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Venezuela: mantenere Internet una priorità pubblica

Categorie: America Latina, Venezuela, Cyber-attivismo, Governance, Tecnologia

Il Decreto n. 6649 approvato dal governo venezuelano è suonato come un campanello d'allarme all'interno della comunità online preoccupata per le possibili ricadute sull'educazione, la ricerca e altri importanti settori per lo sviluppo. Il decreto cerca di eliminare i “lussi” e le “spese superflue” all'interno del bilancio pubblico, includendovi anche Internet.

Il primo risultato è stato l'avvio della campagna Internet Prioritaria [1] [sp] con l'idea che Internet sia un bene di prima necessità. Secondo le dichiarazioni del gruppo promotore, “il decreto viola le politiche pubbliche dello Stato venezuelano, poiché Internet è stata definita una priorità con il decreto n. 825 e lo Stato ha realizzato investimenti per l'uso di Internet a beneficio della pubblica amministrazione, della sanità e dell'educazione.”

Logo Campagna Internet Prioritaria [2]

Inoltre, preoccupazione della comunità è mantenere i programmi educativi e di ricerca resi possibili grazie a Internet, “dobbiamo garantire che la sostenibilità dei progetti universitari basati sulle tecnologie dell'informazione non sia compromessa dai tagli di bilancio”.

Fra i suoi obiettivi, Internet Prioritaria vuole conservare la priorità nell'uso di Internet, sviluppare tecnologie connesse all'uso di Internet che siano d'utilità nel settore pubblico e sostenere la ricerca sulle tecnologie dell'informazione. Il gruppo propone inoltre di ampliare la discussione sull'uso di tali tecnologie in quella sui media venezuelani in modo che il dialogo possa approfondirsi sull'importanza di Internet in riferimento allo sviluppo e all'importanza dell'alfabetizzazione digitale.

La campagna è attiva sia su Facebook [3] [sp] sia su Twitter. Nelle prime 45 ore, il gruppo su Facebook ha raggiunto la quota di 205 iscritti. Su Twitter, si ricorre al tag #internetlujo [4] [sp] (internet lusso) per diffondere l'iniziativa. Vi si sono aggiunti anche numerosi blog e altri spazi digitali. La discussione nella blogosfera venezuelana può essere vista da due diversi punti di vista, poiché mentre alcuni sostengono che questo nuovo decreto è un tentativo di ridurre la libertà di parola, altri considerano questo tipo di campagna eccessivamente allarmista. Ecco alcuni esempi:

Nel suo blog Signos Bajo la Luna, Holanda Castro fa una lista dei blogger che si sono occupati dell'argomento e scrive anche su quelle che ritiene essere le ragioni che sono dietro al provvedimento [5] [sp]:

Es paradójico. Mi país se erigió como paladín del Software Libre y de la Apropiación Social de Internet, hace años, antes de que otros lo hicieran. Con un revolucionario Decreto presidencial -no por el partido, sino por lo que realmente significa la palabra revolución- decía en el 2000 que era (¿y acaso no lo es ahora?) prioritaria la sistematización de procesos de la administración pública a través de Internet.

Luego de pasar años en la clandestinidad, soñando con un “otro mundo es posible”, al llegar al poder l@s revolucionari@s se dan cuenta de que eso del poder no es como parece. Porque el poder no se comparte, o dejaría de serlo, no se cuestiona, o se debilitaría, no se discute, porque es infalible. Eso, hasta los surrealistas lo saben y sufrieron.

È paradossale. Il mio Paese si è distinto come l'eroe del software libero e della proprietà sociale di Internet anni prima di altri. Con un decreto presidenziale veramente rivoluzionario – non in senso di partiti politici, ma perché davvero era rivoluzionario – nel 2000 si dichiarava che il processo di sistematizzazione del settore pubblico attraverso Internet fosse una priorità (…ma lo è ancora?)

Dopo essersi nascosti per anni, sognando “un nuovo mondo possibile” i rivoluzionari sono saliti al potere, e allora hanno capito che questa cosa chiamata potere non è come sembra. Il potere non può essere condiviso, altrimenti smette di essere tale. Il potere non si discute, altrimenti lo si indebolisce; e non va messo in discussione, perché è infallibile. Persino i surrealisti lo sapevano, e ne soffrivano.

Francisco Palm, d'altro canto, propone un altro punto di vista e ritiene che il nuovo decreto sia stato equivocato [6] [sp]:

El problema es la lectura tendenciosa del decreto 6649, porque poco les falta para decir que el gobierno está prohibiendo Internet, de hecho el correo que se está difundiendo tiene por Asunto “Limitan Internet en las Universidades”.

En el decreto 6649 se indica con claridad que la finalidad es “optimizar la racionalización del gasto en el sector público”. Yo creo entender que la palabra “optimización” (ya que doy clases de técnicas de optimización) no quiere decir que se prohíba o se elimine, sino que incluso en el caso de una actividad muy razonable y necesaria se requiere depurar la implementación de dicha actividad “haciendo el mejor uso de recursos escasos”.

La “campaña” debería estar dada en términos de INFORMAR y establecer claramente que es lo que eventualmente puede hacer de Internet un gasto suntuario, hablar de como la organización social puede ayudar a generar propuestas más “solidarias” (en el sentido económico que le damos en Venezuela).

Il maggior problema è questa lettura tendenziosa del decreto 6649. Stanno quasi affermando che il governo voglia vietare Internet. Lo dimostra la mail che circola con il titolo “Internet limitata nelle università”.

Il decreto dice chiaramente che l'obiettivo principale è “ottimizzare i risparmi del settore pubblico”. Credo di capire il significato di queste parole dato che insegno diverse tecniche di ottimizzazione. Ciò non significa che (Internet) stia per essere vietata o eliminata; significa che è necessario ripulire questa attività, anche se è veramente necessaria, “usando le risorse limitate in maniera migliore.”

La campagna dovrebbe occuparsi di INFORMARE e specificare in modo chiaro quali siano gli elementi che potrebbero rendere Internet un costo lussuoso. Dovrebbe parlare di come l'organizzazione sociale possa generare maggiore “solidarietà” con le sue proposte (nel senso economico che diamo al termine in Venezuela).

L'idea del cyber-attivismo è qualcosa che il blog Enigmas Press ritiene essenziale per il dibattito pubblico su un tema come questo [7] [sp]:

Hay momentos que nos involucran a todos. No importa que partido tomar. Y es aquí donde entra el activismo-blog, ya sea un blog de cocina, de deportes, de chistes.

Ci sono momenti che riguardano tutti. Non importa da che parte si sta. È qui che entrano in gioco i blog e l'attivismo; sia che si tratti di un blog di cucina, di sport o di scherzi.