Giornata Mondiale del Libro: le donne scrivono del rapporto con gli uomini

Copertina di Nos HommesDal primo fino all'ultimo, sono tanti gli uomini nella vita di una donna: «il padre, il nonno, il figlio, il fratello, l'amante, il marito, il superiore, il collega»…Alcuni presenti, altri dimenticati, taluni spariti, altri ancora misteriosamente qui, accattivanti o succubi, in cambiamento, resistendo o trasformandosi; e mettendone insieme i ritratti e contributi otteniamo la migliore descrizione della donna che ne ha attraversato il cammino, passando per storie intime ed intricate, talune ispiratrici e da colpo al cuore, divertenti o modeste, gettando una luce introspettiva sul proprio bagaglio culturale storico e sociale.

La prima scoperta tra queste donne è stata Denise Bombardier [in], giornalista, romanziera, saggista e personalità del mondo mediatico del Quebec, nota per la sua eccezionale abilità di cronaca spesso accompagnata da un graffiante senso dell'umorismo. In «Nos hommes» (1995) scrive, come riporta Nicole Savard [fr] nel suo blog sulla letteratura:

Les hommes sont, dit-elle, des êtres qui nous inspirent sur chacun d'eux, chacun d'eux étant la facette de ce qu'est un autre. De plus, l'homme est cette personne qui nous révèle à nous-mêmes, nous les femmes. Ils sont un peu ce que nous voulons qu'ils soient: amoureux, amants, fougueux, touchants, amicaux, professionnels, séducteurs, parfois cruels, et souvent terrifiés par le pouvoir qu'exerce la femme sur eux. Enfin, ces hommes sont à l'image de ce que la femme veut, croit ou “désespère d'être”.

Gli uomini, dice, sono esseri che c'ispirano tra loro, essendo ognuno la sfacettatura dell'altro. Inoltre è l'uomo a rivelarci la consapevolezza dell'essere donna. Sono in qualche modo ciò che vogliamo che siano: innamorati, amanti, teste calde, amichevoli, professionali, seduttivi, talvolta crudeli e spesso terrorizzati dal potere che esercita la donna su di loro. In fondo questi uomini sono l'immagine di ciò che la donna è, crede o ‘sogna disperatamente’ di essere.

Copertina di Dans ces bras-làCamille Laurens [fr] incarna una tendenza controversa nella letteratura francese che integra autobiografia e fiction, detta «autofiction» [in]. Nel 2000 ha pubblicato «Dans ces bras-là» («Tra quelle braccia»), che le è valso il premio Femina, volume assai apprezzato [fr] dal blogger ballerines ou converses:

Les hommes. Quel sujet ! Passionnant. Je regrette d’avoir été une femme en lisant ces lignes. J’aurais aimé être masculin pour mieux comprendre ce qui se passe dans le ventre des femmes face à nous, mais je suis fille, je ne fais qu’aquièscer au chemin chaotique et amoureux de l’héroïne. Car il y a toujours une histoire d’amour avec un homme : qu’il soit père, grand-père, fils, frère, ami, amant, mari, patron, collègue.

Gli uomini. Che soggetto! Avvincente. Mi è dispiaciuto di essere una donna, mentre leggevo queste righe. Quanto avrei desiderato essere un maschio per capire meglio cosa succede nelle pance delle donne davanti a noi. Ma sono una donna, non faccio altro che intraprendere il cammino caotico e amorevole dell'eroina. Perché c'é sempre una storia d'amore con un uomo:che si tratti di padre, nonno, figlio, fratello, amante, marito, superiore, collega.

Copertina di Mes hommesMa il mio preferito è senza dubbio Mes hommes (I miei uomini) di Malika Mokkedem [in], scrittrice algerina che vive in Francia dove ha studiato medicina lavorando a lungo come nefrologa prima di decidere di dedicarsi alla letteratura.
Nata in una famiglia analfabeta di ex nomadi nell’Algeria meridionale, vive ora una vita indipendente malgrado le tradizioni radicate e i vincoli familiari, e grazie ad un’incrollabile autodeterminazione è diventata ciò che ha sempre desiderato. Scrive:

Ho lasciato mio padre per imparare ad amare gli uomini, un mondo ancora ostile poiché estraneo… Mi sono formata con loro e contro di loro. Rappresentavano tutto quel che dovevo conquistare per ottenere la libertà.

