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Telefonia mobile per migliorare l'assistenza sanitaria nei Paesi in via di sviluppo

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Mobile Phone Up Close
Tre fondazioni hanno deciso di collaborare per offrire un'assistenza sanitaria migliore mediante l'uso di telefoni cellulari e tecnologia informatica. In particolare, queste iniziative basate su tecnologia mobile sono finalizzate a migliorare i servizi sanitari nei Paesi in via di sviluppo.

I telefoni cellulari vengono attualmente impiegati nei servizi sanitari per diffondere informazioni sull'HIV/AIDS e per ricordare alla gente di vaccinarsi. La scorsa settimana, la Fondazione Rockefeller, la Fondazione delle Nazioni Unite e la Fondazione Vodafone hanno dichiarato di voler sostenere tali progetti attraverso la costituzione della Mobile Health Alliance [1] [in] (o mHealth Alliance in breve). L'Alleanza, annunciata nel corso del Mobile World Congress [2] [in], sosterrà progetti che utilizzano la tecnologia mobile per scopi sanitari e collaborerà con gruppi pubblici e privati per sviluppare ulteriormente queste iniziative. Il programma punta a far leva sull'ampio uso dei telefonini nei Paesi in via di sviluppo – dove gli utenti di cellulari raggiungono il 64% della popolazione.

Erik Hersman, blogger di White African, discute [3] [in] l'ampio interesse che i servizi sanitari mobili vanno riscuotendo tra le fondazioni e gli enti non-profit, mentre il Social Justice Blog applaude questa partnership [4] [in], scrivendo:

“Ecco quel tipo di responsabilità sociale d'impresa che fa piacere vedere – la tecnologia che risponde a un'impellente esigenza sociale… la mHealth Alliance utilizza la tecnologia per offrire medici virtuali a quanti vivono in zone rurali, soprattutto in India, Uganda e Sudafrica.”

Nel corso della conferenza, la mHealth Alliance ha anche diffuso uno studio intitolato mHealth for Development, [5] [in] che prende in considerazione tutti quei programmi nei Paesi in via di sviluppo che utilizzano la tecnologia mobile per promuovere l'assistenza sanitaria pubblica. Il rapporto esamina 51 programmi attualmente in fase di definizione o che saranno implementati nel prossimo futuro in 26 Paesi, rivelando come tali programmi siano diffusi prevalentemente in India, Sudafrica, Uganda, Perù e Rwanda. 3G Doctor Blog elenca [6] [in] tutti i 51 progetti e aggiunge dettagli sullo studio:

“Sto scrivendo dal Mobile World Congress di Barcelona durante la presentazione di un rapporto che tenta di definire il concetto di “salute mobile”, descrive a grandi linee il potenziale offerto dalla telefonia mobile per migliorare l'assistenza sanitaria nei Paesi in via di sviluppo, identifica blocchi funzionali per la realizzazione di programmi di salute mobile sostenibili, scalabili e di comprovata efficacia, dimostra gli importanti incentivi per tutti coloro che parteciperanno a questa “catena del valore della salute mobile”… la ricerca lancia inoltre un appello per la creazione di un ente globale indipendente per stimolare la collaborazione multisettoriale e panregionale al fine di incrementare il potere trasformazionale di reti e dispositivi mobili volti al miglioramento dei servizi sanitari in tutti i Paesi in via di sviluppo.”

Il rapporto pone al centro dell'attenzione progetti quali il Project Masiluleke (o Progetto M) [7] [in] in Sudafrica, un servizio basato sugli SMS che promuove una linea verde dedicata all'AIDS e offre informazioni utili sul tema HIV/AIDS. Il SIMpill project [8] [in] è un altro programma attuato in Sudafrica, che utilizza un flacone di pillole dotato di sensore con una scheda SIM che informa gli operatori sanitari tutte le volte che i loro pazienti si dimenticano di assumere la medicina per la tubercolosi. La percentuale di quanti assumono i farmaci è passata dal 22 al 90% grazie a SIMpill, il cui uso è diffuso anche in Tailandia. In Perù è stato lanciato un altro progetto intitolato Cell-PREVEN [9]. Mahmud Hussein descrive il progetto [10] [in] sul suo sito:

“Gli investimenti in iniziative di salute mobile, come quella intrapresa di recente in Perù, intitolata Cell-Preven, dovrebbero continuare a crescere, ovvero quei progetti in cui un'équipe di salute mobile, costituita da un piccolo gruppo di professionisti medici e lavoratori addestrati, viene inviata per selezionare le comunità. Grazie a queste iniziative, gli abitanti di quei luoghi possono effettuare dei check-up, sottoporsi sul luogo a test per identificare la presenza di malattie quali la malaria e la tuberculosi, ricevere assistenza per il trattamento delle infezioni trasmesse sessualmente e assistenza medica per le prostitute. Le équipe comunicano con i medici di altre zone via satellite o tramite internet/telefonini (se disponibili), onde condividere le informazioni e offrire maggiore assistenza in tempo reale.”

Nick Hunn, blogger di Creative Connectivity, accoglie con favore [11] [in] il rapporto sulla salute mobile, dichiarando che lo studio mostra le diverse modalità in cui la tecnologia mobile può tornare utile.

“Questo è il motivo per cui il rapporto “Medico a portata di mano” è da accogliere positivamente. Esso evidenzia l'assenza di un modello specifico da seguire. Ogni Paese, citato a mò di esempio, rivela dinamiche e gruppi di clienti assai diversi. In un Paese gli utenti principali potrebbero essere i ragazzi, nell'altro le madri. In tutti i casi, tuttavia, gli utenti apprezzano il servizio e lo trovano utile.”

Al di là di ogni promessa, c'è chi mostra prudenza sul potenziale offerto dalla tecnologia mobile per migliorare i servizi sanitari. Un commento in calce a un post relativo alla mHealth Alliance sottolinea [12] [in] come la tecnologia non sia ancora in grado di sostituire l'esperienza di essere curati da un medico reale. Arun Pal Singh afferma:

“L'assistenza medica è spesso incompleta senza il contatto fisico tra il medico e il paziente. Se da una parte può sembrare che l'utilizzo di questa tecnologia sia leggermente vantaggioso, in realtà i Paesi in via di sviluppo trarrebbero maggiori vantaggi se fossero in grado di formare il proprio personale medico e paramedico.

Nulla può sostituire l'istruzione.”

Foto del primo piano di un cellulare [13] di Samantha Celera [14] su Flickr.