Libia: donne, scrittrici e artiste

Sembra che l'influenza suina non abbia ancora colpito la blogosfera libica, ma sono sicura che parlare della condizione delle donne sia un buon modo per rompere il ghiaccio.

Dopo aver esplorato parecchi blog libici, Highlander che segue scrittori e blogger arabi e libici, ritiene che per scrivere sia preferibile utilizzare la blogosfera come spazio per far pratica. Non c'era bisogno di informare tutti evitare problemi con la metà maschile.

“Non credo che i maschi libici siano contro ciò che scrivono le loro sorelle, madri, mogli etc. ma si preoccupano più della pressione sociale e di cose come vergogna – disonore – come se quel che non si vede allora non esiste… o che le preziose femmine possano essere riconosciute e le loro idee fraintese e, Dio ce ne scampi, la loro reputazione rovinata perchè i ragazzi libici vanno a polemizzare sui loro siti o blog (fonte [in]).

Un altro aspetto spesso dimenticato è che vivere al di fuori della Libia non garantisce un atteggiamento simile o contrario sulla questione. Guardate cos'è successo allo stesso evento tenutosi a Londra e Washington DC. Anglo Libyan, che ha partecipato a quello di Londra, è così frustrato da chiedere agli uomini di rispettare le donne.

“appena entrato nell'hotel ho visto molte delle persone invitate fuori dalla sala dove stava per essere proiettato il film perchè le porte erano ancora chiuse, ho notato pochissime donne lì, era insieme ai loro partner, circa 20 minuti dopo ho visto un membro dello staff aprire leggermente una delle porte della sala, poi improvvisamente da non so dove ho visto un gruppo di donne libiche, circa 15 o 20, entrare di corsa in sala, è stato davvero come un flash; poi qualcuno dello staff ha chiuso la porta, ovviamente erano state nascoste da qualche parte fuori dalla vista, fin quando qualcuno ha chiesto agli organizzatori di aprire loro la porta per tenerle lontane dagli occhi curiosi dei maschi libici!!!! quando sono state aperte le porte per far entrare tutti gli altri in sala, la prima cosa che ho notato è che tutte le signore erano sedute in gruppo proprio in fondo in una sezione separata, immediatamente ho guardatole poche donne che avevo visto all'inizio insieme ai loro partner, sembravano perplesse e confuse, sono sicuro che volevano sedere accanto alle loro famiglie ma alla fine hanno deciso di separarsi dalla famiglia e sedersi dietro con le altre donne e non sembravano molto contente” (fonte [in]).

On the edge ha pubblicato un post assai controverso sulle donne straniere che sposano dei libici e come vengono purtroppo trattate alcune di loro. Scrive l'autrice:

”Leggo costantemente blogger libici che parlano di come sia FACILE la mia vita di straniera sposata con un libico qui in Libia . […] Quello che so di certo è questo …. le nostre vite sono dannatamente difficili. Davvero difficili, a volte più difficili di quanto si possa immaginare . Noi non abbiamo madri o padri a proteggerci quando i nostri mariti e/o le loro famiglie decidono di maltrattarci, come invece possono fare le donne libiche. Non abbiamo nemmeno un porto sicuro dove rifugiarci quando le cose diventano difficili o si mettono male. Nessun luogo o nessuna persona a cui rivolgerci, che ascolti i nostri problemi. Nessuna mano a cui tendere con amore, come possono fare le donne libiche. No, sopportiamo. Teniamo duro. Non scappiamo. Rimaniamo e combattiamo per noi stesse e per i nostri figli, per tutto quello che valiamo, ci difendiamo in ogni modo possibile. Lo facciamo per amore. Amore, sì amore. Amiamo i nostri mariti, anche quando vorremmo ammazzarli. Amiamo i nostri figli, anche quando non ci rispettano o si vergognano di noi perchè non siamo libiche, perchè siamo diverse. Sì, ad alcune di noi capita così. Amore per la nostra patria d'adozione, la Libia e tutte le sue pazze, strane, bellissime, meravigliose persone, cose e luoghi .”

Non c'è bisogno di dire che il tema ha suscitato un dibattito così accesso da generare un post di risposta [in].

D'altra parte, riguardo gli scrittori libici, Ghazi su Imtidad ci stupisce costantemente con traduzioni di brevi racconti di scrittori libici (uomini e donne). Anche lui è uno scrittore, credo che Ghazi abbia davanti a sè un buon futuro. La sua ultima traduzione è ”While drinking tea [in] di Omar Kikli, che mi ha fatto venire i brividi lungo la schiena.

Shahrazad che rilancia sempre interessanti cose libiche, ha pubblicato alcune foto di dipinti di una promettente artista libica [in].

”Ecco alcuni dipinti che mia sorella ha preso a casa di amici. La pittrice è ancora agli inizi e non ha mai avuto una mostra. Così le ho detto che ne avrei pubblicato sul blog i dipinti per vedere come avrebbe commentato la gente.”

Personalmente comprerei uno dei suoi dipinti se riuscisse ad organizzare una vernissage.

Concluderò parlando dell'esperienza di Lostdubliner come donna irlandese espatriata in Libia. Si trova qui da circa due mesi.

“armata di videocamera sono uscita dalla stanza d'albergo nella speranza di cogliere un pò della cultura locale – che tuttavia da idea fantastica si è trasformata in deludente realtà. Praticamente ogni macchina che passa con dentro degli uomini, o suona il clacson o si ferma! Ho ricevuto numerose offerte di passaggi, numeri di telefono e amicizia! Nervosa e frustrata, a metà strada ho girato velocemente i tacchi e sono tornata dritta all'hotel.[…] Tornata all'hotel lo staff si mostra estremamente gentile e ospitale, tutti mi chiamano per nome o “sorella”. In generale i libici appaiono molto più calorosi rispetto all'occidente – emanano un forte senso di gentilezza e bontà che è assai rinfrescante!” (fonte [in]).

Quanto sopra rivela come certi ragazzi libici siano dei buoni a nulla e altri dei piacevoli gentiluomini.

Le donne nella società libica sono amate, rispettate e apprezzate come madri, sorelle, zie, figlie e mogli. Lo Stato garantisce libertà e uguaglianza tra uomini e donne, ma ciò deve ancora fronteggiare ceeerte norme e culturali tradizioni, e qui non intendo la religione. Questo post non riguarda il femminismo, sono solo osservazioni sulle anomalie che affliggono la nostra società e una riflessione su come affrontarle.

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