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Nuova Zelanda: proteste online bloccano la nuova legge sul copyright

Categorie: Nuova Zelanda, Cyber-attivismo, Governance, Libertà d'espressione, Protesta, Tecnologia

Buona parte della blogosfera politica della Nuova Zelanda ha chiuso i propri siti web per mezza giornata lunedì 23 febbraio per protestare contro una legge sul diritto d'autore che potrebbe imporre agli ISP (Internet Service Provider) di scollegare gli utenti che scaricano materiale pirata come film o musica.

Sito web oscurato

Anziché leggere analisi e commenti, i visitatori di molti blog neozelandesi sono stati accolti con una schermata nera fissa e le seguenti parole in bianco: ‘Questo sito Web è oscurato’.

Sabato 28 febbraio è prevista l'entrata in vigore della sezione 92A della Legge sul copyright.

Questo sito Web è stato oscurato volontariamente per protestare contro questa legge, che sarà usata per scollegare i neozelandesi da Internet in base ad accuse contro violazioni del diritto d'autore, senza un processo e senza prove esaminate da un tribunale.

Le schermate di oscuramento, distribuite dal Creative Freedom Foundation [1] [in], continuano spiegando che i download illegali e le violazioni del diritto d'autore non andrebbero condonati, ma un processo imparziale e corretto è uno dei diritti umani e la proposta di legge, per come è scritta, ha il potenziale di punire in modo irragionevole gli utenti di Internet. (Qui una buona discussione [2] [in] sulla legalità della sezione 92 della Legge per l'emendamento del copyright.)

La protesta sembra aver funzionato dato che il Primo Ministro John Key ha annunciato [3] [in] che sospenderà la proposta per un mese per cercare di raggiungere un compromesso con gli ISP e i detentori del copyright. Se non si arriverà una soluzione, la sezione 92 verrà eliminata.

Tuttavia, Key ha rilevato [4] [in] che Paesi come l'Australia e il Regno Unito attualmente applicano disposizioni simili alla sezione 92. Un giorno, alla Nuova Zelanda potrà essere richiesto di rispettare le regolamentazioni internazionali.

Prima dell'inizio della protesta, è stato fatto notare che questo gruppo di blogger eclettici e politicamente divergenti non sarebbero sati d’accordo su nulla – tanto meno su una legge all'esame del Parlamento. Tuttavia, l’atteggiamento dopo l'annuncio della sospensione della sezione 92 era in gran parte festoso.

Da No Minister [5] [in]:

Dire che rappresentiamo una vasta gamma di punti di vista è riduttivo. Normalmente siamo in disaccordo su tutto. Anche e=mc^2 può essere considerata qualcosa di ampiamente discutibile sui nostri blog.

Così il fatto che ci si unisca tutti insieme, nell'intero spettro politico, per condannare S92A della Legge sul copyright dovrebbe trasmettere un segnale di quanto sia sbagliata questa legge. Una legge che potrebbe vedere la gente perdere accesso a Internet in base ad accuse infondate non dovrebbe aver posto nello statuto della Nuova Zelanda.

Da Big News [6] [in]:

Questo è cosa succede quando un gruppo di persone attiva una protesta virale, ottiene forte sostegno ed entra nei media tradizionali prima di mezzogiorno e nei giornali australiani e all'ordine del giorno del governo.

Consideriamo un attimo la funzione dei media sociali su questo tema:

Da Oliver Woods [7] [in]:

Ciò che è realmente stupefacente è il fatto che la maggior parte dei media stia attribuendo la sospensione della legge alla campagna online ‘Blackout’ coordinata dall’eccellente Creative Freedom Foundation [8] [in]. L’occasione ha creato un'improbabile coalizione di attivisti online da destra a sinistra … l’oscuramento su larga scala dei blog e dei siti web ha dimostrato l'influenza che possono avere i cittadini-giornalisti online ed i bloggers. Ciò conferma il fatto che i siti Web stano diventando una parte estremamente importante della società civile capace di parlare con voce unitaria quando si ritiene minacciata.

Egli quindi continua spiegando perché i media sociali non dovrebbero sorprendersi dalla risposta di John Key:

Pochi politici in Nuova Zelanda hanno compreso il potere dei social media (blog, social network e così via). John Key e una manciata di intellettuali del partito nazionale sono l'eccezione. Il 2007 e il 2008 hanno visto il partito nazionale creare con successo delle comunità di sostenitori su Facebook, inclusa una campagna su vasta scala di attivisti e sostenitori che incoraggiavano a unirsi al sito. Guardando la pagina iniziale del partito Nazionale [9] [in] si nota quanto stiano prendendo sul serio i media sociali. Per vedere come la campagna di tesseramento dei membri del partito Nazionale sta funzionando su Facebook e i 12.000+ amici di John Key basta andare sul suo profilo [10] [in].

Oswald Bastable's Ranting [11] [in] trova strano che alcuni giornalisti radiofonici – e altri addetti dei media tradizionali – minimizzano i blogger perché non altro da fare che “pubblicare opinioni su certi argomenti per poi starne a discutere.”

Questi tipi ammetteranno mai che la loro recriminazione su di noi è per il fatto che non siamo membri stipendiati e dotati della tessera dell’unione dei giornalisti?

E per dare credito a chi lo merita – che piacevole cambiamento è avere il potere di essere realmente ascoltati! Alcuni hanno sostenuto che questa sarebbe stata una distrazione da argomenti più pressanti, ma davvero – ce ne siamo occupati ed è stata una rapida decisione esecutiva!

Tuttavia alcuni blogger pensano che la morte della sezione 92 dell’emendamento della legge sul copyright sia stata notevolmente esagerata. L’industria musicale della Nuova Zelanda – come altrove – sostiene di essere notevolmente danneggiata dalla pirateria. Secondo dati dell'industria, 95 canzoni su 100 scaricate da Internet in Nuova Zelanda provengono da fonti illegali.

The Inquiring Mind segnala un articolo di Computerworld [12] [in] che contiene una recente lettera dell’industria musicale della Nuova Zelanda (e trapelata all’esterno) secondo cui una versione molto simile alla sezione attualmente sospesa potrebbe essere approvata nell'immediato futuro.

Da Adam Smith su The Inquiring Mind [13][in]:

La lettura dell'articolo e della lettera fornisce poco conforto ad Adam sul fatto che sarà raggiunto un risultato accettabile per quanti hanno protestato, sempre che venga concordato un Codice di condotta accettabile per la RIANZ [Associazione dell’industria discografica della Nuova Zelanda].

Il suo sospetto è che il ritardo annunciato per l'accordo in corso sul Codice di condotta significa che la legge sarà implementata qualora si raggiunga un accordo su tale Codice di condotta. Tutto ciò significa secondo Adam che un Codice di condotta, qualsiasi Codice di condotta, sia accettabile per il governo.

Questo non l'obiettivo che si prefiggeva la campagna, secondo Adam.