I cittadini informano e riflettono sul terremoto in Abruzzo

Alle 3.32 di lunedì mattina la provincia de L'Aquila, in Abruzzo, è stata devastata da un terremoto [it] di magnitudo 5.8 [6.2 per la scala di mognitudo sismico] sulla scala Richter. Gli ultimi dati parlano di 250 morti e più di 17.000 sfollati, mentre sono 26 i Comuni colpiti, alcuni dei quali completamente rasi al suolo [it].

Macerie

Un brusco risveglio, poi la commozione

La scossa, con epicentro localizzato a un chilometro da L'Aquila, è stata avvertita in tutto il centro Italia, inclusa Roma, dove è stata catturata dalle telecamere della trasmissione “Grande Fratello”, accese 24 ore su 24 [it]. Né mancano certo le prime foto su Flickr, come questa di healinglight – molte altre ne verranno caricate in continuazione:

Foto da Flickr sotto licenza Creative Commons

Immediatamente compaiono i primi aggiornamenti [it] degli utenti di Twitter che dicono di aver avvertito una scossa:

Schermata da Twitter

Questi dispacci (soprattutto quelli con i tag #italy e #terremoto) vengono subito rilanciati nel mondo [in], anticipando anche i canali all-news satellitari, mentre nella mattinata si scatenano i commenti su Facebook. Man mano che vengono pubblicati i primi dati ufficiali, ci si rende conto della portata del disastro: un intero capoluogo di regione è devastato. Chiara, sul gruppo di Facebook “Terremoto in Abruzzo: Non lasciamoli soli-il lutto” [it] scrive:

l'Aquila distrutta… speravo fosse un sogno ed invece è tutta realtà… non ci posso ancora credere… mi si stringe il cuore… ma l'Aquila ritornerà ad essere bella come prima ed a emozionarci ancora.. Sono vicina a tutti…

Di gruppi su Facebook, in questa prima giornata, ne nasceranno ben cinquecento. Scorrendo i messaggi, si trovano appelli di solidarietà, come quello di Daniela da Reggio Emilia:

in questo drammatico momento di immenso dolore, mi rendo disponibile ad ospitare una famiglia presso la mia casa, offrendo loro un alloggio confortevole, e tutto il mio sostegno morale.

Anche Alessandra pensa a chi ha perso la casa, e scrive:

Facciamo un gruppo in cui le persone che hanno più di una casa si offrono di mettere a disposizione un'abitazione per gli sfollati del terremoto. Io sono disponibile.
COME CI POSSIAMO MUOVERE?

Altri, da altre regioni d'Italia, sono particolarmente commossi per motivi personali. Annamaria dice:

31 ottobre 2002, 7 anni fa, la tragedia di s.giuliano di puglia nella mia provincia…una tragedia x la perdita di 27 persone che ha sconvolto la popolazione…Oggi 6 Aprile 2009 una catastrofe che sembra un film, case accartocciate, persone riverse in strada..una vera tragedia…Sembra proprio che il mondo stia cambiando…Vi sono vicina nel vostro dolore..

Immagine da un video su YouTube

Il dibattito online è monopolizzato dalla tragedia. Persino su un sito dedicato alle discussioni tra tifosi dell'Inter, l'amministratore decide di parlare dell'accaduto [it], e un commentatore ricorda lo stesso terremoto [it] citato da Annamaria, notando come non sia cambiato poi molto, da allora:

Nel precedente governo dell'ipocapelluto… è stata stilata una lista (…) di tutti i siti a rischio sisma in Italia… sono stati previsti tutti gli interventi di prevenzione per evitare le tragedie… (…) è stato fatto…? … Nulla.. i terremoti sono inevitabili… ma le teste di cazzo fanno ancora più danni.

In quella tragica circostanza, l'unico edificio a crollare era stata la scuola materna; a l'Aquila, uno dei primi a venire giù è stata la Casa dello Studente, che ospitava un'ottantina di universitari. L'Associazione delle Vittime del terremoto di San Giuliano di Puglia, in un commento raccolto dal blog del Comune di Taggia, si domanda [it]:

Come mai in occasione dei terremoti i primi edifici a crollare sono quelli costruiti per esigenze pubbliche (?).

A San Giuliano è stata la scuola, con i drammatici esiti che conosciamo. A l'Aquila, la Casa dello Studente si è trasformata in una trappola.

Luce sul disastro: video e foto

Man mano che si fa giorno, appaiono ben visibili i terribili segni della distruzione. Parecchio il materiale già reperibile sul web. Mastrostyle, su Youtube, carica una  slideshow [it] con le foto della tragedia. Anche Lukalove realizza una slideshow, utilizzando il software online slide.com. Parecchi cittadini armati di videocamera vanno a raccogliere le prime testimonianze in loco. In questo video [it], una ragazza appena estratta dalle macerie viene condotta all'ambulanza. Qui di seguito, invece, alcune interviste realizzate in un campo di accoglienza:

Critiche ai giornali online

L'evento sembra acuire la sensibilità di molti, che non tollerano errori da parte delle testate giornalistiche più prestigiose. Il blog pensierispettinati [it] si accorge che nella galleria di foto da l'Aquila pubblicate da Il Corriere della Sera, ce n'è una che non può essere stata scattata in Abruzzo: riguarda piuttosto i danni del terremoto del maggio 2008 a Sichuan, in Cina. Rimossa quella foto, però, la stessa testata ripete l'errore, questa volta pubblicando tra le foto del giorno un momento dei soccorsi [it] relativo al terremoto di Adapazari, in Turchia.

