- Global Voices in Italiano - https://it.globalvoices.org -

Iraq: una tranquilla giornata elettorale

Categorie: Post popolare, Primo post!, Medio Oriente & Nord Africa, Iraq, Elezioni, Governance, Guerra & conflitti, Politica
vote.jpg
Il Ritorno del Dito Viola [1] di saminkie

.

Il giorno delle elezioni è volato: sembra che la giornata sia stata pacifica, anzi, si potrebbe definire come l'evento nazionale più noioso dall'inizio della guerra. È quanto sostiene Najma nella sua lunga digressione [2] [en], che si conclude così:

L'altro ieri è esplosa un'autobomba nei pressi di casa nostra, ma ci avevano avvisato, ce lo aspettavamo, così i danni sono stati ridotti (solo una finestra). Grazie a Dio, non ci sono state perdite umane.

Oh, mi sono quasi dimenticatadi cosa volevo parlare in questo post :)

Finalmente ieri sono riuscita a votare per qualcosa senza dover combattere (nello specifico, l'elezione del Consiglio Provinciale di Ninevah). Ero emozionata, mi sembrava di essere uno studente impreparato a un'esame, e nel seggio mi sono sentita stupida: stavo per infilare la mia carta d'identità nell'urna, al posto della scheda elettorale, non sapevo quale dito mettere nell'inchiosto e infine mi sono quasi portata a casa la matita! ma ALLA FINE CE L'HO FATTA e ho votato! Ora ho un dito viola, ogni volta che lo vedo mi chiedo come mai, poi mi ricordo.

Cosa ne pensano gli altri blogger?

Niente Tigri di Carta [3] [in] di Layla Anwar.

Non sono comunista,
nè marxista-leninista,
nè socialista
o baathista,
non sono certo nazionalista
e neppure pan-araba
forse, più sì che no,
mi sento una trotskysta

tutta sola, trotterello e me ne vo
adoro la solitudine,
starmene in disparte
nella natura selvaggia…

In una giungla di tigri di carta
maoista non son per nulla.

Studio le etichette
solo per farle a fette
una dopo l'altra…

Sapeste il piacere che mi dà…

Non sono nemmeno poetessa,
l'inchiostro ormai si secca
le pagine scricchiolano…
come fossero legna da ardere
in un camino…

Ti siedi e sai
che sei qui,
lì,
ovunque…

Tu sei di qui,
di un posto che si trova
sospeso a malapena
tra le fiamme,

Non hai razza
nè religione
nè nazionalità,

Sei oltre
ogni pezzo di carta,

ogni tigre di carta…

Adoro l'umiltà che si prova
nell'esser nessuno,
solo una voce solitaria
nel freddo,

Solo Tu ed Io
su questo sentiero,
un sentiero
senza nome…

Uno dei primi blogger iracheni, Salam Pax [4] [it], è tornato in Iraq e ha ripreso a scrivere sul blog. Racconta di essersi riunito con i familiari per provare a capire [5] [in] per chi bisognasse votare:

In Iraq ci sono 18 province, e ciascuna di queste elegge un suo consiglio. La provincia principale è quella di Baghdad, con 57 consiglieri. Il numero di candidati è altissimo… ci sono 2371 candidati nella sola Baghdad. Il numero totale in tutto l'Iraq arriva all'incredibile cifra di 14.400.

La confusione creata da queste migliaia di candidati è tale da farti pensare all'astensione in segno di protesta…

Non riesco a smettere di pensare ‘ma chi è questa gente?’ posso assicurarvi che la maggior parte dei15 milioni di elettori iracheni sta pensando la stessa cosa.

Le ultime due volte che si sono tenute le elezioni legislative, era molto più facile: in tutto il Paese si candidavano gli stessi partiti e le stesse persone. Stavolta, invece, la situazione cambia di provincia in provincia, e provare a capire in cosa crede ciascuno di questi 14 mila candidati non solo è difficile, ma impossibile.

Se Salam trova confuse le elezioni, Last of Iraqis le considera sospette: [6][in]:

Ieri, un candidato indipendente ha telefonato durante un dibattito su un canale locale iracheno, per parlare di una norma davvero strana: se una lista non riesce a raggiungere la soglia di sbarramento, allora tutti i voti ottenuti vengono ridistribuiti alla “lista grande”. Allora, chi è che decide quale lista è grande, quale è piccola? È assurdo, immaginate che io vada a votare per una lista laica, questi non superano la soglia, perchè mai i miei voti dovrebbero essere assegnati a un partito di fanatici islamisti? Ma che razza di senso ha?…

Qualche giorno fa, parlavo con un mio parente che aveva letto l'intera lista di candidati del Primo Ministro Almaliki. Siamo morti dalle risate…Nella lista c'è il nome del candidato, il numero di lista e il titolo di studio…. A guardare la casella del “titolo di studio” si trovano cose davvero mirabolanti: uno dei candidati è un “futuro dottore”!!! In un altra c'è scritto: “Suo padre è dottore”!!! Un altro candidato è un vero dottore (l'elenco dice: medico), ma chissà, che tipo di medico? … Oh Dio, abbi pietà di noi.

Ma Hammorabi si mostra più ottimista [7] [In]:

Queste sono elezioni importanti che ridisegneranno la conformazione politico/demografica in maniera assai diversa dalle scorse elezioni. Infatti il processo democratico in Iraq ha fatto ottimi passi avanti. Ora i cittadini iracheni vogliono dare il voto a quanti hanno le proposte migliori sui servizi e sulla qualità della vita. È sicuramente un approccio più maturo rispetto alle scorse elezioni, dove i temi dominanti erano etnici e settari. Ora tutti vogliono realizzare il cambiamento, il che è sicuramente positivo e indica un certo grado di maturità. Possiamo dire che, più o meno, è andato tutto liscio, con un maggiore grado di libertà rispetto alle scorse elezioni, è un modo più responsabile di rispettare le scelte individuali senza pressione.

