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Ecuador: cause giudiziarie contro le multinazionali petrolifere per danni ambientali e umani

Categorie: America Latina, Ecuador, Ambiente, Disastri, Indigeni

La vicenda giudiziaria Aguinda contro Chevron, iniziata sedici anni fa, ha ricevuto molta attenzione da parte dei media internazionali, inclusa un'intera puntata della serie TV statunitense “60 Minutes”.
La multinazionale petrolifera Texaco, e l'azenda-madre Chevron, sono state citate in giudizio dagli avvocati che rappresentano le comunità locali nella zona di Nueva Loja [1] [in], conosciuta anche con il nome di Lago Agrio nella regione nord-orientale dell'Ecuador.

Alla base della richiesta di rimborso di 27 miliardi di dollari per l'inquinamento e i danni ambientali vi è la dimostrazione che l'azienda, che ha ceduto i diritti di esplorazione dell'aera alla compagnia di Stato Petroecuador nel 1992, è comunque responsabile dei danni. Quanti criticano l'azione legale sostengono che l'intenzione del governo è quella di mettere le mani sulle ricchezze della compagnia petrolifera negando così la propria responsabilità nel processo di inquinamento.

http://www.flickr.com/photos/00rinihartman/

Residui lasciati dalla Texaco su uno dei fiumi di Nueva Loja. Immagine ripresa con licenza Creative Commons, disponibile su http://www.flickr.com/photos/00rinihartman/

Il caso ha attirato l'attenzione di giornalisti che hanno deciso di verificare la situazione con i propri occhi recandosi nella regione di Lago Agrio, una provincia di Sucumbíos [2] [it].
Uno di tali giornalisti era Greg Palast della BBC, che ha visitato la remota comunità indigena Cofan [3] [sp] raggiungendola in canoa, e ha scritto [4] [in]: “So che questa storia è incredibilmente semplice. Gli Indiani con i copricapi bianchi e i bambini morti e i vecchi milionari con i cappelli neri che ridono dei tumori infantili e giocano al gioco della sedia con le risorse petrolifere”. Un'altra giornalista, Hannah Dahlstrom dell’Upside Down World ha intervistato Emergildo Criollo, rappresentante della comunità Cofan [5] [in], e di altri gruppi come i Kickwa e i Secoya. La recente puntata di “60 Minutes” ha spinto Geoffrey Styles, un ex impiegato della Texaco e blogger per Energy Outlook [in] a dire la sua sul servizio [6]:

Il mio obiettivo qui non è quello di convincere qualcuno o di sottolineare come la Texaco, già alcuni decenni fa, abbia operato sul territorio ecuadoriano negli anni '60, '70 e '80 seguendo standard oggi comuni. Avverto davvero il bisogno di puntualizzare quale sia l'altra versione della vicenda che non avete potuto vedere domenica scorsa, e che non ha nulla a che vedere con la storia in bianco e nero di una grande corporation che agisce scorrettamente così come dipinto dal programma “60 Minutes”. Sono costernato dal fatto che la CBS si sia fatta usare per diffondere questa versione unilaterale dell'accaduto macchiando la reputazione di un'azienda che ho avuto modo di conoscere dentro e fuori, e quella di decine di migliaia di persone corrette e responsabili che hanno lavorato lì – e non certo una banda di criminali ambientali. So che “60 Minutes” può fare di meglio.

La causa giudiziaria si è fatta complicata poiché la Texaco ha già pagato 40 milioni di dollari per i danni causati e dopo che il Ministro ecuadoriano del Petrolio ha affermato pubblicamente che l'azienda aveva ottemperato ad ogni dovere sulla propria responsabilità nel processo di inquinamento. Nel 1999 è stata approvata una nuova legge che consente ai singoli individu di fare causa per reati ambientali, portando l'avvocato ecuadoriano Pablo Fajardo [7] [in] ad avviare la propria denuncia giudiziaria.

Molti blogger ecuadoriani si sono espressi su tale causa e sulle due versioni della questione. Luis Alberto Mendieta di Política y Sociedad [8] [sp] cita Diego Delgado, recente candidato alla Presidenza, riguardo la vicenda delle multinazionali che operano in Ecuador, le quali spesso vogliono trarre profitto dalle risorse naturali locali lasciando ben pochi benefici a chi vi abita.

Gli Ecuadoriani dell'area orientale non apprezzano il lascito della Texaco. La compagnia è nella lista delle 7 aziende più irresponsabili del pianeta [9] [in] ed è accusata di aver contaminato il suolo, le acque sotterranee e i corsi d'acqua superficiali, causando ai contadini e agli indigeni delle aree locali sofferenze e un'ondata di tumori alla bocca, allo stomaco e all'utero, malformazioni dei bambini alla nascita, e aborti spontanei. Emma Dish [10] [in] che si è trovata a viaggiare a Nueva Loja, scrive un lungo post sul suo blog Where in the world is Emma Dish? dove pubblica le foto della zona e parla con i residenti:

Le scene che ho visto e le storie che ho ascoltato ieri lo hanno reso il giorno più orribile della mia vita. Ho pianto per tutto il tempo del rientro a Quito. Anche in questo momento ho quasi le lacrime agli occhi.

