Il Procuratore Capo della Corte Penale Internazionale (ICC), Luis Moreno-Ocampo, ha chiesto l'incriminazione del Presidente sudanese Omar Hassan Al Bashir accusandolo di genocidio, crimini contro l'umanità, e crimini di guerra commessi nella regione del Darfur dal 2003.
Ci siamo già occupati delle prime reazioni dei blogger africani. Sul radar di Global Voices Online continuano ad arrivare commenti e rilanci dal Sudan, dal Bahrain e un pò da tutto il mondo. Oggi daremo uno sguardo alle reazioni del Medio Oriente e del Nord Africa.
Scrive il blogger giordano The Black Iris, in risposta ai commenti secondocui la decisione dell'ICC comprometterebbe la sovranità nazionale del Sudan:
Forse i leader in tutto il mondo dovrebbero cominciare a preoccuparsi. Voglio dire, dopo tutto, l'ICC è un tribunale legittimo e imparziale, e la sua ricerca della giustizia è universale. Quindi, è solo una questione di tempo prima che vengano diramati mandati d'arresto per altri noti criminali di guerra e immagino che i primi invitati a visitare il tribunale dell'Aia saranno il Presidente Bush, Tony Blair, Donald Rumsfeld e Dick Cheney.
Mi chiedo quali siano i criteri seguiti.
Sarà forse il conteggio delle vittime?
Dal Bahrain, anche Mahmood's Den si interroga sui criteri seguiti dall'ICC per incriminare Al Bashir:
L'ICC chiede la testa di Albasheer, ma l'effervescente e indispensabile Lega Araba e la sua degna collega, l'Unione Africana, non lo permetteranno – e noi sappiamo perchè, vero? Ogni loro membro potrebbe essere il prossimo incriminato!
Il libanese Les Politiques propone il link di una intervista su Le Monde [fr] con Roland Marchal, sotltineando:
Per Roland Marchal, ricercatore in scienze politiche in Francia, il caso recente dell'ICC contro il presidente sudanese Omar Al-Bashir non ha fondamenti legali e sarà d'impedimento alle trattative di pace in Sudan, esacerbando le attuali tensioni ed incoraggiando tentativi di ribellione.
Anche Ali Alarabi, scrivendo per Mideast Youth, si mostra preoccupato dalla legittimità di tale incriminazione:
Ci sono infatti problemi legali che riguardano la legittimità dell'incriminazione, il possibile mandato d'arresto internazionale contro il Presidente Bashir e se egli possa godere o meno dell'immunità parlamentare. Il fatto che il Sudan non abbia firmato lo Statuto di Roma, che ha istituito la Corte Penale Internazionale, rende questa vicenda complicata dal punto di vista legale, poiché pone il problema se a questo tribunale debbano attenersi solo i Paesi firmatari e non altri come gli Stati Uniti, e se la risoluzione 1593 del Consiglio di Sicurezza, che è rilevante per il caso in questione, possa o debba implicare la rimozione dell'immunità per un capo di stato in carica oppure no.
A prescindere dalle crisi umanitarie sorte in seguito a questo conflitto, non dobbiamo dimenticare che il Sudan, in quanto Stato, ha tutto il diritto di preservare la propria integrità territoriale e prevenire che un qualsiasi gruppo locale o internazionale prenda il potere attraverso la lotta armata.
Il blogger conclude affermando che, senza considerare la richiesta d'arresto, il Presidente del Sudan ha qualche responsabilità:
Detto questo tuttavia, il President Bashir dovrebbe fare molto di più per aiutare il Paese a uscire da questa orrenda guerra, riportando in condizioni di parità il Darfur e le sue tribù sotto la giurisdizione del Sudan attraverso una risoluzione pacifica di questo tragico conflitto. Ma con questo mandato d'arresto, la comunità internazionale sta esasperando il problema e tutta la faccenda non può che peggiorare specialmente per tutte le vittime innocenti in Sudan.