Ossezia del Sud: Georgia, Russia e le elezioni americane

Il massiccio dispiegamento delle forze russe in Georgia rivela come le implicazioni politiche del conflitto tra il piccolo Paese del Caucaso del Sud e Mosca sulle richieste indipendentiste dell'Ossezia del Sud [en], si estendano a migliaia di chilometri di distanza, negli Stati Uniti, dove il prossimo 4 novembre si terranno le elezioni presidenziali. Alcuni sostengono che la crisi rifletta lo scontro tra Occidente e Russia, mentre le posizioni dei candidati americani vanno rapidamente imponendosi come argomento elettorale rilevante.

Mentre il candidato repubblicano John McCain assume una netta posizione anti-Russia, il candidato del partito democratico Barack Obama si mantiene più neutrale e richiama alla moderazione sia Georgia sia Russia. Elemento centrale del problema è il costante dibattito sulla politica estera e l'interesse dell'Occidente per le fonti energetiche della regione [en] unitamente al sostegno militare americano alla Georgia [en].

Across The Pond analizza altre cause [en] per il diverso approccio dei due candidati. Il blog, gestito da Deutsche Welle, chiede inoltre ai lettori di esprimersi in merito.

Qual è il motivo delle diverse reazioni di McCain e Obama? Come scrive Martin, i sostenitori di McCain ritengono si tratti della ‘opportunità del comandante in capo’. Aggiunge tuttavia Martin che anche la squadra di Obama la considera un'opportunità per dimostrare ancora una volta i suoi stretti legami con lobby particolari. Il suo consigliere in politica estera, Randy Scheuneman, ha esercitato pressioni in favore della Georgia dal 2003 fino a poco tempo fa.

E voi cosa ne pensate? Chi ha ragione sul conflitto Russia-Georgia, McCain o Obama?

Rendere questa faccenda una patata bollente è il punto della politica estera statunitense. The Washington Note accusa chiaramente gli Stati Uniti dell'attuale situazione.

Quando il Kosovo dichiarò l'indipendenza, riconosciuta da Stati Uniti e altri Stati europei – aggirando il veto della Russia al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – molti si resero conto che il prezzo da pagare, per ottenere la cooperazione russa in altri problemi rilevanti a livello globale, sarebbe diventato molto più alto, e che in larga misura era cresciuta non poco la possibilità di uno scontro sulle aree irredentiste ai confini della Georgia.

[…]

È possibile che Saakashvili abbia interpretato la visita del 10 luglio di Condoleezza Rice a Tbilisi e la conferenza stampa congiunta come un fermo sostegno del potere e della politica americana a favore della Georgia, e della relativa intenzione di riaffermare il controllo sulle province autonome. Il Presidente georgiano aveva fatto male i conti rispetto all'attuale potere americano nel mondo e alla nostra risolutezza ad affrontare direttamente la Russia — anche se Fred Hiatt e Anne Applebaum del Washington Post vorrebbero vedere una situazione ben diversa.

Mentre le radici del conflitto tra Georgia e Russia risalgono a parecchio tempo addietro, gli Stati Uniti hanno contribuito all'evolversi di quegli eventi che adesso minano i loro stessi interessi e la percezione del potere americano a livello globale.

Anche altri blogger iniziano a commentare le posizioni dei due candidati alla presidenza americana. The Carpetbagger Report ritiene allarmante la posizione di McCain.

Obama, che richiama alla moderazione, condanna “l'esplosione di violenza” e critica anche la Russia per aver “invaso lo stato sovrano della Georgia” e aver “violato la sovranità della Georgia.” La linea di Obama è sostanzialmente conforme a quella della Casa Bianca di Bush, dell'Unione Eurpea, della NATO e di altre potenze europee.

John McCain ha invece scelto una linea diversa che, come nota Smith, “lo pone in sintonia con i principi morali e l'eccezione americana proiettati dal primo periodo della presidenza Bush.”

[…]

Ma gli aspiranti Presidenti non dovrebbero scorgere le sfumature nell'affrontare una crisi internazionale? Dei candidati credibili dovrebbero essere capaci di riconoscere le zone grigie nelle regioni problematiche dell'Europa orientale. Degli aspiranti leader lungimiranti non dovrebbero precipitarsi nel dividere il mondo in buoni e cattivi.

[…]

Per chiarezza: se il candidato McCain è un indicatore affidabile di ciò che possiamo aspettarci dal Presidente McCain, la promessa repubblicana sembrerebbe ansiosa di esasperare la guerra in fieri e di inimicarsi la Russia.

