Siria: una blogosfera divisa.
Durante lo scorso fine settimana la blogosfera siriana è rimasta invischiata in un dibattito infuocato. La discussione sviluppatasi rispecchia le posizioni di alcune aree del dissenso siriano su un'ampia gamma di problemi fondamentali: identità, religione, stato e libertà individuale.
Il casus belli è costituito da un post pubblicato da Ahmad Edilbi [ar], in cui costui invitava pubblicamente qualche hacker a distruggere certi blog siriani a suo dire “immorali” [ar]:
[…]
فاسمحوا لي إذا بتوجيه دعوة لك شخص قادر على اختراق المواقع والمدونات بأن يقوم بمراسلتي لإعطائه بعض المواقع التي تحتاج إلى تدمير ..
[…]
Invito chiunque sia in grado di violare siti e blog a contattarmi via mail, in modo che possa inviare loro un elenco di questi siti che andrebbero oscurati.
La reazione al post è stata furibonda e molti sono stati i commentatori che hanno decisamente rifiutato la posizione dell'autore.
Per qualche giorno, l'incidente non ha raggiunto la parte anglofona della blogosfera – quella linguistica è una delle barriere della blogosfera siriana.
Il vero dibattito è iniziato quando Razan Ghazzawi [ar] ha rilanciato il post per fare un confronto tra blogger siriani ed espatriati [ar]:
ما معنى ان تكون اول مدونة سورية تدعو الى الغاء زملائها في التدوين السوري مدونة محلية باللغة العربية وذات خطاب ديني؟
Quale il senso di un blogger che per la prima volta chiede l'oscuramento di altri blogger siriani, quando trattasi di uno del luogo, di un blogger arabo con una narrativa religiosa?
Il post è stato poi ripreso da altri, e ciascuno ha considerato l'incidente da un punto di vista differente.
Dania di My Chaos [in] parla di quella che considera una febbre religiosa [in] che attraversa la società e, di rimando, anche la blogosfera:
Non m'importa, dopo tutto è sempre libertà d'espressione, ma alcuni scrivono cose che non rispettano la libertà d'espressione “altrui” e, cosa ben più grave, la attaccano anche. Qualcuno può aiutarmi a capire cosa sta succedendo? La nostra società si sta forse auto-ipnotizzando con la religiosità per negare una tragica realtà? È qualcosa di sistematico? O di caotico? Si tratta di concedere la libertà di associazione religiosa dopo decenni di controllo spietato? È una sorta di sistema immunitario contro l'ostilità dei media internazionali nei confronti dell'Islam? Di che si tratta?!
Abu Fares [in] esprime le riflessioni personali sull'attuale stato della blogosfera siriana [in]:
Il movimento siriano dei blogger è nato come grido di rivolta secolare/liberale nei confronti dell'autoritarismo politico. I primi scritti parlavano di libertà individuali, attaccavano il processo decisionale unilaterale dell'establishment politico siriano e sostenevano il pluralismo. In generale si trattava per lo più di post in inglese. Invece il trend attuale, in gran parte centrato sull'arabo, sembra caratterizzato da un'ampia corrente di fanatismo religioso. Non sempre questi nuovi arrivati si oppongono apertamente all'establishment politico, tuttavia ne condividono la visione/sogno comune di un risveglio islamico capace di sistemare quel che non va nel Paese e nel resto del mondo.
Il post ha dato vita a un dibattito e a decine di commenti.
Il confronto è stato ulteriormente ampliato con le diverse prospettive proposte da Dubai Jazz [in], Abu Kareem [in] e Ayman Haykal [ar].
Lo scambio infuocato evidenzia chiaramente alcune delle problematiche più urgenti e controverse che dividono la società siriana. L'impatto di internet e dei media in generale, le definizioni di libertà personale e di concetti quali Stato e Legge, le differenti correnti ideologiche che grosso modo propongono una visione secolare e una religiosa per il futuro.
Il dibattito mette inoltre in luce l'a mpia divisione esistente nella blogosfera siriana e l'isolamento dei vari gruppi tra loro. La discussione è rimasta quasi completamente limitata ai blogger che hanno familiarità con la lingua inglese (escludendo i commenti al post di Ayman [ar]), così come il dibattito sviluppatosi a seguito del primo post [ar] è stato ristretto quasi esclusivamente ai blogger arabi.
Pur se i blogger non rappresentano un'immagine quantitativamente fedele delle dinamche sociali siriane, tuttavia incarnano molti dei colori e delle correnti in circolazione e che, talvolta, finiscono per scontrarsi in tale società.