Arabia Saudita: giovane attivista alle prese con la condanna sociale

L'Arabia Saudita è una società conservatrice, e quando qualcuno compie un'azione che sfida le convenzioni sociali, non sono solo loro a dover affrontare dure critiche ma anche le famiglie. Recentemente, una giovane attivista di nome Amna Fatani è stata vittima di una simile condanna e alcuni blogger sauditi le vanno offrendo sostegno morale.

Amna FataniAhmed Al-Omran, autore del blog Saudi Jeans, ha scritto una lettera ad Amna Fatani – e per conoscenza all’intera società saudita [in]:

TO: Amna Fatani
CC: Arabia Saudita

Sebbene abbia sostenuto che la censura non funziona più, essa è ancora presente nella vita di questo Paese. Purtroppo però, quella del governo non è l'unica forma di censura a cui dobbiamo far fronte e resistere. Ce n'è un'altra più difficile da combattere: la censura sociale.

Nella nostra società profondamente conservatrice e conformista, ogni tentativo di essere diverso viene disapprovato se non rifiutato completamente. Ti viene richiesto di pensare, parlare e persino sembrare come tutti gli altri. Se osi dire o fare qualcosa che non si conforma al senso comune, allora stai semplicemente cercando guai. Non solo le tue idee verranno derise ma sarai attaccato personalmente e i tuoi genitori saranno accusati di non averti cresciuto come si deve.

Pensate che ciò sia sbagliato? La situazione peggiora dieci volte di più se sei una donna. In questo caso, non c'è nemmeno bisogno di esprimere un'opinione diversa. Per qualcuno il solo fatto di essere una donna può bastare per denunciarti, perché per questa gente le donne sono esseri secondari da tenere in armadi bui, lontano dalla luce della vita pubblica. Sono sicuro che avrete sentito la storiella del ‘gioiello’ molte volte prima d'ora.

Ecco perché quando Amna Fatani ha lanciato poco tempo fa una campagna per la tutela dei siti di rilevanza storica, suo padre ha ricevuto degli SMS pieni d'odio che lo accusavano di non avere senso del pudore. La scorsa settimana la Fatani è apparsa su un quotidiano locale indossando una keffiyeh [it] palestinese in occasione del Forum dei Giovani anglo-sauditi a Jeddah. Ancora una volta ha dovuto affrontare reazioni simili. Il primo commento di un lettore è stato: “prima di tutto, fate in modo che si copra e si preoccupi della sua religione.”

Mi dispiace che tu abbia dovuto sopportare tutto ciò Amna, ma se ti può consolare, sappi che non sei sola. Quando AlArabiya.net ha pubblicato la mia intervista con la Reuters un paio di anni fa, la gente ha fatto molti commenti sgradevoli, dandomi del “marmocchio occidentalizzato e viziato” e del “ritardato” per citarne qualcuno. Sicuramente, non mi ha fatto piacere ma la mia pelle è molto più dura adesso. Talvolta non sono solo gli estranei quelli che cercano di abbatterti. Molti parenti mi hanno suggerito di “lasciar perdere le stupidaggini” che vado facendo. Comunque tu sei fortunata perché hai una famiglia che ti sta vicino ed è davvero orgogliosa di te.

Dunque, cara Amna, ogni volta che ti capita una cosa del genere, ricordati che non sei sola e che siamo tutti con te. Siamo giovani e non ci divertiamo per niente. Siamo impazienti e determinati. Non ci faranno stare zitti e non ci faremo intimidire. Faremo sentire la nostra voce e vinceremo. Aprite le vostre menti e i vostri cuori. Date ascolto alle voci più fresche.

Un caro saluto,

Ahmed

Anche il fratello di Amna, Raf Fatani, ha pubblicato sul proprio blog una lettera indirizzata a un giornalista del quotidiano Arab News: [in]

Le scrivo per sottolineare il modo in cui mia sorella (una donna saudita), che ha a cuore le sorti del Paese e della sua religione, sia stata attaccata da certi commenti. Poco tempo fa è apparsa su un quotidiano saudita per la campagna di conservazione dei siti di rilevanza storica che sta portando avanti. Subito dopo mio padre (docente universitario di una certa importanza) ha iniziato a ricevere messaggi razzisiti (SMS) e altre minacce. Lo rimproveravano di non avere il senso della vergogna e cose del genere. […] Questa gente vuole scoraggiare le giovani donne saudite come mia sorella dal fare la cosa giusta e far sentire la propria voce. Fortunatamente mia sorella è davvero ostinata e continuerà a fare la cosa giusta, ma a volte lei e le persone che le stanno attorno finiscono per soffrire. Sono davvero orgoglioso di mia sorella e le faccio i miei complimenti!

Amna ha commentato il post di Saudi Jeans, rispondendo a una sua domanda [in]:

Mi piacerebbe poter dire che una buona parte delle famiglie sostiene i propri membri, uomini o donne che siano. Ma questo non è un messaggio che noi donne possiamo inviare da sole, dobbiamo unirci per questo obiettivo e lavorare tutte insieme. Per quanto riguarda il fatto che far sentire la propria voce non è parte della soluzione, direi invece che è una GROSSA parte, poiché in Arabia Saudita dire la propria è stato tabù per molto tempo, dunque anche solo cambiare atteggiamento è già un grosso risultato. Tra l'altro, sul fatto di dire la verità, non è forse questo il modo in cui il messaggio dell'Islam si è diffuso nel mondo? È giunto il momento di unirsi e lavorare fianco a fianco per migliorarae la nostra buona società.

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