A Cuba, la connessione a internet è difficile e limitata. Tra la popolazione civile soltanto gli stranieri che risiedono permanentemente a Cuba, i giornalisti che lavorano per i media ufficiali e i funzionari di alto rango di aziende miste pubblico-private possono avere un proprio acconto: ciascuno di loro deve sostenere un esame a cui segue una verifica della “condotta politica”, rispetto ai membri del partito comunista o a coloro che, tramite l'uso di internet, dimostrino un'incondizionata fede ideologica.
Esistono degli acconti anche presso sedi istituzionali e imprenditoriali da cui si può accedere a internet, ma in misura limitata, e tutte le informazioni vengono diligentemente verificate da un server. Anche da questi acconti è comunque bloccato l'accesso a siti quali Gmail e Yahoo. Medici, artisti, studenti universitari e pochi altri hanno accesso alle Intranet dei rispettivi istituti, delle reti interne cubane, e all'email con dominio .cu, e alcuni hanno accesso a destinatari internazionali. Costoro possono accedere alla propria email da casa o dal lavoro, in base alla posizione ricoperta, mentre altri raggiungono Internet tramite un proxy.
Negli hotel, si può accedere a Internet da postazioni pubbliche in cui i costi di connessione vanno dai 5 agli 8 pesos cubani convertibili l'ora [it], equivalente a 120-200 pesos cubani comuni [it], cioè la metà di uno stipendio mensile medio.
Soggetti a queste condizioni, i blogger a Cuba hanno caratteristiche particolari:
- Scrivono da siti bloccati, come nel caso dei blogger di Desde Cuba [sp], che seguono i propri blog solo tramite un proxy e non possono gestirli da Cuba, così degli amici all'estero si incaricano di pubblicare post, creare link e di tutto ciò che concerne l'amministrazione del loro blog.
- Pubblicano su piattaforme quali WordPress o Blogger, come nel mio caso: generalmente, neppure chi ha un blog può accedervi, né legalmente né illegalmente, ma quando ciò accade (un amico che ci ospita a casa sua, una postazione pubblica) riusciamo ad amministrare il blog. Il problema è che non abbiamo abbastanza tempo online, la connessione è assai lenta, il tempo disponibile sull'acconto non è sufficiente oppure l'accesso è sporadico. Abbiamo inoltre bisogno di qualcuno all'estero a cui inviare tramite email il post, le foto, i link e qualsiasi altra cosa desideriamo pubblicare.
- Ci sono dei blogger che non hanno il computer e lavorano da casa di qualche amico. Alcuni hanno dei blog completamente anonimi e pubblicano tramite altri blogger nel Paese, i quali ricevono i post via email. In genere non riusciamo a leggere i commenti, e nel mio caso degli amici mi fanno avere i testi in altri formati (chiavette USB, CD) inclusivi dei commenti, conseguenza vedo il mio blog più o meno 24 ore dopo la pubblicazione di ciascun post, a volte anche più tardi.
Riepilogando, non possiamo partecipare ai commenti né pubblicare ogni giorno, e spesso non ci è possibile amministrare i nostri blog. Nonostante queste difficoltà, la blogosfera alternativa cubana è in crescita: ci sono sempre più blog sotto pseudonimi, o con pseudonimi, ma tutti sappiamo chi è il blogger, come nel caso di Pia Mc Habana [sp], scritto da Orlando Luis Pardo Lazo; e altri che dall'anonimato sono usciti allo scoperto, come Sin Evasión [sp], il blog di Miriam Celaya.
Per tutti questi motivi, Yoani Sánchez di Generación Y [sp] ha deciso di organizzare degli incontri tra blogger. Purtroppo abbiamo dovuto rivedere le modalità del primo meeting a Pinar del Río poiché la polizia ci ha convocati per metterci in guardia sulle conseguenze [it]. Reinaldo Escobar di Desde Aquí [sp], marito della Sanchez, ha poi riportato le risultanze dall'incontro con la polizia, secondo cui i blogger erano “esclusi da qualsiasi dialogo con le autorità cubane.”