Di diversa natura, ma non meno feroci, le critiche della blogosfera a Repubblica.it, che prima dei  video del disastro non rinuncia a proporre i tipici messaggi pubblicitari. Sul blog Analogica_mente//Digitale, Michele Ficara scrive [it]:

Immaginando l’incredibile picco DI TRAFFICO odierno post disgrazia di accessi web a tali video e del sito in generale mi chiedo come mai non siano stati rimossi i video pubblicitari (obbligatori) prima di potere visualizzare il video del terremoto.

Blogosfera divisa sul ricercatore che “aveva previsto”:

L'evento, secondo alcuni, non è giunto inaspettato. Erano mesi che la zona era interessata da fenomeni sismici di varia entità, con cadenza quasi quotidiana; un ricercatore dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Giampaolo Giuliani [it], che con un team internazionale ha messo a punto un sistema per prevedere i terremoti. Una settimana prima del sisma, il ricercatore aveva contattato il sindaco di Sulmona per avvisarlo che era in arrivo un sisma devastante, creando scompiglio nella popolazione: il Capo della Protezione Civile Guido Bertolaso [it] lo aveva denunciato per “procurato allarme”.
Nelle prime ore, la storia era già sulla bocca di tutti. Enzo Giarrittiello, sul blog La voce di Kayfa [it], scrive:

(…) Ora che purtroppo le sue previsioni si sono avverate, seppure con una settimana di ritardo rispetto a quanto aveva inizialmente ipotizzato, non sarebbe il caso di stanziare fondi per favorire la ricerca di Giuliani anziché mandarlo in prigione? Dando per scontato che le sue teorie sono pure illazioni (…) non ci si comporta in maniera oscurantista assumendo lo stesso atteggiamento dei censori medievali?

Su Facebook sono moltissimi i gruppi che nascono per dimostrare solidarietà al ricercatore. Superano presto il centinaio di commenti in coda a un intervento di Vittorio Zambardino su Repubblica.it; tra questi, bluman rimanda a un forum [it] risalente al 2005 dove si spiega con più precisione il metodo utilizzato da Giuliani per prevedere il sisma, il cosidetto MP4.

Trovano meno seguito nella vasta comunità di commentatori Internet, anche se sono più autorevoli, le posizioni di quanti liquidano le “profezie” di Giuliani come inattendibili. Ilsussidiario.net riporta [it] un'intervista a Eugenio Coccia, direttore dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che avanza i suoi dubbi:

Quando si parla di questioni così importanti e delicate bisogna interpellare gli esperti (…). Giuliani è un perito elettronico, che non lavora nemmeno per l’Istituto che io dirigo. Non è un mio dipendente (…). In base alle sue previsioni bisognava evacuare Sulmona otto giorni fa. Se lo si fosse fatto, molto probabilmente gli sfollati sarebbero stati portati all’Aquila, e oggi sarebbero sotto le macerie (…).

Un'ulteriore opinione autorevole viene dal prof. Biagi, ordinario di Fisica all'Università di Bari, il quale in una nota [it] diramata dal suo Ateneo afferma che sebbene non sia impossibile prevedere i terremoti, le ricerche non sono ancora a buon punto.

Al di là delle polemiche sulla previdibilità del terremoto, le critiche alla gestione del Capo della Protezione Civile Bertolaso non si limitano alla vicenda di Giuliani. Ancora, nei commenti all’articolo di Zambardino [it], visintainer60, un vigile del fuoco, scrive:

Sono un funzionario dei vigili del fuoco, esperto nella gestione di incidenti rilevanti e posso esprimere tutto il mio disappunto sulla gestione Bertolaso. Si tratta di un tecnico del tutto mediocre ma molto funzionale al sistema, tale da assecondare i più bassi appetiti intorno al voluminoso affare della protezione civile. Vorrei ricordare che dietro la protezione civile si nascondono affari enormi che non necessitano “nell’emergenza” di alcuna giustificazione di spesa (…). Tanti ingenui aderiscono in buona fede a organizzazioni di protezione civili, senza capire che sopra di loro interessi di pochi sono ben governati nel principio ufficiale di promuovere l’autostima sociale, ma nascondendo un vero “buco nero” di spesa.

