Donne yemenite al bacino idrico di Kawkaban nei pressi dalla capitale, Sana'a. Foto di Raphaël Fauveau su licenza Creative Commons [in].
La Repubblica dello Yemen” [it] si trova nella Penisola Arabica, grande area desertica dell’Asia sudoccidentale, e ha una popolazione di oltre 23 milioni di abitanti. È l’unico regime repubblicano della penisola (non governato da una monarchia ereditaria) ed è fra i Paesi più poveri della regione. La capitale è Sana'a [it] e la lingua ufficiale l’arabo. Lo Yemen viene spesso ignorato dai media internazionali, perciò si sa molto poco del Paese. Con un accesso a Internet inferiore al 2% è difficile avere punti di vista alternativi tramite il giornalismo partecipativo, ecco perché il più delle volte l’immagine degli yemeniti nasce da stereotipi.
Per esempio, la popolazione gode di libertà inusitate, come spiega Jalilah [in], una blogger che vive all'estero:
Per le donne yemenite il velo non è imposto per legge come in Arabia Saudita. Fra le generazioni più giovani vi sono molte donne colte che lo indossano solo per coprire il capo ma non il viso, e alcune non lo usano affatto. Chi lo utilizza lo fa per rispetto della tradizione, non della legge. [..]
L’arabo parlato nello Yemen è piuttosto diverso dagli altri dialetti e inoltre le donne hanno un proprio dialetto. Col tempo ho capito che lo fanno per avere più privacy e per non farsi capire dagli uomini!
Le donne rappresentano solo il 30% della forza lavoro e circa il 70% di loro è analfabeta. Il divario fra uomini e donne, in termini di partecipazione al potere politico ed economico, è molto ampio ma il livello di alfabetizzazione è quasi identico per gli uomini. L’attuale basso livello della condizione femminile nella società yemenita deriva da diversi fattori sociali, religiosi e politici (fonte [in]) e difficilmente le donne dispongono di piattaforme per dar voce alle proprie opinioni.
Ma le donne yemenite stanno reagendo. Per esempio le attiviste stanno lottando [in] contro i fondamentalisti per dimostrare che l'Islam non si oppone all'uso di anticoncezionali e alla pianificazione familiare. Purtroppo queste iniziative non hanno grande visibilità nel mondo ed è ora di utilizzare la forza di Internet per aiutarle a diffondere l'attivismo e ampliarne le campagne.
Il piano di Ghaida'a Al Absi [ar] è quello di cambiare la situazione grazie a un micro-credito di Rising Voices, come spiega sul suo blog [in]:
I diritti umani vengono violati in parecchi Paesi, particolarmente in quelli in via di sviluppo, ma c'è anche molta gente che non lo tollera e cerca di informare il mondo su quanto accade all’interno di tali Paesi […]. Anche lo Yemen ha diversi casi di gravi violazioni dei diritti umani ignoti al mondo, a causa della debolezza delle istituzioni nella società civile e della scarsa conoscenza della destra politica.
Ghaida'a spiega che l'obiettivo del progetto è:
predisporre e gestire una serie di corsi a Sana'a, la capitale. L’iniziativa è indirizzata alle donne coinvolte nel mondo della politica e nell'ambito dei diritti umani. Inoltre, maggiore finalità del progetto è sviluppare le competenze della popolazione femminile in grado di potersi esprimere tramite Internet. Il corso formativo si svolge ogni mese, per quattro giorni, due ore al giorno.
[Il programma] è destinato alle donne attiviste che operano nell'ambito della politica o dei diritti umani. I corsi forniranno a tali donne la capacità di usare Internet per pubblicare le proprie opinioni, documentare le attività svolte e uno spazio per parlare delle questioni per le quali si battono.
Per quanto concerne Ghaida'a, lavora come assistente del WIT (Women in Technology) presso la SOUL Organization for Women and Children Development [in-ar]. Il programma del WIT offre alle donne le competenze per usare al meglio la tecnologia. Ghaida'a svolge inoltre attività di volontariato nell’organizzazione, preparando le lezioni d'addestramento su diverse tematiche per il forum WIT dedicato alle ragazze yemenite.
Ghaida'a al lavoro. Foto per gentile concessione di Ghaida'a Al Absi
Ghaida'a è anche volontaria presso l’Osservatorio Yemenita sui Diritti Umani [ar] ed è fondatrice e coordinatrice di Hand in hand Initiative [ar], forum creato da un gruppo di giovani per sensibilizzare le nuove generazioni su questi temi e permettere loro di cambiare il futuro in meglio, attraverso l'istruzione, l'informazione e lo sviluppo delle capacità personali. Fa poi parte del MEPI Alumni [in], una rete di ex alunni dei programmi sponsorizzati dalla Middle East Partnerhsip Initiative.
Recentemente l’abbiamo intervistata durante una conferenza in Germania sui new media nell’attivismo in Medio Oriente. In questa video-intervista [in] Ghaida'a si presenta e discute i contenuti dei vari workshop, le sfide che il progetto dovrà affrontare e le sue aspettative all’interno della comunità di Rising Voices.
I contenuti di questo programma, ideato e strutturato da tre esperti sui nuovi media fra cui Ghaida'a, vertono sull’uso di Internet per pubblicare testi su questioni inerenti le attività dei partecipanti. Il testo-guida sarà in lingua araba e sono previsti anche opuscoli da distribuire alla comunità interessata.
I partecipanti impareranno a creare un blog per documentare le attività svolte, dare voce alle proprie opinioni e creare una comunità di attivisti.
Siamo ansiosi di seguire lo sviluppo di questo programma, denominato “Empowerment of Women Activists in Media technique” [in], a cui auguriamo grande successo.