La muse agitée, il blog della libreria di Vallauris, ne parla in termini entusiastici [fr]:

Voici le « carnet de bal » de Malika Mokkedem, qui déroule le fil de sa vie comme on ouvre un tiroir aux souvenirs. Y sont rangés son enfance de petite fille algérienne qui compte moins que ses frères et à qui on demande d’être la plus transparente possible, son adolescence de jeune fille qui trouve dans les livres et l’instruction une porte ouverte à la liberté, une jeune femme avide d’amour, indépendante et déterminée, une femme construite avec ses blessures, sa culture, sa rage et son besoin viscéral de reconnaissance.
Les hommes de sa vie sont ceux qui ont compté et l’on soutenue, ceux avec qui elle a bataillé, contre qui elle a dormi, pour qui elle a fait l'amour. Leurs traces intimes imprègnent de forces conjuguées et de déceptions cuisantes la vie de l’auteur. […]

Questo è il «carnet da ballo» di Malika Mokkedem che dipana la trama della sua vita nello stesso modo in cui si apre il cassetto dei ricordi. Dentro c’è la sua infanzia di bambina algerina che conta meno dei fratelli e dalla quale ci si aspetta che sia discretamente invisibile, ci sono gli anni della sua adolescenza di ragazza che trova nei libri e nell'istruzione la porta verso la libertà, c'è una giovane donna pronta ad amare, indipendente e risoluta, una donna che si è costruita sulle proprie ferite, la propria cultura, la rabbia e un bisogno di riconoscimento quasi viscerale.
Gli uomini della sua vita sono quelli che hanno avuto un peso e l’hanno sostenuta, gli uomini che ha combattuto, al fianco di cui ha dormito, e con cui ha fatto l’amore. La loro impronta più intima segna la vita dell’autrice coniugando momenti di forza e amare delusioni. […]

Le livre se lit comme un récit de vie, un témoignage, une confidence, une sorte de gifle à l’ordre établi, l’ignorance et la servitude, une vérité toute crue qui n’accuse pas mais enveloppe l’avenir d’un espoir encourageant pour les femmes algériennes. […]

Il libro si legge come il racconto di una vita, una testimonianza, una confidenza, una sorta di schiaffo all’ordine stabilito, all’ignoranza e alla sottomissione, una realtà cruda che tuttavia non accusa ma piuttosto avvolge il futuro in un alone di speranza per le donne algerine. […]

Copertina di Nulle part dans la maison de mon pèreQuesta corsa ad ostacoli che le donne devono affrontare ci porta ad una grande scrittrice, Assia Djebar [it], che è anche traduttrice, regista, professoressa di letterature francofone alla New York University e una delle rare voci femminili dell’Académie Française. Fra le sue opere più famose, e letture memorabili, troviamo L'Amour, la Fantasia (1985), e Femmes d'Alger dans leur appartement (2002). Nel suo blog Le Bateau libre il critico letterario Frédéric Ferney parla [fr] del nuovo libro di Assia, Nulle part dans la maison de mon père (Da nessuna parte nella casa di mio padre, 2007):

Le titre sonne comme une dénégation et un aveu, il tient sa promesse.
[…]
Grandir, est-ce apprendre à désobéir? Et comment grandir sans (se) trahir? Comment être fidèle à soi sans renier les siens? Assia Djebar a cette phrase: “Se dire à soi-même adieu” que chacun est libre d'interpréter comme il veut.

Il titolo suona al contempo come un rifiuto e un'ammissione, e il libro mantiene le sue promesse.
[…]
Crescere significa imparare a disobbedire? Come si può crescere senza tradire (e tradirsi)? Come puoi restare fedele a te stesso senza rinnegare la tua gente? Assia Djebar usa queste precise parole: «Dire addio a sé stessi», che ciascuno è libero di interpretare come crede.

Ciò che unisce la maggior parte delle scrittrici algerine francofone è lo stile ricco e vivido, dinamico, non vi è mai un uso inamidato della lingua e i temi sono sicuramente audaci. Infine, allontandosi un po’ dal destino delle donne, questa panoramica si conclude con gli affascinanti libri di Yasmina Khadra [in] (pseudonimo utilizzato dall’autore durante la guerra civile d’Algeria per evitare la censura militare); Wolf Dreams (1999), The Swallows of Kaboul (2002), The Attack e The Sirens of Baghdad (entrambi pubblicati nel 2006), fra gli altri, vogliono «dare ai lettori occidentali la possibilità di comprendere le radici di un problema che di solito viene affrontato solo superficialmente [cioè, il fanatismo].

Blog quali Un oeil sur la planète [fr] e Cocola's [fr] forniscono ulteriori informazioni su quest'affascinante scrittore.

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