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Palestina: il giornalista Mohammed Omer viene premiato e poi pestato

Categorie: Israele, Palestina, Cyber-attivismo, Diritti umani, Etnia, Guerra & conflitti, Libertà d'espressione, Media & Giornalismi, Relazioni internazionali, Rifugiati, Tecnologia

Mohammed Omer [1] è un giornalista ventiquattrenne di Rafah [2], nella Striscia di Gaza. I suoi notevoli foto-reportage gli sono valsi il prestigioso premio Martha Gellhorn [3], ricevuto qualche settimana fa. Al suo rientro da Londra, però, Omer è stato arrestato dai servizi segreti israeliani (Shin Beit) [4], per poi riapparire l'indomani a bordo di un'ambulanza. Gli agenti israeliani hanno ammesso di averlo trattenuto per “contrabbando” [5], riferendo altresì come le sue ferite non fossero altro che conseguenza di una “caduta accidentale”. Le foto che documentano [6] il ricovero di Omer in ospedale hanno suscitato rabbia e preoccupazione tra i blogger.

Tra i primi a commentare la notizia DesertPeace, che si dice furioso [7] per il mancato risalto dato dai media a quest'episodio di cronaca :

Una settimana fa, il mio caro amico e fratello Mohammed Omer è stato torturato e quasi pestato a MORTE dai funzionari dei servizi di sicurezza israeliani.

Questa settimana, due bambini palestinesi sono stati uccisi a sangue freddo dalle forze armate israeliane. Altri otto sono stati feriti.

Avete letto qualcosa al riguardo tra i lanci della Associated Press?

NO!

Il blogger rimanda anche al podcast [8] con un'intervista a Omer.

Tra i successivi commenti, spicca quello di David Baldinger :

Il coraggio di Omer è encomiabile. Al posto suo, io non avrei retto ad un simile trattamento. Anche se la cosa è già di per sé grave, è altrettanto avvilente pensare come l'episodio sia seguito ai giorni felici che aveva appena trascorso all'estero. Non possiamo permettere che questa storia finisca qui: è una battaglia da portare avanti. Non c'è scusa o spiegazione che giustifichi il trattamento riservato a Omer. Magari da un evento tanto negativo si può cavare fuori qualcosa di buono. L'episodio rivela le bugie di un governo israeliano che non appare in grado di controllare le sue forze armate.

Infine, Munich – and a little bit of everything ha commentato [9] così il podcast:

Qualcuno, dopo aver ascoltato questo documento audio, ha dichiarato che da tempo non sentiva niente di così toccante. Nel podcast infatti Mohammed Omer, dal suo letto d'ospedale, parla con Nora Barrows-Friedman di Flashpoints [10], trasmissione del network statunitense Pacifica Radio. Recentemente la donna gli ha fatto visita in Palestina.

Si tratta di disumanità dell'uomo verso l'uomo. C'è solo da piangere.

Qui si può firmare [11] la petizione che chiede giustizia per Mohammed Omer.