Five Minutes to Midnight: dare ascolto alla voce dei giovani

Five Minutes to Midnight È dal giugno 2003 che l'ente non-profit Five Minutes to Midnight (FMM) [in] opera per dar voce ai giovani su temi legati a diritti umani e problematiche internazionali, specialmente nei Paesi in via di sviluppo. Il nome di questa organizzazione deriva dall'idea dell’orologio dell’apocalisse relativo agli anni della guerra fredda. Mirando a fornire ai giovani gli strumenti necessari, FMM pubblica riviste, organizza workshop e collabora con analoghe organizzazioni in tutto il mondo. Dopo cinque anni FMM ha già ottenuto buoni risultati. Ad esempio, nel 2007 ha organizzato dei workshop a Kibera [it] in Kenya che sono divenuti un album fotografico intitolato, appunto, Kibera [in]. Tutte le foto sono state scattate dai partecipanti. Global Voices ha fatto due chiacchiere con Wojciech Gryc [in], fondatore e responsabile di FMM, parlando del passato e del futuro del progetto oltre che degli strumenti disponibili online.

A cosa ti sei ispirato per creare FMM?

Nell’ottobre 2002 mia sorella è stata investita da un’auto ed è morta poche ore dopo l’incidente. Prima non ero particolarmente attivo politicamente né mi occupavo di diritti umani ma lo shock provocato dalla perdita di un familiare stretto mi ha fatto capire il valore della vita. Pochi mesi dopo è iniziata la guerra in Iraq. Non ero in favore del conflitto e la recente scomparsa di mia sorella mi ha fatto pensare che molte famiglie avrebbero presto vissuto lo stesso dolore. Dopo un periodo di profonda auto-riflessione, decisi di iniziare a parlare della guerra e delle questioni relative ai diritti umani. Poche settimane più tardi nasceva il blog “Five Minutes to Midnight” [cinque minuti a mezzanotte] che in seguito si è trasformato in un’organizzazione non-profit.

Tuttora traggo ispirazione da questi eventi. È molto importante fare domande e condividere le informazioni, e in questo la tecnologia gioca un ruolo chiave. È grazie alle domande e a un mutuo dialogo che noi, in quanto società, possiamo crescere ed essere più equanimi. Sapere che FMM dà il suo contributo in questa direzione è fonte di grande ispirazione.

Finalità di FMM è “creare un luogo dove i giovani possano condividere propri punti di vista e opinioni su temi legati a diritti umani e problematiche internazionali”. Come arrivi a loro e come riesci a raggrupparli? Utilizzi degli strumenti online?

FMM è iniziata come rivista online pubblicata mensilmente fino a gennaio 2008. Abbiamo raccolto le opinioni dei giovani via email — loro scrivevano gli articoli e ce li mandavano. Per la gestione dei pezzi abbiamo messo a punto un nostro sistema di base.

Nel corso degli ultimi anni abbiamo organizzato alcuni workshop insieme a vari partner, prevalentemente nei Paesi in via di sviluppo. Utilizziamo software libero e open source e computer riparati per organizzare iniziative giornalistiche a costi estremamente bassi che vengono poi gestite dai giovani o da strutture di piccole dimensioni. Non ripubblichiamo questi articoli, agiamo solo quale facilitatori per avviare progetti di comunicazione all’interno di una comunità.

Quali sono gli ostacoli che impediscono ai giovani nel mondo di condividere le proprie idee?

Direi che lo scoglio maggiore è rappresentato da atteggiamenti puramente “di facciata” e dalla mancanza di una presa di coscienza. Le tecnologie e gli strumenti per comunicare le proprie idee esistono, sono accessibili e disponibili gratuitamente, siti come Global Voices ne sono un esempio. Molte istituzioni, oggi, riconoscono la presenza massiccia di giovani nella società e fanno di tutto per “occuparsi” delle nuove generazioni. Le loro opinioni vengono regolarmente raccolte e sintetizzate nei resoconti pubblici, ma poi non si fa granché. È importante che i giovani non si limitino a esprimere il loro punto di vista, devono prendere una posizione affinché governi, istituzioni e imprenditori si rendano responsabili delle loro azioni e delle promesse fatte.

