Serbia: smantellate case di nomadi a Belgrado per far spazio ai Giochi Universitari Mondiali

Il prossimo luglio, Belgrado ospiterà la 25.ma edizione dei Giochi Universitari Mondiali. I partecipanti alloggeranno presso il villaggio universitario di recente costruzione, nelle cui vicinanze si trovavano circa 350 case di gitani, per lo più costruite abusivamente 30 anni fa. In base a un'ordinanza del Dipartimento municipale per le ispezioni, il 3 di aprile sono state abbattute circa 50 abitazioni. Decine di bambini, donne, anziani e malati di etnia gitana hanno trascorso la notte all'addiaccio.

Ne è seguita una protesta e la richiesta al Comune di assegnare loro altri alloggi a Belgrado. La controproposta delle autorità è stata invece quella di trasferirli in container temporanei a Boljevci, piccolo insediamento a circa 20 chilometri dal centro di Belgrado,

Ma anche i residenti di Boljevci hanno protestato. Si sono rifiutati di offrire un riparo ai nomadi: hanno minacciato di appiccare il fuoco ai container e agli occupanti.

L'episodio ha fatto parlare di razzismo varie Ong schierate in favore dei gitani.

Il sindaco di Belgrado Dragan Ðilas ha dichiarato che la stessa misura verrà adottata in futuro dalle autorità cittadine, onde evitare che chiunque costruisca abusivamente sul suolo pubblico cittadino possa aspettarsi un appartamento nuovo. A suo dire, questi problemi sussistono dall'anno scorso, intralciando l'andamento e lo sviluppo della città. Il sindaco ha inoltre dichiarato che questi nomadi sarebbero stati trasferiti nei rispettivi luoghi di provenienza abbandonati alla volta di Belgrado. Poco dopo ha aggiunto che le autorità di Belgrado avrebbero aiutato solo donne e bambini con il reinsediamento forzato, mentre gli uomini dovevano cavarsela da soli per il rientro.

La tv nazionale ha trasmesso una dichiarazione del presidente del Partito dei nomadi, Srdjan Sain:

Non siamo contro lo sport, ma contro quelli che lo strumentalizzano per scopi personali, smantellando le case altrui.

Ha aggiunto che non consentiranno l'ampiamento del divario esistente tra i nomadi e altre etnie.

Secondo il Mondo [bosn], domenica 5 aprile rappresentanti dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) in Serbia hanno fornito materassi e coperte ai nomadi da Nuova Belgrado. John Jang, responsabile del Servizio UNHCR per la difesa dei rifugiati, ha informato i giornalisti che l'organizzazione ha distribuito circa 100 materassi e coperte ai gitani che avrebbero dovuto dormire da qualche parte nell'attesa che si giungesse a un accordo con i rappresentanti cittadini su qualche soluzione permanente. Jang ha detto che la UNHCR non si aspettava l'abbattimento delle abitazioni dei gitani e l'insufficienza degli aiuti predisposti, soprattutto a fronte della buona collaborazione precedentemente instaurata con i rappresentanti di Belgrado.

Dorit Nisom, responsabile dell'Organizzazione Mondiale della Sanità in Serbia, si è detta molto orgogliosa della Serbia per gli atteggiamenti positivi adottati in passato verso i nomadi, ma ha aggiunto che l'attuale distruzione delle loro case ha avuto ricadute negative sull'immagine del Paese, che ricopre la presidenza del Decennio dei Gitani e cura l'organizzazione dei Giochi Universitari.

Qualche giorno dopo, un gruppo di neonazisti ha aggredito dei nomadi a Nuova Belgrado.

Dusan Maljkovic ha scitto quanto segue: [ser]:

L'altro ieri sera, alle ore 2,30 del mattino del 7 aprile, un gruppo di neonazisti ha assaltato un insediamento nomade nei pressi del centro commerciale e del mercato di Nuova Belgrado.

Testimoni oculari hanno visto arrivare sul posto 20-30 aggressori a bordo di furgoncini e armati di coltelli e spranghe di metallo. Al grido di “Vi cacceremo via” hanno aggredito un gruppo di uomini, donne e bambini seduti per terra. Diversi bambini sono stati feriti e un uomo, colpito con una bottiglia, ha riportato una grave ferita. Impauriti e in preda al panico, molti anziani hanno perso i sensi. I neonazisti sono poi stati messi in fuga da 50 uomini delle vicine baracche accorsi per difendere l'insediamento. Cinque o sei poliziotti in servizio presso l'insediamento non sono intervenuti adducendo di non essere autorizzati a farlo.

I giornalisti che nei giorni precedenti avevano informato sugli insediamenti, non hanno riportato l'incidente […].

Sul suo blog Jasmina Tesanovic ha rilanciato una lettera aperta [bosn] inviata da 43 Ong al Presidente della Repubblica Serba, al Primo Ministro, al Vice Presidente del Governo serbo e al sindaco di Belgrado. Eccone un estratto:

[…] Finora il razzismo dichiarato o velato nei confronti dei gitani è rimasto impunito. Allo stesso tempo, dal 2000 a oggi si sono registrati trasferimenti coatti e smantellamenti degli alloggi messi in atto con l'ausilio della polizia.

Tenendo presente che la Serbia è firmataria del Trattato Internazionale sui diritti economici, sociali e culturali che sancisce il diritto al possesso di un'abitazione, anche alternativa in caso di reinsediamento forzato, è d'obbligo procurare tempestivamente un tetto alle 47 famiglie. Occorre occuparsi preventivamente di quei cittadini che alla fine saranno costretti a trasferirsi. […]

[…] I firmatari della lettera chiedono alle massime autorità di Stato di condannare tutte le dichiarazioni lesive del diritto fondamentale alla libertà di insediamento di cui godono i nomadi. Diritto sancito dall'Art. 39 della Costituzione della Repubblica di Serbia. […]

[…] Al contempo, le ultime dichiarazioni delle autorità di Belgrado, secondo cui verrà prestata assistenza solo a donne e bambini, mentre gli uomini dovranno cavarsela da soli, violano le normative europee sul rispetto della vita privata, familiare e abitativa, sancito dall'Art. 8 della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali, suggellato dal Tribunale Europeo per i diritti uomani. […]

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