“Una calamità assai più penosa”

Intorno a un sisma di queste proporzioni, certo si muovono grandi interessi economici: sia nelle prime operazioni di soccorso, che nelle operazioni di ricostruzione. Mentre ancora si scavava per recuperare i superstiti, Sibemolle99, su Flickr, pubblicava la foto [it] di una casa ormai diroccata, dove i nonni, sfollati dopo il grande terremoto del 1915 erano andati ad abitare, e la commentava con le parole di un celebre conterraneo, Ignazio Silone [it]:

“(…)In una contrada come la nostra, in cui tante ingiustizie rimanevano impunite, la frequenza dei terremoti appariva un fatto talmente plausibile da non richiedere ulteriori spiegazioni (…). Passata la paura, la disgrazia collettiva si trasformava in occasione di più larghe ingiustizie.

Non è dunque da stupire se quello che avvenne dopo il terremoto, e cioè la ricostruzione edilizia per opera dello Stato, a causa del modo come fu effettuata, dei numerosi brogli frodi furti camorre truffe malversazioni d'ogni specie cui diede luogo, apparve alla povera gente una calamità assai più penosa del cataclisma naturale. A quel tempo risale l'origine della convinzione popolare che, se l'umanità una buona volta dovrà rimetterci la pelle, non sarà in un terremoto o in una guerra, ma in un dopo-terremoto o in un dopo-guerra.”

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Alla stesura di questo post hanno collaborato Tamara Nigi, Maria Grazia Pozzi e Bernardo Parrella.

4 commenti

  • Complimenti per la vostra sintesi delle informazioni sul web.
    Il web si stà dimostrando vera piazza virtuale dove i sentimenti di partecipazione, condivisione, ricerca della verità hanno ancora un primario significato. Virtuale è la piazza reali e fondanti sono i principi.
    Ho riscontrato che dal web sono partite tante denunce. Giuliani ha potuto far sentire la sua voce. Le tv hanno dovuto ascoltarlo, addirittura sua Maestà Vespa in persona è uscito dal suo studio ed è andato ad intervistarlo. Vedremo cosa succederà in futuro.
    Il web e chi scrive sul web può fare RETE (gioco di parole) perchè il cittadino faccia sentire la sua voce che da semplice bisbiglio stà diventando un urlo assordante.
    Ancora complimenti
    Alessandro
    http://gendusosindaco.wordpress.com/2009/04/08/terremoto-a-laquila-i-cittadini-informano-e-riflettono/

  • uno divoi

    I morti che non vi dicono Il centro storico dell’Aquila è da abbattere e ricostruire. E questo lo dicono in tanti. I morti, i feriti e gli sfollati sono stati contati, più o meno precisamente. E questo lo dicono tutti. Adesso vi dirò qualcosa che non dice nessuno.

    Gli scantinati e i seminterrati del 90% del centro storico erano stati affittati. In nero. Dentro c’erano clandestini, immigrati, extracomunitari, come italiani qualsiasi. Spesso ammassati. Ci sono ancora. Centinaia di persone che non risultano all’anagrafe, che non compaiono nelle liste dei dispersi, che non esistono. I proprietari delle case che si sono messi in salvo non ne denunciano la presenza. Non gli conviene. Nessuno li cerca. Nessuno li piange. Da vivi non esistevano, non esistono neppure da morti. Spazzati via di nascosto, come la polvere sotto al tappeto. In fondo, perchè darsi tanta pena per loro? Una tomba ce l’hanno già. E questa volta non gli è costata niente. Gliel’abbiamo data gratis.

    All’Aquila sono in molti a saperlo. Ora, lo sapete anche voi.

  • MTN

    Unidivoi,

    questa sera ho letto che in base a statistiche dell’anno scorso relative alla provincia de L’Aquila, quasi 11 cittadini per ogni 1000 abitanti della zona colpita sarebbero stranieri irregolari. Non essendoci motivo per non applicare gli stessi prametri qest’anno, sarebbero 20 i clandestini sotto le macerie nellarea. Qui la notizia

    http://www.adnkronos.com/IGN/Cronaca/?id=3.0.3212288060

    TERREMOTO: PROF. UNIVERSITA’ BICOCCA, SOTTO MACERIE POTREBBERO ESSERCI 20 CLANDESTINI

    Quello che lei sta facendo senza mezzi termini, invece, è accusare i proprietari del 90% delle abitazioni del centro storico della città di aberrante cinismo. Spero si renda conto che il suo commento, visibilmente, non poggia su basi concrete e dà numeri facili.

  • tamara

    60 musicisti aquilani lanciano “Domani” in dialetto

    http://ilcentro.gelocal.it/multimedia/home/24002225

    ‘Ecco “Domà”, versione in dialetto di “Domani” inno del terremoto
    Oltre 60 giovani musicisti aquilani hanno realizzato la nuova versione, interamente in dialetto, della canzone “Domani” incisa subito dopo il terremoto da Jovanotti e Ligabue con altri 50 artisti della scena musicale italiana e destinata alla raccolta di fondi per il Conservatorio aquilano. Nel testo di questa versione si parla del terribile sisma del 6 aprile 2009 ma anche della visita del presidente americano Obama e degli imprenditori che quella notte ridevano. Per completare il progetto musicale gli organizzatori hanno anche chiamato a raccolta in piazza Duomo un nutrito gruppo di ragazzi per cantare il ritornello.’

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