Palestina: la letteratura a Gaza è forse morta?

Striscia di GazaCon la morte di Mahmoud Darwish, il mondo arabo ha espresso il proprio cordoglio per la perdita di uno dei suoi più grandi poeti. Tuttavia alcuni palestinesi hanno espresso posizioni critiche su Darwish. Un blogger di Gaza non riesce a comprenderne il motivo, e chiede cosa sia successo oggi alla letteratura e alla creatività locali.

In un post dal titolo ‘Is literature and poetry and art “haram” in Gaza?’ [Letteratura e poesia sono forse “proibite” a Gaza?], A Seagull from the Shore of Gaza scrive:

لاحظت في الاونه الاخيرة هجوم بشع علي شاعر فلسطين محمود درويش في العديد من المواقع علي شبكة الانترنت وخاصة في المواقع التي تنطلق من غزه , دون وجه حق , ولا بناء علي نقد موضوعي او ادبي كما يجب ان يكون , ولكن فقط لانه كان في حقبة سياسيه معينه. فالادب العالمي والشعر هو ملك للبشريه جميعا , وهو ليس حكرا لدين او فكر سياسي او حزب , فهو اختزال شامل لتجربة شعب او تجربه عاطفيه لشخص يعبر فيها عن مكنون مشاعره وعواطفه بشرط ان تتوفر فيها العناصر الادبية واللغوية الصحيحة وان تصل الي قلب وعقل المتلقي , اما ان ربطنا الاسلام بالشعر العربي فنجد شاعر الرسول صلي الله عليه وسلم حسان ابن تابت وفي شعر حسان الكثير والكثير جدا مما يسجل هذه الأحداث والمواقف ومما يؤرخ لحياة الرسول الكريم , وكدلك كعب ابن مالك وعبد الله بن رواحة وغيرهم الكثير .
Nei giorni scorsi ho notato duri attacchi al poeta della Palestina, Mahmoud Darwish, provenienti da diversi siti web, specialmente quelli gestiti a Gaza. Tali attacchi non avevano una motivazione precisa, né erano basati su critiche oggettive e letterarie come avrebbe dovuto essere, ma dettati esclusivamente dal fatto che Darwish apparteneva a una certa area politica.
La letteratura e la poesia internazionale appartengono a tutta l'umanità, non sono monopolio di ideologie politiche, religiose o partitiche. Esse sintetizzano l'esperienza complessiva di un popolo o quella emotiva di un individuo, comunicando emozioni e sentimenti profondi – ovviamente utilizzando stili linguistici e letterari adeguati e cercando di raggiungere il cuore e le menti dei lettori.
Per quanto riguarda i legami tra Islam e poesia araba, abbiamo il poeta del Profeta, Hassan bin Thabit. Gran parte dell'opera poetica di Hassan riporta eventi, situazioni e la vita stessa del Nostro Profeta, così come la poesia di Ka'b bin Malik, Abdullah bin Rawahah e molti altri ancora.

Dopo aver brevemente esaminato la storia, l'ambientazione della letteratura araba e il modo in cui questa possa aiutare un popolo ad affrontare e persino a cambiare la propria vita, Seagull si sofferma sull'attuale situazione di Gaza:

اما شاعرنا محمود درويش رحمه الله فقد كان يعبر عن معاناة شعبه وتجربته في حقبة سياسيه معينه كغيره من شعراء فلسطين مثل سميح القاسم وفدوى طوقان وغيرهم الكثير , والشعوب تتباها بشعرائها وادبائها , ونحن في غزه نفعل عكس دلك …. لماذا ؟؟؟ والشي الغريب انه لا يوجد شعراء او ادباء او مبدعون في القصة القصيرة او في الرسم او في اي مجال ادبي اخر في قطاع غزه منذ عقود … لماذا ؟؟؟ حتي انه لا يوجد لدينا مسرح او دور للعرض السينمائي … لماذا ؟؟؟ ولا يوجد لدينا معارض سنويه للكتاب كما هو الحال في كل بلاد العالم … لماذا ؟؟؟
ادا يجب ان نعترف انه لدينا هنا مشكله في ثقافتنا وطريقة تفكرينا وان الاحتلال زرع فينا الخوف حتي وصلنا الي درجه لا نستطيع
ان نعبر فيها عن انفسنا , بل اننا نبدع في تحطيم ذاتنا وتشويه كل ما هو جميل … فما هو الحل ؟
Il nostro Mahmoud Darwish, possa riposare in pace, ha espresso la sofferenza della sua gente e l'esperienza di una https://it.globalvoicesonline.org/wp-admin/post.php?action=edit&post=266determinata epoca politica, così come hanno fatto molti altri poeti palestinesi quali Samih Al-Qasim e Fadwa Touqan. Di solito la gente è orgogliosa dei propri poeti e scrittori, noi invece a Gaza facciamo il contrario… perché??? La cosa strana è che nella striscia di Gaza per decenni non abbiamo avuto poeti, scrittori, artisti o persone creative in campo artistico… perché??? Non abbiamo nemmeno un teatro o un cinema… perché??? Non abbiamo un'esposizione annuale di libri come negli altri Paesi… perché???
Dobbiamo ammettere che qui a Gaza abbiamo dei problemi con l'espressività culturale e il modo di pensare, e che l'occupazione [israeliana] ha seminato una tale paura in noi che non siamo più capaci di esprimerci tramite la cultura ma abbiamo iniziato a distruggerci da soli, oltraggiando quel poco di bello che abbiamo… Qual è la soluzione?

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