Una settimana dopo quanto già descritto sulla crisi nell'area di Goma, l‘emergenza rimane ancora grave. Segnala l’Unicef: “Se la situazione a Goma resta calma, seppur tesa, a Rutshuru i combattimenti sono ripresi violenti nella giornata di martedì 4 novembre, con duri scontri tra le milizie locali Mai-Mai e le truppe ribelli del CNDP di Laurent Nkunda: si teme che 37 bambini arruolati la scorsa settimana – 36 dei quali proprio dai Mai-Mai – siano stati usati in combattimento“.
Max Hadorn [in], capo delegazione della Croce rossa in Congo, afferma che
La situazione umanitaria è drammatica – nei campi di Kibati ho visto persone in condizioni di grave emergenza, tra cui tante donne, bambini e persone anziane.
E il Daily Nation [in], quotidiano kenyota, pubblica le dichiarazioni del leader dei ribelli, Nkunda, che minaccia di portare i combattimenti a ovest di Kinshasa, la capitale, se il governo rifiutasse di aprire un dialogo sul futuro del Paese.
Incurante degli interventi internazionali per mettere fine al conflitto nella Repubblica Democratica del Congo, Nkuda respinge le denunce nei suoi confronti mosse dai gruppi umanitari dicendo che “se ne frega della ICC” [la Corte Penale Internazionale]. “Non ho fatto del male alla mia gente … nessuno può rimproverarmi di nulla”, ha dichiarato il capo dei ribelli, fisico asciutto e un paio d’occhiali, nell’intervista rilasciata nel suo quartier generale in cima a una collina nella provincia di Nord-Kivu.
“Se rifiutano di negoziare significa che sono disposti a combattere e noi li combatteremo perché dobbiamo difendere la nostra libertà”, ha detto Nkunda, circondato da un paesaggio collinare verdeggiante che è valso a Nord-Kivyu il soprannome di “Svizzera dell’Africa”.
2 commenti
posso dire solo che siete arretrati e bugiardi
Dunque, l’articolo risale a un anno fa e le fonti citate, e linkate, sono autorevoli…