Dal momento che non siamo interessati a finire in carcere, ma piuttosto a continuare a pubblicare, ne abbiamo cambiato il concetto da “incontro pubblico” in quello di “raduno itinerante”. E, come spiega Miriam Celaya di Sin Evasión, ci si ritroverà in località sempre diverse [sp]:
Porque de eso se trata: de un itinerario que nos comunique y nos una, de una vía permanente de intercambio de experiencias, de defender un fragmento del ciberespacio que nos pertenece a todos por derecho propio y que la voracidad e impotencia de las autoridades pretende disputarnos, tal como se demostró en la prohibición expresa a reunirnos en Pinar del Río, donde se celebraría la inauguración de este encuentro. Si alguien pensó que con semejante gorilada iban a impedir nuestro encuentro, ya debe haberse convencido de lo contrario.
Perché di questo si tratta: di un itinerario attraverso il quale comunicare l'uno con l'altro e che ci unisca, un percorso costante di scambio di esperienze, in cui difendere un pezzo di ciberspazio che appartiene di diritto a noi tutti. La voracità e l'impotenza delle autorità, che vorrebbero bloccarci, si sono rivelate con il divieto al previsto raduno di Pinar del Río. Se qualcuno pensava che tale brutalità avrebbe impedito di riunirci, meglio che impari a ragionare diversamente.
Foto di Claudia Cadelo
Gli argomenti più discussi finora sono stati, naturalmente, la difficoltà di pubblicare post, l'accesso alla tecnologia e l'etica del blogger. L'aspetto più importante di questi raduni è la possibilità di aiutarsi reciprocamente, condividere le informazioni, conoscersi l'un l'altro e imparare dalle diverse esperienze negli sforzi per tenere in vita i nostri blog. È stato inoltre lanciato un concorso per i blog cubani intitolato “Una Isla Virtual”, come spiega Yoani Sánchez a proposito del raduno [sp]:
Once participantes, entre ellos siete autores de bitácoras, nos reunimos en lo que –lúdicamente– llamamos un “café blogger”. Comenzamos con el texto de Andrew Sullivan ¿Por qué bloggeo? y las preguntas superaron a las certidumbres obtenidas de nuestra breve experiencia en Internet.
Discutimos la convocatoria al concurso Una Isla virtual, cuyo premio gordo será la laptop que me gané en el certamen Bitacoras.com. Alguien sugirió la idea de invitar a todos los bloggers del mundo que quieran darse un saltico por el encuentro semanal que iremos realizando a lo largo de un año. A ellos les recomendamos también colaborar con manuales, libros y programas para este intercambio de conocimiento.
Undici partecipanti, inclusi sette autori di blog, hanno dato vita a quel che – allegramente – chiamiamo un “blogger coffee”. Siamo partiti dal testo di Andrew Sullivan, “Why Do I Blog?” e le domande hanno superato i dubbi relativi alla nostra breve esperienza su internet.
Abbiamo discusso della convocazione per il concorso Una Isla virtual, il cui primo premio sarà il computer portatile che ho vinto nella gara di Bitacoras.com. Qualcuno ha suggerito di invitare tutti i blogger globali vogliano partecipare ai raduni settimanali che terremo nel corso del prossimo anno. Raccomandiamo inoltre di contribuire con manuali, libri e programmi per questo scambio di conoscenza.
Questa la lista dei blog e siti [in spagnolo] presenti all'ultimo incontro, oltre che di alcune risorse e presentazioni [sp] proposte da alcuni partecipanti:
- Generación Y
– Desde Aquí
– Habanemia
– Sin Evasión
– Pia mc habana
– La Colmena
– El Blog de Dimas
– Octavocerco
– Convivencia
– Retazos