che una bomba possa esplodere qui vicino…

Hari Shenoi [9] parla dell'apprensione che stanno provando i suoi colleghi di lavoro.

Nayandahalli si trova nei pressi del mio ufficio ed è una delle zone interessate dalle bombe. L'esplosione è stata così vicina che la gente qua dentro è andata nel pallone. La tensione è palpabile, i cellulari non fanno che squillare e tutti chiamano i propri cari, sperando che si trovino in zone sicure oppure a casa, lontani dal pericolo.

Anche se i telegiornali (di Times Now [10]) dicono che è il settore dell'info-tech ad essere stato preso di mira, a giudicare dai luoghi delle esplosioni – Hosur Road, Koramangale e dintorni – è un po’ difficile crederlo, perché quelli che lavorano nel settore informatico stanno meglio di tutti, protetti come sono da stringenti misure di sicurezza dentro e fuori gli edifici in cui lavorano.

Diverse infine le persone che su twitter [11] rilanciano notizie sulle esplosioni. Jace [12] dice: “…pur trovandosi a poche centinaia di metri dall'esplosione più vicina, molti sono più sollevati dal fatto che la connessione internet abbia tenuto”. E l'utente blastnews [13] ci tiene in costante aggiornamento.

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