India e Bangladesh: no alla diga di Tipaimukh

Mappa dell'area dove viene costruita la diga

Mappa per gentile concessione di www.somewhereinblog.net

Nello Stato del Manipur, in India, alla confluenza dei fiumi Barak e Tuivai, è in costruzione il progetto idroelettrico di Tipaimukh [in], a meno di 100 chilometri dal confine con il Bangladesh. Con una spesa prevista di 6.351 crore di rupie (pari a un miliardo di euro), la diga, alta 164 metri, avrà una capacità produttiva di 401.25 megawatt di elettricità.

Anche se generalmente i progetti idroelettrici sono considerati più sostenibili di altre opzioni energetiche di breve periodo, questi hanno impatti di lungo termine sull'ambiente [in] che modificano l'ecosistema, distruggono ogni insediamento nell'area e alterano l'habitat della gente, dei pesci, della flora e della fauna locali. In particolare, in zone densamente popolate come India e Bangladesh, dove la vita si sviluppa intorno ai fiumi, progetti come quello di Tipaimukh possono produrre effetti deleteri a un gran numero di persone e ai loro habitat.

Non c'è da meravigliarsi, dunque, se fin dall'inizio questo progetto è stato accolto dalle proteste delle persone che potrebbero subire le conseguenze della sua costruzione in India e nei pressi della foce, nel vicino Bangladesh [in]. Gli abitanti del Manipur hanno adito vie legali [in] per impedire la costruzione della diga, ma finora senza successo. Il Governo indiano non ha intenzione di  recedere. La Sinlung Indigenous People Human Rights Organisation (SIPHRO) ha affermato che [in] “Nel processo di individuazione (della sede della diga) sono state ignorate tanto le popolazioni indigene [in] quanto le raccomandazioni della .

Dal Bangladesh, il giornalista e blogger Dhibor [beng]:

È stato detto che questa diga viene costruita a vantaggio della gente dell'India nordorientale: attraverso il controllo del corso dei fiumi, sarà possibile impedire le esondazioni nello Stato dell’Assam [it], e generare elettricità. Avviso ai lettori: secondo il diritto internazionale, nessun Paese può controllare il corso di un fiume che scorre in più Stati e senza il consenso delle popolazioni che abitano lungo il corso del fiume, e senza provocare danni ambientali. La triste verità è però che a nessuno importa di queste norme […], perchè il Bangladesh non è certo potente quanto l'India in termini economici e militari, e così veniamo sempre ignorati.
I residenti delle regioni nordorientali dell'India sono stati tentati con i molti vantaggi millantati dal progetto della diga di Tipaimukh, ma non si sono scomposti: circa venti organizzazioni socio-politiche del Manipur, assai influenti, si sono unite sotto la bandiera dello “Action Committee against Tipaimukh Project” [in], e protestano contro la diga. Il motivo è che la diga porterà a questa gente molte più miserie  dei vantaggi promessi. E i danni, per l'ambiente, saranno devastanti”.

Dall'India, Namdingpou Kamei del sito E-Pao elenca tutti gli svantaggi [in] e i danni che la diga provocherà alle popolazioni locali.

# Verrà allagata per sempre un'area pari a 286.20 chilometri quadrati.

# Le cascate di Barak e il lago di Zeilad, che fanno parte della storia del popolo Zeliangrong, verranno sommerse per sempre, e tutte le leggende e le tradizioni [locali] perderanno i loro monumenti di riferimento: per le generazioni successive, non saranno che semplici favole.

# Più di 40.000 persone perderanno le proprie terre.

# Otto villaggi della Valle del Barak rimarranno completamente sommersi.

# Più di novanta villaggi, in gran parte del distretto Tamenglong, subiranno ripercussioni negative.

# Verranno perduti per sempre circa 27.242 ettari di terra coltivabile. [..]

In cambio di tutto questo, il Governo indiano ha offerto allo Stato del Manipur il 10% di elettricità gratuita [in] (più o meno 40 megawatt) da quella ricavata dalla diga.

Il popolo indigeno degli Hmar [in], dell'India nordorientale, teme [in] che:

se il Governo intende proseguire con il progetto di questa diga, “migliaia di forestieri” verranno ad abitare in quest'area: il risultato sarà che gli Hmars dovranno affrontare cambiamenti enormi per la loro cultura e i sistemi economici e politici.

Il dottor Soibam Ibotombi, del Department of Earth Sciences, all'Università di Manipur, ritiene [in] che la diga rappresenti una svista geo-tettonica di proporzioni internazionali:

Il sito individuato per il progetto Tipaimukh è uno dei più sismici del mondo: ha fatto registrare due terremoti di magnitudo superiore a 8 sulla scala Reichter negli ultimi cinquant'anni. Il progetto idroelettico di Tipaimukh è stato pensato in una delle regioni geologicamente più instabili, e l'asse stesso della diga andrebbe a insistere su una faglia potenzialmente attiva, che potrebbe diventare l'epicentro di grandi fenomeni sismici.

Anche sul sito BanglaPraxis si è discusso [in] delle ripercussioni che la diga di Tipaimukh avrà sul Bangladesh.

Paribartan Bangla racconta [beng] delle molte proteste in corso nel Sylhet, in Bangladesh, per contestare la costruzione della diga:

Se la diga verrà costruita allora l'intero Bangladesh nordorientale, e specialmentele i distretti Sylhet, Sunamganj, Moulavibazar, Habiganj, Bramhonbaria, Kishoreganj, Netrokona, Norshingdi e Narayanganj andranno incontro a conseguenze conomiche e ambientali molto serie. L'agricoltura, la pesca e la fauna saranno minacciate: aumenteranno gli allagamenti nella stagione delle pioggie, e la siccità nelle stagioni aride.

No alla diga Tipaimukh

“No alla diga Tipaimukh”

Il blogger Agami lancia un appello agli altri blogger [beng], invitandoli a mobilitarsi non solo su internet per impedire la costruzione della diga. I blogger hanno già creato un gruppo su Facebook [in], e lo “Action Committee against Tipaimukh Project” ha già dato il via a una petizione online [in].

Anandomoye scrive [beng]:

[…] i paesi sviluppati [stanno rinunciando] a controllare la natura attraverso infrastrutture come le dighe, perchè ben conoscono gli effetti di lungo periodo sull'ambiente: la decisione dell'India di realizzare questo progetto richiede maggiore riflessione.

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