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Africa: Citizen Journalism, un giornalismo per i cittadini

Categorie: Africa sub-sahariana, Sudafrica, Media & Giornalismi, Tecnologia

La scorsa settimana, 700 tra giornalisti, blogger, ricercatori, studenti e policy-maker di oltre 40 Paesi africani hanno preso parte a una tre giorni di discussioni, dibattiti e formazione nel corso della dodicesima edizione della conferenza Highway Africa [1] [in] a Grahamstown, in South Africa. Highway Africa è la conferenza più importante dedicata a per giornalisti e addetti ai lavori del continente. Il tema di quest'anno era “Citizen Journalism, Journalism for Citizens”.

La conferenza viene organizzata dalla Scuola di Giornalismo della Rhodes University [2] [in] con il sostegno di Absa, Telkom, Media Development and Diversity Agency, South African Broadcasting Corporation, Dipartimento delle Comunicazioni e MTN [multinazionale di telecomunicazioni attiva in 21 Paesi di Africa e Medio Oriente]. All'evento erano presenti blogger noti ed esordienti. Ecco di seguito alcuni dei post scritti dai partecipanti:

SNP English River discute il tema della conferenza [3] [in] rispetto al contesto mediatico delle isole Seychelles:

Il tema di quest'anno – citizen journalism, journalism for citizens – riveste grande importanza per le Seychelles.
Fino a che punto il giornalismo del nostro Paese serve all'opinione pubblica? [Siamo sicuri] che ogni giornalista delle Seychelles sia coscente del classico ruolo liberale [del giornalista, e cioè], informare, istruire e dire la verità ai poteri [costituiti] della società?

Nell'anniversario della nostra Costituzione, il tema mi ha consentito di riflettere a fondo sui [concetti di] cittadinanza e appartenenza. Essendo giornalista da più di quindici anni, sono ben consapevole dell'importanza cruciale dei media nella democratizzazione delle Seychelles. [Purtroppo] nel nostro Paese tendiamo a pensare che il Governo abbia il monopolio del buon senso.

Dan Gilmor ha presentato una relazione d'apertura [4] [in] a Highway Africa. Sul suo blog descrive così l'evento [5] [in]:

Mi trovo a Highway Africa, la conferenza annuale di giornalismo che riunisce i maggiori esperti di internet nel continente, a discutere di come rinvigorire il giornalismo africano. Questa è la mia terza visita al raduno, che si tiene a Grahamstown, in Sudafrica, ed è sponsorizzato dalla scuola di giornalismo della Rhodes University e dalla SABC, principale emittente del Paese.
Quest'anno il tema è il citizen journalism, che in Africa ha preso piede più lentamente che altrove – in parte a causa di una più lenta diffusione di internet – ma che ora genera sempre maggior interesse nei consessi più disparati. Tra questi, cui, ovviamente, ci sono le testate tradizionali, i cui esponenti continuano a sollevare questioni relative alla fiducia e alla credibilità, e alcuni hanno lasciato largamente intendere, in un sistema caratterizzato dall'endemico controllo governativo sui media, la necessità di introdurre qualche tipo di regolamentazione. Punto su cui mi trovo in rispettoso disaccordo, naturalmente.

All'evento Nick Haralambous è intervenuto sul Digital Media Business [6] [in], riportando poi la presentazione sul suo blog:

Ecco quanto ho appena detto a Highway Africa 2008.

Sim espone alcuni fatti basilari su Highway Africa [7] [in]:

Per me Highway Africa è assai importante, come anche per quanti in tutto il continente che si occupano di istruzione, ricerca e pratica giornalistica. Chiariamo alcuni fatti: la conferenza di quest'anno dura dall'8 al 12 settembre (inclusi). Si svolge per la 12.ma volta. Ogni conferenza si è tenuta in settembre. La conferenza del 2010 si terrà tra il 10 giugno e il 12 luglio, onde sfruttare l'interesse per i Campionati Mondiali di calcio [previsti in Sudafrica]. Highway Africa riunisce il maggior numero di giornalisti africani nel mondo! Quest'anno, si stima siano 800 i partecipanti, un gran bel passo avanti rispetto ai 65 presenti alla prima edizione del 1996.

Enoch Darfah-Frimpong descrive la cerimonia inaugurale [8]:

Nell'inaugurare la conferenza, il viceministro sudafricano per le comunicazioni, Radhakrishna Padayachie, ha dichiarato che i media hanno il compito di aiutare l'Africa a tenersi al passo con l'attuale ondata di innovazione digitale.

Il viceministro ha poi aggiunto che il governo ha la responsabilità di agevolare i comuni cittadini nell'accesso ai media digitali, implementando politiche quadro, regolamenti e ambiti giuridici appropriati, mentre ai media informare le masse sulle tecnologie di telecomunicazione.

Padayachie ha anche detto che il più grande ostacolo alla rivoluzione digitale africana è rappresentanto dall'infrastruttura scadente, citando come esempio gli enormi costi per l'importazione di sistemi a banda larga nella maggior parte dei Paesi africani.

