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Egitto: proteste per nuovi attacchi contro i Baha'i

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Egitto, Cyber-attivismo, Diritti umani, Etnia, Legge, Libertà d'espressione, Religione, Ultim'ora

Il 2 aprile scorso alcune organizzazioni per i diritti umani si sono rivolte al procuratore generale per protestare contro gli attacchi [1] [it] ai danni dei Baha'i [2] [it] residenti a Sohag dopo che un giornalista li aveva definiti apostati incitandone l'uccisione.

The Arabist ha commentato [3] [in] così l'incidente:

Avrei voluto parlarne ieri, quando è stata data la notizia, comunque si sono verificati degli attacchi spregevoli ai danni della comunità Baha'i residente a Sohag, nell'Alto Egitto. L'incidente sembra essere stato provocato dall'apparizione televisiva di un leader locale della comunità, attaccato da uno scribacchino del quotidiano governativo al-Gomhouriya, che ne ha sollecitato l'uccisione. Successivamente, quello stesso patetico scribacchino ha applaudito gli attacchi contro i Baha'i in un articolo, dando dimostrazione di come il pensiero ultra-salafita [4] [it], xenofobo e settario sia profondamente radicato nelle istituzioni governative. Costui andrebbe licenziato e processato per apologia di reato (l'Egitto non ha nessuna legge contro l'incitazione all'odio religioso, legge che da tempo penso debba essere varata e applicata contro qualsiasi forma d'intolleranza, in particolar modo contro gli islamisti che si rifanno al concetto di takfir [5] [it]).

Poi il blogger ha rilanciato un comunicato stampa [3] [in] di alcuni gruppi per i diritti umani, i quali chiedono che gli autori di tali attacchi vengano processati; ecco i gruppi: The Egyptian Initiative for Personal Rights, The Cairo Institute for Human Rights Studies, The Hisham Mubarak Law Center, The El-Nadim Center for Rehabilitation of Victims of Violence, The Arabic Network for Human Rights Information, The Association for Freedom of Thought and Expression:

“L'abominevole attacco nei confronti della comunità Baha'i egiziana non ha precedenti ed è un crimine contro tutti i cittadini egiziani,” si legge nel comunicato. “Non permetteremo che gli autori di tali crimini godano dello stesso clima d'impunità che ha compromesso la risposta del governo alla violenza interconfessionale ai danni dei copti [6] [it] egiziani negli ultimi 40 anni.”

Le sei organizzazioni chiedono che:

Il Procuratore Generale interroghi Gamal Abd al-Rahim circa il suo incitamento alla violenza contro i Baha'i sia nel programma televisivo che nell'articolo pubblicato, in base agli Articoli 171 e 172 del Codice Penale che puniscono il pubblico incitamento a delitti e reati. Coerente al principio delle organizzazioni che si oppone alla detenzione per offese a mezzo stampa, l'esposto esclude l'articolo 98(f) del Codice Penale che prevede la detenzione obbligatoria per “chiunque sfrutti la religione per promuovere idee estremiste con l'intento di fomentare il conflitto sociale e danneggiare l'unità nazionale,” e l'articolo 176 del Codice Penale, che allo stesso modo prevede la detenzione obbligatoria per chiunque “inciti alla discriminazione contro un gruppo di persone in base a etnia, origine, lingua, religione o credenza allorché tale incitamento comprometta l'ordine pubblico.”

Inoltre, le organizzazioni hanno invitato:

La commissione del Sindacato egiziano dei Giornalisti a prendere immediati provvedimenti nei confronti di Gamal Abd al-Rahim, in special modo poiché egli ricopre una posizione all'interno della commissione stessa, riguardo alla violazione del codice deontologico del sindacato che impone ai giornalisti l'obbligo “di astenersi nei propri scritti dal sostenere posizioni razziste o bigotte, che contengano insulti e disprezzo nei confronti delle religioni, diffamino altre fedi, incitino alla discriminazione o insultino qualsiasi gruppo sociale.”

Su Facebook, è stato creato un gruppo [7] [ar] in favore dei Baha'i, un altro gruppo [8] [ar] che chiede di eliminare la casella della fede religiosa dai documenti d'identità egiziani e un terzo [9] [ar] per chiedere il rinvio a giudizio del giornalista Gamal Abd al-Rahim:

نحن هنا بصفتنا مصريين نؤكد بقوة علي الأتي:
1- نطالب النائب العام بتحويل الصحفي المدعو جمال عبد الرحيم لمحاكمة عادلة بتهمة التحريض علي قتل مواطنين مصريين شرفاء.
2- نؤكد علي أن الدولة المصرية هي وطن يسع الجميع و يحترم الأختلاف و يحمي حرية الأعتقاد و العبادة بحسب نص الدستور المصري.
3- نؤمن أن ليس من حق أي أنسان أيا كان أن يفرض دينه أو معتقده علي الأخرين، أو أن يهدد حقهم في الأعتقاد أو العبادة أو الحياة أو السكن أو المواطنة بشكل عام.
4- كمصريين مستنيريين نتضامن مع البهائيين من أجل حقهم المشروع في حرية العقيدة.
5- ندين بشدة الكلام الذي صدر عن هذا الصحفي و الذي لايمت لمبادئ أحترام و قبول الأخر و المواطنة و الأخاء بأي صلة بل هو تحريض صريح علي النبذ و العنف و الكراهية الغير مقبول تماما من المصريين سواء كانوا مسلميين أو مسيحيين أو غير ذلك
Da egiziani, ci preme sottolineare i seguenti punti:
1 – Chiediamo che il giornalista Gamal Abd al-Rahim venga processato e subisca un giusto processo per aver incitato all'omicidio di rispettabili cittadini egiziani.
2- In base alla Costituzione, l'Egitto è patria di qualsiasi cittadino a prescindere dal suo credo religioso.

3- Crediamo che nessuno abbia il diritto di imporre la propria religione a qualcun altro.
4- Come egiziani illuminati, dimostriamo solidarietà ai Baha'i e garantiamo loro piena libertà di praticare la propria religione.
5- Ci opponiamo alle dichiarazioni di questo giornalista poiché le riteniamo un incitamento diretto all'odio e alla violenza – cosa parimenti inaccettabile sia nel Cristianesimo che nell'Islam.