La blogger ha parlato anche con l'attivista Emergildo Criollo e gli ha chiesto dei problemi di salute della comunità:

Mi ha descritto le malattie derivanti dal petrolio, dei dolori addominali e di quelli alla testa, la pelle piena di pustole, un tumore diffuso che, per la prima volta nella storia di questi popoli, non poteva essere curato dai loro Sciamani.

Che duro colpo per la vita di queste persone, per la loro cultura, per le loro tradizioni e identità. Puff il drago magico è tornato furtivamente alla sua caverna per guardare sconsolato le pile di bilance ai suoi piedi.

NESSUNO ha mai informato questa gente del pericolo derivante dall'uso continuo dei corsi d'acqua, come hanno sempre fatto. Nessuno ha suggerito loro di smettere di farcisi il bagno, di lavarvisi, o di bere quelle acque che erano fonte di vita e che andavano rapidamente contaminandosi con pericolose sostanze petrolchimiche. Non è venuto in mente a nessuno di avvertire questo Paese di pescatori di non considerare una benedizione i pesci trovati morti lungo il corso d'acqua. Nel frattempo la gente moriva di cancro divisa da 8 ore e da inimmaginabili somme di denaro per arrivare all'ospedale più vicino (particolarmente difficile da raggiungere per persone le cui risorse e i cui mezzi di sussistenza andavano svanendo come i pesci) e le loro donne davano alla luce bambini con malformazioni.

Persino il presidente ecuadoriano Rafael Correa ha preso posizione in favore dei residenti e della loro causa. Tuttavia l'azienda accusa il governo di interferire con la sentenza, che sarà presa da un giudice di Nueva Loja, facendo pressioni affinché si legiferi a svantaggio della compagnia petrolifera. J Major si dice d'accordo con la compagnia statunitense [11] [sp]:

Este respaldo a la demanda puede hacer al presidente más popular (si cabe) pero no le hace bien a los demandantes. Si llegara a haber una sentencia en contra de Texaco, la petrolera internacional podría argumentar que el fallo se debió a la presión política que el juez habría de recibir.

Questo sostegno alla causa può aiutare il presidente a diventare più popolare (se possibile), ma non è positivo per l'accusa. Se ci dovesse essere una sentenza contro la Texaco, l'azienda petrolifera internazionale potrebbe insinuare che la decisione sia dovuta alla pressione politica esercitata sul giudice.

Laguna di Pañacocha nel cantone Shushufindi

Laguna di Pañacocha nel cantone Shushufindi, Sucumbios-Ecuador. Immagine ripresa con licenza Creative Commons, disponibile su http://www.flickr.com/photos/30265396@N06/

In attesa della sentenza, e temendo un rimborso di molti miliardi di dollari all'Ecuador, la Chevron ha lanciato una campagna di relazioni pubbliche. Uno dei membri di tale campagna è l'ex giornalista della CNN, Gene Randall, il cui video illustra il punto di vista della compagnia petrolifera. The Chevron Pit scrive [12] [in]:

Apparentemente frustrata dalla irritante abitudine dei giornalisti di indagare per proprio conto sull'argomento delle inchieste, la Chevron ha assunto e pagato un ex giornalista della CNN, Gene Randall, per produrre un video a suo favore che avesse l'aspetto di un fatto di cronaca attuale e indipendente, spudoratamente architettato per portare gli spettatori a pensare che ciò sia un punto di vista alternativo veramente indipendente sulla disputa in Ecuador.

La Chevron sta inoltre mettendo in discussione il ruolo di Richard Cabrera, l'esperto legale scelto dalla Corte. Qui [13] è disponibile la sua relazione in qualità di ingegnere geologo. Cabrera è stato accusato di collaborazione scorretta con l'accusa. Chevron afferma di essere in possesso di alcune foto sul proprio account su Flickr [14] [in] che testimonierebbero come la squadra di tecnici riceva sostegno logistico dal Fronte di Difesa Amazzonica, un gruppo di civili che sostiene l'accusa e che riceverebbe una parte del possibile rimborso.

La causa giudiziaria dovrebbe concludersi entro la fine di quest'anno e le comunità delle regioni colpite cercano una soluzione per provare che la salute e l'ambiente sono stati drasticamente danneggiati dall'azienda. La Chevron sa di avere l'opinione pubblica contro e ha utilizzato la campagna di relazioni pubbliche per diffondere la propria versione della storia.