Riguardo i telefoni cellulari, il viceministro ha reso noto i risultati di un recente studio della Nokia, secondo cui mentre il Sudafrica, ad esempio, è cresciuto fino ad avere la più alta concentrazione di tecnologia mobile al mondo, il costo degli apparecchi elevatissimo, e nel Paese è inevitabile produrre e sviluppare software [per cellulari] alquanto sofisticato.

Il viceministro alle comunicazioni ha perciò incitato i governi africani a collaborare con il settore privato, e la società civile e gli operatori mediatici a coinvolgere attivamente le popolazioni locali nello sviluppo delle tecnologie di comunicazione informatica [per dare il via] alla rivoluzione digitale.

Secondo Padayachie, la tecnologia ha trasformato le redazioni giornalistiche tanto quanto l'intero scenario dei media tradizionali.

Jean-Louis Kayitenkore pubblica il link [9] a un articolo del Mail & Guardian in cui si racconta della fama raggiunta dal video-blogger sudafricano Khaya Dlanga. Khaya ha vinto il premio per l'uso più innovativo di internet.

Khaya Dlanga, uno dei blogger più famosi di Thought Leader [10] [piattaforma blog del Sudafrica] nonché ‘vlogger’ assai apprezzato su YouTube, è stato incoronato vincitore del premio dedicato agli utilizzi più innovativi della Rete, nel corso della 12. edizione della conferenza Higwhway Africa, a Grahamstown.

Questo redattore pubblicitario trentenne è diventato un fenomeno globale grazie a YouTube, dove i suoi 117 video, che oscillano dal “folle allo stupido” (parole sue), gli hanno fruttato oltre tre milioni di contatti.

Tra i suoi video più visti ci sono “Ho smesso di fumare erba e sigarette quando avevo dieci anni” e “Sto per suicidarmi”.

Riflettendo sull'evento, Aasra Bramdeo si chiede: “Chiunque può fare il giornalista?” [11]:

Provare a trarre un quadro generale dai delegati a highwayAFRICA, l'incontro dei media a Grahamstown conclusosi il 10 settembre, non è certo un compito facile. Il tema di quest'anno era: CItizen Journalism, Journalism for Citizens. Ogni giornalista e accademico ha una propria opinione sul fenomeno che sta cambiando i connotati del panorama mediatico internazionale.
L'argomento fondamentale è questo: se i giornalisti esercitano la professione rispondendo a un certo codice di condotta, e se vengono loro garantite determinate tutele legali, le stesse andrebbero forse applicate anche ai citizen journalist?
Cisse Hamaye, responsabile dell'African Editors Forum (TAEF) del Mali, dice: “Quella del giornalista è una figura professionale che dovrebbe fornire informazioni fattuali e verificate, e pertanto va tutelata. Il giornalista ha maggiori responsabilità di altri”. Ma non sempre le cose stanno così in Africa…

Il viceministro sudafricano per le comunicazioni, Radhakrishna Roy Padayachie (…) ha parlato dell'importanza dei giornalisti nel [quadro della] rivoluzione digitale africana [12]:

(…) “Gli operatori dell'informazione hanno la grande opportunità di mobilitarsi, istruire e comunicare alla gente ordinaria il senso della Digital Migration [13] [in]”

Il Sudafrica ha già avviato l'implementazione della fase transitoria, dalla trasmissione analogica a quella digitale.

Insieme ad altre infrastrutture tecnlogiche, era questo uno dei requisiti imposti dalla FIFA per la scelta del Sudafrica come sede della Coppa del Mondo di calcio del 2010.

Il Direttore Generale del Dipartimento per l'Istruzione, Lyndall Shope-Mafole, ritiene che il Paese sia stato scelto anche grazie al processo di innovazione dell'infrastruttura tecnologica in corso di implementazione.

Oltre ai dibattiti e alle discussioni su media e tecnologia, i presenti si sono anche goduti il concerto di musica congolese [14] del gruppo Afro Fiesta:

I partecipanti alla dodicesima convention di Higway Africa sono rimasti ipnotizzati dagli Afro Fiesta, gruppo musicale della Repubblica Democratica del Congo (RDC), salito sul palco lunedì sera durante la cena organizzata dalla Associated Bank of South Africa (ABSA). Guidato da Mermans Mosengo Kenkosenki, il gruppo ha eseguito un repertorio che descrive la bellezza del continente africano. Kenkosenki si è detto lieto di aver partecipato a Highway Africa, aggiungendo: “Vorrei ringraziare la banca ABSA per averci sponsorizzato, consentirci di venire a suonare in questa serata dedicata all'Africa”. Il gruppo ha suonato musica tradizionale africana, dalla rumba alla kwasakwasa. Alcuni dei delegati a questa conferenza vengono da Paesi quali Kenya, Namibia, Malawi, Uganda, Nigeria, Senegal, Repubblica Democratica del Congo, Ruanda, Zimbabwe, Ghana e Zambia. Il direttore esecutivo dell'ABSA, Happy Nchingira, si è ha dichiarato entusiasta di essere al fianco di Highway Africa, e del contributo fornito allo sviluppo e alla crescita dei media africani.

Zoopy [15], sito leader per la condivisione di video africani, raccoglie alcuni video della conferenza [16].