Parecchie le questioni ballo al momento, ma per la campagna presidenziale si tratta di uno sviluppo assai importante. Ben Smith lo ha definito come un “momento cruciale” per i candidati presidenziali. E ancora una volta McCain si rivela alquanto inquietante.

Anche Donklephant appoggia la posizione di Obama.

Obama sostiene la Georgia, ma assume una posizione più diplomatica e cerca di non diffamare la Russia…
[…]
McCain è molto più diretto e non si fa problemi nel dipingere la Russia come il cattivo…
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Personalmente preferisco l'approccio Obama, perché è certo che nemmeno le mani della Georgia sono completamente pulite e persino il governo Bush lo ha ammesso…
[…]
Per farla breve, la posizione di Obama permette una maggiore flessibilità nei negoziati con la Russia, mentre quella di McCain traccia una linea netta sulla sabbia, con minacce vuote che la Russia potrebbe tranquillamente ignorare. Perché? Perché non faremo granché per difendere un Paese come la Georgia… non dopo che questa abbia tentato di conquistare la capitale dell'Ossezia del Sud ed è stata costretta alla ritirata dal travolgente potere militare russo. Si tratta di una vera e propria schermaglia locale con cui, posso garantirlo, gli Americani NON vogliono assolutamente avere nulla a che fare.

Anche Blogger Interrupted prende spunto dalla crisi in Georgia per discutere il caso della presidenza Obama.

[…] La Georgia potrebbe divenire il microcosmo del dibattito sulla politica estera, la politica Bush-McCain, caratterizzata da netti luoghi comuni, contro la serietà di Barack Obama, dominata da una ovvia e sempre maggiore inclinazione a negoziare. Le consequenze della situazione nel Caucaso potrebbero avere riflessi a lungo raggio, fino a divenire l'ennesima replica della diplomazia da cowboy che sfugge al controllo americano.
[…]
Vi ho già detto che Armenia e Azerbaijan confinano con l'Iran? E che sì, il maggior condotto di petrolio dell'Azerbaijan passa per la Georgia?

Se gli Stati Uniti giocano le loro carte come cerca di fare John McCain, nel Caucaso potrebbe verificarsi un effetto domino che provocherebbe un grande spargimento di sangue ed effetti inflazionistici sul prezzo del petrolio. Persino il governo Bush, sfinito e in liquidazione, la pensa diversamente da John McCain, e le sue affermazioni sono simili a quelle di Obama.

In conclusione, per porre fine a questa situazione è urgente e necessaria una diplomazia che sappia tenere gli occhi ben aperti. Se non si interrompe subito, nessuno sa dove potrà portare questo gioco. John McCain ha bisogno di compiacere quelli che vorrebberro la democrazia come ricostituente generale, sullo stile di Instapundit, ma in realtà ciò non proteggerà alcuna democrazia e potrebbe mettere in pericolo la democrazia in altre regioni oltre la Georgia.

E gli stupidi giochetti dalle conseguenze imprevedibili dei repubblicani sicuramente non ci hanno portato molto lontano, giusto?

The Elephant Bar non è d'accordo e sostiene che il conflitto tra Russia e Georgia metta in luce la debolezza di Obama in un momento di crisi internazionale:

Cogli l'attimo. Mostra agli Americani quanto è ristretta la statura di colui che, in un periodo bellico, vorrebbe divenire il futuro POTUS (Presidente degli Stati Uniti). Non ha niente da dire e non ha idea di come ci siamo ritrovati in questa situazione. […]

Non fraintendetemi. McCain non è un novizio e non sempre ha preso decisioni corrette. […] Semplicemente mi ritrovo nell'assurda posizione, causata dal mondo binario della politica americana, di dover scegliere tra un uomo che non ha idee e un altro di cui non condivido le decisioni.

Gli Stati Uniti si sono impegnati a sostenere la libertà e la democrazia in aree del mondo dove c'è poco di entrambe, e questa scelta ci ha portato in Georgia. Li abbiamo addestrati, armati e incoraggiati a entrare nella Nato. Ora la Russia impone rappresaglie. La Georgia è il nuovo Kosovo. Quello che accadrà in Georgia avrà conseguenze imprevedibili per l'Europa e gli Stati Uniti per molto tempo a venire. […]

Prairie Pundit ritiene semplicemente che il caso Ossezia del Sud riveli il “lato debole” di Obama

So che Obama sta seguendo la stessa posizione dell'amministrazione Bush, ma non era lui, quello che sosteneva si dovesse cambiare?

Contemporaneamente, The Russia Blog afferma che “McCain si sbaglia sulla Russia… e anche Obama.”

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