Recentemente Aegis Trust [1] [in] ha diffuso un video dove vengono raccolte le testimonianze di quattro uomini che dichiarano di aver preso parte alle violenze e ai massacri in Darfur, che non esitano a definire genocidio. Il video è disponibile su The Hub [2] [in] e ci auguriamo che la gente lo faccia girare per diffonderne le notizie:
Gli uomini – il cui viso è oscurato per preservarne l’anonimato – sono ex soldati dell'esercito sudanese e della milizia Janjaweed [it]: uno era un ufficiale superiore del dipartimento finanziario dell’esercito sudanese, l’altro un alto comandante Janjaweed, un terzo era un soldato della fanteria Janjaweed e infine un soldato sudanese.
Nel video spiegano il modo in cui il governo reclutava la milizia Janjaweedd, dava loro armi e rifornimenti e come ne copriva gli attacchi ai villaggi dichiarando che si trattava di scontri fra militari e ribelli, e non era l’esercito che attaccava i civili.
Il video è disponibile con sottotitoli in tedesco [3], in arabo [4], e in francese [5].
Secondo il comunicato stampa di Aegis Trust per la ONG Human Right First [6] [in], il video potrebbe rivelarsi estremamente utile al Tribunale Penale Internazionale per spiccare un mandato d’arresto nei confronti del presidente del Sudan, il generale Omar al-Bashir [it]:
Dal 2003 almeno 300.000 civili sono morti in Darfur e milioni sono stati costretti a spostarsi dopo gli attacchi della milizia nota come “Janjaweed” (i diavoli a cavallo). Le dichiarazioni degli autori – confermate da osservatori internazionali – rivelano che durante le uccisioni, gli stupri, i saccheggi e gli incendi i Janjaweed erano sostenuti dall’esercito e dalle forze aree sudanesi. Ma il governo sudanese ha sempre negato ogni responsabilità sulle atrocità commesse in Darfur e anche oggi sostiene di non aver nulla a che fare con i Janjaweed.
Però gli autori di questo filmato – alcuni dei quali ne parlano pubblicamente per la prima volta – raccontano una storia ben diversa.
Il video è disponibile anche qui:
Gli autori delle atrocità in Darfur rompono il silenzio [7] [in]
in un video su Aegis Trust [8] [in] su Vimeo [9][in].
Minifoto ricavata da una foto di [10] Nicolas Rost/UNHCR, caricata da hdptcar [11] [in]