Intimidazione

Due blogger hanno parlato di minacce e intimidazioni tra schieramenti opposti. Leila Fadel parla di tre candidati [8] [in] uccisi prima delle elezioni, e scrive:

Le elezioni provinciali sono sabato, e il numero dei candidati va diminuendo. Oggi ne sono stati uccisi tre: uno a Mosul, uno a Baghdad e uno nella provincia di Diyala. Qui uno quasi se lo aspetta. Nei giorni precedenti ne erano stati uccisi altri due.

Un fatto del genere farebbe notizia negli Stati Uniti. Qui rientra nei resoconti delle violenze del giorno. Va meglio che in passato, è un grande miglioramento rispetto all'anno scorso, ma si tratta pur sempre di spargimenti di sangue.

Fatima ha un amica che si è candidata al consiglio di Baghdad. Il giorno prima delle elezioni, qualcuno ha fatto fuoco da una macchina in corsa davanti casa, uccidendo la cognata. Fatima scrive [9] [in]:

Questi folli devono darsi una svegliata, mettere fine a quest'idiozia della strategia fatta di terrore, morte, che diffonde solo paura. Devono capire una volta per tutte che Dio non è con loro, non può stare dalla parte della violenza, dell'omicidio, della morte, non può volere tanti orfani, tante vedove, tanta idiozia.

Cosa si dice per strada, il giorno delle elezioni

Shaggy è andato a votare [10] [in], ma ha dovuto fare tutto il giro del quartiere prima di trovare un seggio che lo accettasse:

Alla fine, siamo riusciti a trovarlo, ma continuo a non capire perchè abbiano dovuto mandarci dall'altra parte del quartiere, mentre c'erano almeno due sezioni elettorali più vicine.

Ho scelto di andare a votare solo all'ultimo minuto… Ma non credo proprio che qualcuno di quella lista verrà mai eletto. Ciò che mi indispettisce ancora di più è che, mentre me ne andavo da un seggio all'altro, mi sono accorto di un cartello che annunciava la costruzione di una banca al posto di un parco pubblico situato nel mezzo di una zona residenziale. È vero che al momento il parco è in stato di abbandono, ma ha un sacco di potenziale…… È anche il posto dove mi sono fatto la prima canna.

Saminkie dice di aver apprezzato la giornata [1] [in]:

Mi sono svegliato alle 11, stamattina. Wow… mi sento proprio bene. Me la prenderò con calma, oggi… ho finito il caffè, mi sono vestito e sono andato a votare. Il mio nome non era nell'elenco dei votanti nella prima scuola, nè nella seconda: mi hanno detto di andare a chiedere in un terzo seggio, poco distante. Me ne sono andato un pò rattristato, con la paura che non l'avrei trovato; eppure alla fine ci sono arrivato, e ho esclamato: “Eccolo!”

Nell'aula, dove si votava, c'erano delle belle donne. Tutti sorridevano, erano gentili, un'atmosfera celestiale… Ho votato, e mi hanno detto “Grazie”. Anch'io ho risposto “grazie” ho sorriso e me ne sono andato. C'erano molte famiglie a passeggio, tutti contenti… Padri e madri con le dita sporche d'inchiostro. È lì che ho visto arrivare [il mio amico]: ci siamo salutati, baciandoci sulle guance, come facciamo noi iracheni. L'ho accompagnato a votare e l'ho aspettato. Lui non m'ha chiesto per chi avessi votato, nè gliel'ho chiesto io. Abbiamo idee politiche diverse, e [non farci queste domande] è il nostro modo per dimostrarci rispetto. Poi, siamo tornati indietro insieme, parlando dei tempi passati, di come era bello il nostro quartiere, e della nostra speranza di vederlo tornare all'antico splendore, sentendoci orgogliosi delle nostre dita viola.

Il giorno delle elezioni, Caesar of Pentra pareva indeciso sul da farsi [11] [in]:

A essere sinceri, non ero sicuro di voler votare quest'anno per diverse ragioni:

a. Non avevo in mente nessun candidato particolare. Non mi convince la gran parte dei partiti, nè dei candidati delle liste elettorali.

b. Ero scettico suonestà e imparzialità delle elezioni. Si dice che nelle scorse elezioni del 2005 ci siano stati molti brogli, fino al 30% del totale.

c. Il divieto di circolazione a tutti gli automezzi, e il seggio più vicino era a circa 2 chilometri.

d. Non volevo una stupida macchia d'inchiostro sul dito

In tutta sincerità, [alla fine] ho pensato che non partecipare al processo “democratico” sarebbe stato uno spreco. Se poi voglio criticare l'operato del Governo, del Parlamento, o delle autorità locali, devo almeno aver partecipato a una parte del processo, vale a dire aver votato per il partito, o il candidato, da me preferito. Ma per dirla davvero tutta, è che mi sentivo così f****tamente annoiato, che ho pensato sarebbe stata una grande idea uscire a prendere un pò d'aria in una così bella giornata d'inverno assolata.

E così, sono andato a votare, e ho sbarrato la stessa casella di quattro anni fa. Ho votato per i laici, che l'ultima volta non hanno ottenuto molti seggi. Spero proprio che quest'anno vincano. Anzi, vorrei vincessero tutti coloro che hanno intenzione di fare il bene dell'Iraq.