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Russia: “Lettera mai spedita” sull'inefficienza del sistema sanitario

Categorie: Europa centrale & orientale, Russia, Cyber-attivismo, Diritti umani, Economia & Business, Governance, Lavoro, Salute

Quella che segue è la traduzione parziale di un post [1] [ru] sul sistema sanitario in Russia – una caustica “lettera non spedita” al Presidente russo, scritta il 22 febbraio dall'utente di LiveJournal sobe-panek. Il post figura tra i Top 30 del portale Yandex Blogs ed è stato citato da alcuni media russi.

[…] C'è una città chiamata Yelets nella regione di Lipetsk. E nella città di Yelets sorge l'ospedale municipale n°1, in cui è situato un reparto di emodialisi e chirurgia gravitazionale del sangue. L'unico ospedale della città, comunque. Fino a poco tempo fa, il reparto disponeva di una propria stanza per i pazienti e rimaneva aperto 24 ore su 24. Per questo motivo, medici e infermieri venivano pagati extra, oltre a ricevere il proprio stipendio di base: per i turni di lavoro notturni, i giorni festivi e i week-end. Provate a immaginare a quanto ammontava la fattura totale. Troppi soldi, un orrore. […]

E così in estate (comunque prima delle notizie ufficiali sulla crisi), il reparto sanitario della regione di Lipetsk ha trovato un modo per far risparmiare un po’ di soldi alla madrepatria. Innanzitutto, hanno chiuso la stanza del reparto di emodialisi, quindi hanno cancellato i turni notturni, quelli della domenica e dei giorni festivi.

Naturalmente, quegli irresponsabili dei malati hanno iniziato a lamentarsi. Come prevedibile, vengono colpiti da crisi di insufficienza renale acuta non soltanto nei giorni lavorativi dalle 8 alle 17 ma anche la notte e nei giorni festivi. E hanno iniziato a gridare che una persona con problemi renali, soggetta a un attacco nel corso di un sabato sera, difficilmente riuscirà ad arrivare al lunedì mattina senza emodialisi. E hanno citato come esempio il recente decesso di una ragazza di 20 anni, tanto per suscitare un sentimento di profondo dispiacere nei loro confronti, ovviamente…

Ok, questa ragazza è morta, non è riuscita a passare il week-end. E allora? Forse che il mondo sia andato gambe all'aria?

Anche se i pazienti cronici di questo reparto dell'ospedale municipale di Yelets muoiono, il mondo non se ne preoccupa affatto, perché, a dire la verità, questi pazienti occupano un posto al sole per niente. Giudicate voi stessi, chi ha bisogno di questi poveri disabili che trascorrono anni ad aspettare un trapianto renale (che non otterranno mai) – nessuno ha bisogno di loro. Oppure gli altri pazienti di questo reparto – i tossicodipendenti dopo un'overdose. Questi sono la feccia della società, chi ha bisogno di loro? E tutti quelli soffrono di diverse intossicazioni? Avvelenamento da funghi o qualcos'altro. Perché hanno bisogno di essere curati? È tutta colpa loro: state attenti a quel che mangiate e bevete.

E non sto parlando solo dei pazienti con insufficienza renale cronica, caro presidente. Se costoro conducessero una vita sana, votassero per la Russia Unita, non partecipassero alle manifestazioni dei dissidenti, non leggessero tutti quegli strani articoli senza senso dell'opposizione e non firmassero ogni sorta di lettera (di difesa e di protesta), i loro reni sarebbero malati? Certo che no.

Allora, durante l'estate il personale medico di questo reparto è stato esonerato dalla responsabilità dei turni notturni, dei week-end e dei giorni festivi. Che cosa farebbe qualunque persona normale in queste condizioni? Rallegrarsi! E loro, il personale medico, che cosa stanno facendo? Sono indignati. E si nascondono dietro gli interessi dei pazienti.

Di fatto, quello che ha veramente indignato i medici professionisti sono i tagli agli stipendi. Di quale entità? Ah, una sciocchezza.

