Tajikistan: energia elettrica razionata, problemi esacerbati

Fino a poco tempo fa, la maggior parte del Tajikistan era quasi senza elettricità: solo 6 ore al giorno. Ma almeno ciò che arrivava in quelle 6 ore era stabile. Ora la situazione si è aggravata.

A inizio anno il Turkmenistan ha tagliato l'elettricità al Tajikistan a causa di una disputa in corso fra i due Paesi sui prezzi di transito.
neweurasia scrive quanto segue [in] sull'attuale disputa:

L'Uzbekistan esige il 10% di dei 0,03 dollari per kilowatt pagati dal Tajikistan al Turkmenistan. Lo stato sul Mar Caspio ha in appalto la fornitura di 1,3 miliardi di kilowatt d'elettricità al Tajikistan per dicembre 2008-gennaio 2009. Il Turkmenistan ha sospeso l'esportazione di energia elettrica nella fase di negoziazione [delle tariffe] di transito fra i Tajiki e gli Uzbeki. Non essendo stato raggiunto alcun accordo, le esportazioni non sono riprese.

Nel frattempo, Barqi Tojik, detentore del monopolio sull'energia elettrica, informa che a partire dal 27 gennaio tutte le principali città, inclusa [la capitale] Dushanbe, verranno sottoposte al razionamento dell'energia elettrica. La notizia colpisce parecchio in quanto lo scorso autunno il Presidente Rahmon aveva assicurato la popolazione della capitale e delle altre principali città che non vi sarebbe stato alcun razionamento.

neweurasia ha pubblicato [in] i dettagli generali del piano di razionamento per Dushanbe:

Da adesso Dushanbe verrà rifornita di elettricità solo per 15 ore al giorno. Gli orari precisi non sono stati ancora stabiliti, ma molto probabilmente la città non avrà corrente per 6 ore durante la notte (fra le 23 e le 5 del mattino) e per 3 ore nel corso del giorno.

La notizia è stata ripresa dalla maggioranza delle testate. Per il momento tuttavia Dushanbe ha ancora energia elettrica; si presume Barki Tojik abbia deciso di utilizzare l'acqua rimasta nel bacino di Nurek per generare energia.

La decisione iniziale di Rahmon voleva favorire le popolazioni urbane: ci sono molti complessi di appartamenti in città che sono difficili da riscaldare durante l'inverno. Al confronto, le abitazioni nelle aree rurali dispongono di [forme di] riscaldamento alternative quali legna, carbone, ecc. Riteneva che l'elettricità dal Turkmenistan sarebbe bastata a superare l'inverno. Le cose però cambiano rapidamente nel mercato energetico dell'Asia Centrale.

Michael Hancock su Registan ha seguito gli ultimi sviluppi; si chiede confuso [in] cosa stia accadendo esattamente:

L'Uzbekistan ha interrotto l'erogazione di gas al Tajikistan, e ora il Turkmenistan non manda l'elettricità. Personalmente, considero assai confuso il sistema d'infrastrutture dell'Asia Centrale. Grazie all'Unione Sovietica, inizialmente le repubbliche erano interdipendenti. Forse l'intenzione era quella di favorire l'obiettivo sovietico di unità e solidarietà, ma ora tutto ciò complica le cose quando un Paese decide di tagliarne fuori un altro.

Matt Stone su The Global Buzz ritiene che i recenti sviluppi in Asia Centrale si inseriscano in un più ampio conflitto fra la Russia e l'Occidente. Seguendo il suo ragionamento, al fine di impedire la partecipazione dei Paesi centro-asiatici esportatori di energia alla costruzione del metanodotto Nabucco, la Russia si è accordata con loro per acquistare gas a prezzi superiori – “prezzi Europei”.

Che Stone abbia ragione o meno, è chiaro che la decisione della Russia ha provocato una reazione a catena: l'Uzbekistan ha stabilito quest'anno di alzare i prezzi del gas per il Tajiksitan e il Kyrgyzstan da 145 a 240 dollari. Stone legge [in] la decisione dell'Uzbekistan e del Turkmenistan di interrompere simultaneamente l'erogazione di gas ed elettricità come un segnale al Tajikistan:

Il Tajikistan e il Kyrgyzstan sono le fonti della maggior parte di acqua potabile e acqua irrigua in Asia Centrale. Sia il Turkmenistan che l'Uzbekistan dipendono abbondantemente dalle acque discendenti dalle alte montagne del Tajikistan e del Kyrgyzstan per irrigare le immense coltivazioni di cotone, [bene] d'esportazione cruciale per entrambi i Paesi. Le pressioni congiunte sul Tajikistan potrebbero far passare il messaggio che [Turkmenistan ed Uzbekistan] possano influenzare Dushanbe nel caso in cui questa limiti il flusso delle acque a valle.

Il Tajikistan si trova in questo momento ad avere scarsità di elettricità e gas. Ciò compremette la stabilità sociale, politica ed economica dell'intero Paese. Se non si ripristina in breve tempo l'importazione di elettricità dal Turkmenistan, il Tajikistan verrà travolto da una catastrofe umanitaria.

Post disponibile anche su neweurasia [in].

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