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Ambiente: in Sudafrica la prima automobile elettrica

Categorie: Sudafrica, Ambiente, Economia & Business, Tecnologia

I blogger sudafricani sono stati veloci a occuparsi della prima automobile elettrica del Sudafrica. Sul blog Urbasprout [1] [in], Glen è stato tra i primi a pubblicare alcune foto del veicolo e informazioni su produttore, designer, caratteristiche tecniche e la data prevista per il lancio sul mercato. [2]

In passato, la durata della batteria è stato l'ostacolo principale delle macchine elettriche, ma ciò sembra destinato a cambiare. La Joule verrà infatti dotata di due gruppi di batterie al lithium-ion che le assicureranno un'autonomia di 400 km. Il tempo di ricarica sarà di circa 7 ore, per cui il veicolo potrà essere ricaricato nel giro di una notte. La frenatura contribuirà all'alimentazione della batteria, che accumulerà l'energia generata dal sistema di frenatura.

Per quanto concerne il luogo di produzione, Glen fa notare:

Si prevede che il 50% dei materiali della Joule saranno prodotti localmente e che il veicolo sarà commercializzato verso la fine del 2010 al costo di 200.000 Rand (circa 16.200,00 €). Probabilmente, il veicolo sarà prodotto nel Gauteng, ma sarà anche disponibile a Durban e a Città del Capo.

Laura del blog Treevolution [3] [in] rimanda a un articolo sulla testata IOL [4] [in] e cita la descrizione fornita da Edwin Naidu:

una compatta a sei posti che sembra un incrocio tra la Renault Scenic e la Citroen Picasso

La blogger aggiunge che il pubblico dovrà attendere l'Auto-show di Parigi a ottobre per vedere quest'automobile elettrica.

Carl di Greencars.za.net [5] [in] aggiunge qualche informazione in più sulla Joule, rispondendo a domande importanti in merito all'approvvigionamento elettrico previsto per queste macchine in Sudafrica.

Secondo uno studio indipendente condotto da Eskom, unico distributore di elettricità del Paese, la rete sudafricana è in grado di fornire energia elettrica a milioni di veicoli, senza per questo compromettere il servizio pubblico o richiedere strutture complementari. Eskom possiede un'enorme quantità di energia in eccesso tra le 11.00 di sera e le 6.00 del mattino, pertanto sarebbe consigliabile utilizzare questa fascia oraria per ricaricare il proprio veicolo. Inoltre, le auto elettriche richiedono solo il 20% dell'energia consumata dai veicoli tradizionali; ciò significa che le emissioni totali sono decisamente inferiori, pur se Eskom produce elettricità tramite il carbone. Con la tendenza globale a produrre energia sempre più pulita e rinnovabile, le emissioni totali generate dai veicoli elettrici continueranno a diminuire.

L'autore include ulteriori informazioni sulle batterie della macchina, sul sistema di frenatura, la carrozzeria, il computer di bordo, il sistema di propulsione, le prestazioni e le sospensioni.

Per ultimo, ma non per importanza, Rory di Carbon smart [6] [in] rammenta ai lettori che i fattori che “decenni fa hanno ucciso la macchina elettrica” sono tuttora validi. Si chiede fino a dove possa arrivare questa iniziativa locale. Cita il recente articolo della rivista Wired [7] [in] sul modello di commercializzazione delle macchine elettriche di Shai Agassi. Rory sottolinea come tale modello affronti il problema del risparmio energetico che previene una maggiore adozione delle macchine elettriche.

Il risparmio energetico è la principale difficoltà tecnica che impedisce la rapida adozione dei veicoli elettrici – soprattutto il peso delle batterie, e il tempo di ricarica – e tale modello cerca di superare queste difficoltà. Il punto è che le aziende potrebbero vendere elettricità insieme alle macchine. Si potrà stipulare un contratto che consenta di ricaricare il veicolo da una rete di punti elettrici o semplicemente cambiando le batterie. Le batterie sarebbero di proprietà del distributore di elettricità. La loro sostituzione rappresenterebbe il modo più semplice per eliminare i tempi di ricarica, nel caso occorra allungare la durata del viaggio per un'intera giornata, annullando quindi il bisogno di ricorrere a un costoso motore a combustione complementare. E se invece non si deve andare lontano, basta caricare a bordo poche batterie onde ridurre il peso. Il veicolo potrebbe essere gratuito con un contratto di cinque anni per chi viaggia parecchio, mentre gli altri potrebbero acquistarlo e rifornirsi di elettricità solo in caso di bisogno. Tutto questo vi suona familiare? Certo, si tratta del modello di contratto del telefono cellulare.