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Egitto: madre incriminata per un caso di mutilazione genitale femminile

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Egitto, Arte & Cultura, Diritti umani, Giovani, Salute

In un post del 23 maggio scorso intitolato Vittimizzazione di donne e bambini egiziani [1] [it], citavo quanto scriveva Fantasia [2] [in] – una ragazza che sogna un futuro migliore per le donne egiziane – parlando delle nuove norme in discussione a tutela dei bambini in Egitto. La prima di queste leggi intendeva

Proibire la pratica della Mutilazione Genitale Femminile [3] [it] (FGM, acronimo inglese) e considerarla un atto criminale perseguibile per legge.

I Fratelli Musulmani [4] [it] si sono opposti [5] [ar] sostenendo:

La FGM dovrebbe essere una scelta privata. Se i genitori desiderano preservare la “castità” delle proprie figlie in questo modo, questa è la soluzione per proteggerle e decidere cosa sia giusto per loro!

In estate il parlamento egiziano ha poi approvato la legge che penalizza la mutilazione genitale femminile, stabilendo una sanzione pecuniaria da 1.000 a 5.000 lire egiziane e una pena detentiva da 3 mesi a 2 anni per chiunque venga sorpreso a praticare la FGM. La legge non prevede la responsabilità dei genitori.

Il 7 novembre il quotidiano Al Masry Al Youm pubblicava un articolo [6] [ar] in cui si riferiva di una 14enne portata in ospedale per via di una grave emorragia dovuta a una di queste procedure andata male. In base alla suddetta legge, l'ospedale ha notificato il caso al procuratore generale.

Su Facebook, un gruppo chiamato STOP FGM [7] [ar] ha riportato la notizia nello spazio dedicato alla discussione, chiedendo ai lettori:

Chi sono i responsabili di tutto questo? La società con le sue false idee sulla religione? Il governo per non aver applicato la legge? I medici che hanno ignorato le loro responsabilità etiche? O forse dovremmo incolpare noi stessi – la minoranza illuminata – per non aver educato in maniera adeguata la gente?

Il 10 novembre, all'indomani della decisione del procuratore distrettuale [8] [ar] di processare la madre e il medico per la prima volta in Egitto, il creatore del gruppo su Facebook ha inviato il seguente messaggio agli iscritti:

Questa decisione infonde ottimismo. Quando Fayza Ahmed Hussein, la madre che ha approvato la procedura, e Ramadan Abdel Aziz, il medico che l'ha praticata, verranno processati e condannati per il tentato omicidio colposo della 14enne Reda Ashry Mohamed, allora molte madri si renderanno conto che potrebbero essere incrimante qualora volessero provare a fare lo stesso con le proprie figlie.