Prendiamo l'esempio di mia sorella, Anna, che lavora come infermiera presso questo reparto e vanta 20 anni di esperienza […] – prima che la crisi […] iniziasse, guadagnava circa 5.000 rubli [approssimativamente 200 dollari al mese all'epoca]. E ora ne guadagna 3.380 [approssimativamente 100 dollari]. Qual è la differenza, quindi? Nessuna differenza! Per lei guadagnare 3.400 o 4.300 rubli è la stessa cosa, quando il costo dell'alloggio che deve sostenere è di 4.200 rubli [al mese]. Anche se Anna guadagnasse poco più di 5.000 rubli, le rimarrebbe appena qualcosa per comprare il cibo del gatto.

Se fossi capo del Reparto Sanitario regionale di Lipetsk, non darei al personale medico più di 1.000 rubli al mese. Perché gliene occorre di più? Per sopravvivere fino alla pensione?

Consideri, caro presidente, quanti soldi potrebbero essere risparmiati se applicassimo tutto questo a livello nazionale. Innanzitutto, tutti il personale medico sparirebbe, seguito a ruota dai loro pazienti. Lo Stato si arricchirebbe immediatamente come per magia grazie ai […]: a) soldi trattenuti dagli stipendi; b) soldi risparmiati sulle pensioni d'invalidità non pagate; c) pensioni; d) trattamenti gratuiti… (Sì, sì, gratuiti – e che cosa pensavate? Non conosco la situazione degli altri reparti di questo ospedale, ma in questo reparto di emodialisi i pazienti cronici sono curati gratuitamente!)

Ma continuiamo a contare: attrezzature, diversi tipi di dispositivi medici, guanti e siringhe, metri quadrati di edifici occupati da alcuni reparti inutili o persino interi ospedali.

Perché mai il Paese ha bisogno di cliniche oncologiche se il cancro è incurabile?

Perché il nostro orso a due teste – eh, scusate, di nuovo un lapsus – la nostra aquila – si dovrebbe prendere cura di tutti quei disabili cronici, se non sono più utili allo Stato? E per quale motivo dovremmo aver bisogno di bambini malati? Meglio metterne al mondo degli altri, in buona salute…

Caro presidente, […], ascolti attentamente l'opinione della gente comune. E presti attenzione all'esperienza all'avanguardia del Reparto Sanitario regionale di Lipetsk. Vede, forse, non solo riusciremmo a superare questa maledetta crisi, ma saremo anche in grado di uscirne con qualcosa in tasca.

[…]

Aggiornamento. Ho scritto questa lettera ed ero sul punto di spedirla (non a LiveJournal, naturalmente, ma più in alto), ma all'ultimo momento ho deciso di avvertire mia sorella.

L'ho chiamata. L'ho messa in guardia.

Mi ha detto: “Sei pazza? Mi licenzieranno.”

E allora ho fatto, che ti licenzino. Che cosa perderai? Tremila rubli? Non è uno stipendio, è un'umiliazione. Sono pronta a pagarti 5.000 rubli, giusto per impedire loro di metterti i piedi in testa.

E mia sorella ha risposto: non capisci niente. AMO TANTISSIMO IL MIO LAVORO. Non posso farne a meno. Non ha nulla a che fare con il mio stipendio…

Maledizione!

L'unica cosa che si può fare è scrollare le spalle. Ci si potrebbe perfino rallegrare. Per il Paese. Per il suo presidente. E, a parte, per il Reparto Sanitario regionale di Lipetskt. E per i medici di Yelets. E, naturalmente, per i pazienti di Yelets che soffrono di insufficienza renale cronica…

P.S. Caro presidente, per favore, la supplico: sopprima gli stipendi di tutto il personale medico. E per favore, costringa alcuni inferimieri (mia sorella, per esempio) a pagare di tasca propria per il diritto di andare a lavorare. Perché, altrimenti, nulla cambierà in questo Paese. Mai.