Ma quest'aspetto non è solo il risultato di una “filosofia di facciata” delle maggiori istituzioni. I giovani devono essere più informati sulle questioni che hanno a cuore — che siano politiche, scientifiche o di altra natura. Non devono limitarsi ad assumere una posizione su tali questioni, ma devono anche documentarsi e discuterne onde chiarirsi le idee.

Dopo cinque anni FMM ha un sito web, ha organizzato numerosi workshop, pubblicato una rivista mensile e una raccolta fotografica. Cosa viene dopo?

Siamo sempre alla ricerca di nuovi progetti e nuove idee. Fra i punti di forza di FMM c’è che siamo fortemente orientati alle esigenze dei nostri partner — oltre a promuovere le tecnologie a basso costo e la libertà d’espressione non abbiamo alcun programma politico e lavoriamo ovunque serva la nostra competenza. Puntiamo molto a nuove partnership da inserire nel circuito che abbiamo già creato in Paesi quali Ciad, Kenya e Nepal.

Ma oltre a proseguire l'attività formativa con i nostri workshop diventiamo sempre più rigorosi nell’analisi, nella ricerca e nella valutazione. Abbiamo già preparato una pubblicazione che presenteremo ad una conferenza sulla collaborazione interculturale del 2009 e ci auguriamo di continuare a dare un contributo sia ai gruppi all’interno delle comunità sia alle organizzazioni, documentando al contempo il nostro lavoro. Penso che molte istituzioni e molti governi possano imparare dal modello proposto da FMM e da strutture analoghe.

Blog, Flickr e altri strumenti mediatici online sono sempre più popolari fra i giovani di tutto il mondo. Ne avete utilizzato qualcuno per ampliare l’audience?

Sì, siamo molto attivi nel blogging, sia creando dei blog personali sia aiutando i volontari e le organizzazioni partner a gestire autonomamente il proprio sistema di contenuti su web. Grazie a servizi come Blogger.com e pacchetti software quali WordPress, è facilissimo aiutare la gente a realizzare un progetto base di comunicazione online. Questi strumenti hanno semplificato moltissimo il nostro lavoro.

FMM gestisce anche un progetto chiamato “Article 13 Initiative“ [in]: di cosa si tratta?

I nostri workshop internazionali si chiamano Article 13 Initiative perché si riallacciano all'Articolo 13.1 della Convenzione dei diritti dell’infanzia che recita: “Il bambino ha diritto alla libertà di espressione. Questo diritto comprende la libertà di ricercare, ricevere e divulgare informazioni e idee di ogni specie, indipendentemente dalle frontiere, sotto forma orale, scritta, stampata o artistica, o con ogni altro mezzo a scelta del bambino”.

Crediamo che tutti i giovani abbiano il diritto di esprimere un’opinione e facciamo del nostro meglio affinché ciò accada con l’ausilio di tecnologie a basso costo, workshop in loco e internet.

In che modo si può collaborare con FMM? Che tipo di partecipazione vi serve? Se qualcuno volesse contribuire cosa deve mandarvi (testi, foto, video)?

Accettiamo chiunque sia interessato a collaborare su base volontaria. Un punto cardine del mio modo di concepire il volontariato è che rappresenta un’occasione per imparare — ho creato FMM con una scarsa conoscenza delle organizzazioni non-profit ed è stato il modo migliore per apprendere di politica, del settore non-profit e di sviluppo internazionale. Mi fa piacere lavorare con persone interessate ad ampliare le proprie capacità o desiderose di conoscere posti nuovi. Chiunque volesse coinvolgersi su base volontaria, può scrivermi a:

wojciech@fiveminutestomidnight.org

Rispetto alle attuali esigenze, abbiamo bisogno di autori e ricercatori. Prepariamo parecchie proposte scritte e dobbiamo documentarci il più possibile su Paesi e organizzazioni partner. E se avete competenze tecniche — su web design, software open source o riparazione di computer — siete i benvenuti.

Siamo un’organizzazione fatta da persone sparse un po’ dovunque e non abbiamo problemi a lavorare con chi si trova dall’altra parte del mondo purché si riesca a mantenere il contatto via telefono, email o di persona.

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