Egitto: forse Obama non è così benvenuto?

A quarantott'ore dall'intervento assai atteso del presidente degli Stati Uniti Barack Obama diretto al mondo arabo e musulmano dall'università del Cairo, la blogosfera egiziana appare quasi unificata sulla stessa sensazione. I blogger sono oltraggiati dai preparativi e dalle enormi ed esagerate precauzioni prese dal governo egiziano per rendere sicura la visita, e la maggior parte di loro dubita che l'atteso discorso possa portare un reale cambiamento.

Il fotografo Waleed Nassar, che lavora nei pressi dell'Università del Cairo, ha scritto sui [in] preparativi in corso nei dintorni:

Lavoro vicino all'università del Cairo e la zona è stata trasformata nel giro di una notte. Le strade sconnesse che conducono all'università ora sono liscie come la seta. Anche i palazzi intorno sono stati dipinti con uno strato fresco di vernice, ma non l'intero palazzo, solo il lato che si affaccia sulla strada.
[…]
Tutto ciò sembra positivo, ma sapete cosa significa per i cittadini del Cairo? Tutte le attività bloccate giovedì. Ho sentito che le scuole stanno prendendo un giorno di vacanza ed alcuni esercizi commerciali chiuderanni. Poiché Obama attraverserà il Cairo in automobile, la polizia e la guardia presidenziale chiuderanno le strade e le aree dove è previsto il suo passaggio.

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[Il Cairo si trasforma in un “accampamento militare” in seguito alla visita di Obama. Perfino Al-Shrouk sta avvisando gli egiziani di restare in casa]
Il messaggio di Hossam El Hamalawy su Twitter riguardo le previste misure di sicurezza. Il giornale Al-Shrouk suggerisce agli egiziani di restare in casa, dato che quasi tutte le strade saranno bloccate.

Zeinobia interviene [in] in merito agli appuntamenti di Obama in Egitto. In un successivo aggiornamento spiega che il presidente egiziano Hosni Mubarak non sarà presente al discorso:

- Mubarak incontrerà Obama soltanto al Koubbah Palace, non presenzierà al discorso all'Università del Cairo, secondo il programma televisivo Al-Muslamany su Dream TV 2 !!!!
– Penso che la sua assenza dal discorso solleverà parecchie domande sulle sue condizioni di salute dopo la morte del nipote.

we-dont-belive-you-obama

La sinistra egiziana ha inviato una lettera a Obama (dal linguaggio assai forte), con un'espressiva caricatura che dice “Noi non ti crediamo”

Mahmoud pubblica sul proprio blog “Pains and Hopesuna lettera cinica [ar] a Obama, incoraggiandolo a vedere il “vero” Egitto. Ha spiegato che quanto vedrà sono soltanto i preparativi per il suo arrivo, ma se provasse a visitare le altre università troverebbe qualcosa di ben diverso; persino strade che non sono così belle, organizzate e ordinate come quelle che vedrà.

Un altro blogger, Sherif Abdelaziz ha scritto sul suo blog “Justice for allun'ulteriore lettera a Obama [in], e come la sinistra egiziana, esprime dubbi sul fatto che la visita di Obama possa portare qualche frutto:

Conosci l'università del Cairo che stai per visitare ? Yup … è la mia università … dove ho preso la laurea anni fa … ho anche sentito che sono stati spesi milioni di dollari per risistemare le aree affinchè tu potessi posarci gli occhi per un paio d'ore …
Non ho idea se questa visita sarà un bene per noi, non ho niente contro di essa, ma sono stufo di tutto … non mi fido più di nessuno, e non sono nemmeno ansioso di ascoltare quanto hai da dire, ma ti darò una possibilità.

D'altra parte, Dalia Ziada, attivista dei diritti umani che ha conservato ancora qualche speranza sulla visita di Obama, conclude il post Giovani attivisti egiziani e l'effetto Obama! [in] dicendo:

Per la prima volta da decine d'anni, gli Egiziani potranno vedere un presidente americano che non è impaziente di stabilire relazioni con il regime egiziano a prescindere dalla sua lista nera di atti contro la democrazia e i diritti umani. Ciò ha costretto il regime egiziano a mostrare maggior tolleranza e flessibilità verso gli attivisti e i gruppi a sostegno dei diritti umani.

Tuttavia, la domanda inevitabile, mentre si aspetta con impazienza la visita di Obama al Cairo tra pochi giorni, sarebbe questa: Obama vorrà aderire alle alte aspettative dei giovani attivisti egiziani appoggiandoli nella lotta per le riforme locali e realizzandone i sogni di cambiamento, da lui ispirati, sarà così?

Sul fronte opposto, il movimento egiziano Kifaya ha indetto un sit-in [ar] in occasione della visita, in opposizione a qualsiasi sostegno del governo americano a Israele e al regime egiziano:

الإعتصام فى ميدان التحرير من الساعة 8 مساء الاربعاء 3يونيو – ليلة زيارة اوباما
وحتى صباح اليوم التالى¶رفضا للزيارة
Invito al sit-in indetto a Piazza Tahrir a partire dalle 20:00 ora del Cairo il 3 di giugno – in occasione della visita di Obama – che continuerà fino al mattino seguente – per protestare contro la visita.

In una replica al sit-in, Ahmed el Gizawy che come Dalia ritiene che Obama arrivi in Egitto con buone intenzioni verso il mondo Arabo e Islamico, chiede alla gente [in] di ascoltare il discorso prima di decidere se procedere o meno con il sit-in.

Come anteprima [in] all'evento, il giornalista americano Robb Montgomery [in], ha intervistato (nel video che segue) alcuni egiziani in merito alle loro opinioni sulla visita di Obama in Egitto il prossimo giovedì:

È inoltre possibile seguire la discussione aperta su Twitter, in merito al discorso, alla visita ed ai preparativi in corso, usando il tag #CairoSpeech .

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