Marocco: quando gli arabi fanno il rock

Come ormai d'abitudine, in Marocco durante questo periodo dell'anno parte una serie di festival ed eventi culturali che segnano l'importante periodo d'inizio estate. Sono raduni annuali che attraggono un numero crescente di artisti, sia locali che internazionali.

Quest'anno non fa eccezione.

Rock God di Bring Back Buck su Flickr

Rock God, foto di Bring Back Buck su Flickr

La scena musicale sembra rifiorire con una miriade di band locali di musica Rap, Rock, Fusion e Heavy Metal che già fanno a spinte per avere l'attenzione del pubblico.

Moroccan Board [in], portale di notizie dedicato a marocchini-americani che copre un'ampia gamma di questioni relative al Marocco, descrive [in] la crescente popolarità del genere Hip Hop nel Regno e riporta l'intervista con il rapper americano-marocchino RS-LOU:

L'Hip Hop marocchino è un genere musicale che negli ultimi anni ha conquistato molta popolarità tra i giovani in Marocco. Adesso abbiamo nomi affermati come Casa Crew, H-Kayen, AlFaress, Fnaire, e la lista continua. Vi è anche un gruppo di artisti che opera al di fuori del Marocco. RS-LOU ne è un esempio.

Scrivendo su The Huffington Post [in], Mohsin Mohi-Ud Din, un musicista e attivista che attualmente conduce un Progetto Fullbright a Tangeri, nel nord del Marocco, scopre che [in] gli ‘Arabi fanno rock’ e spiega come si sia trovato lui stesso in uno strano scenario:

Ho assistito a uno spettacolo pazzesco di un gruppo metal marocchino chiamato WANTED al cinema Rif. Il posto era stipato. Giovani arabi ballavano al ritmo del rock con addosso stravaganti felpe col cappuccio, e magliette dei Korn [it] e degli AC/DC.

I giovani fan del rock qui non sono diversi dai chiassosi, annoiati e confusi adolescenti rocchettari in America. Eppure c'è qualcosa di veramente figo e speciale nel vedere una ragazza con il tradizionale fazzoletto in testa (Hijab) che regge il simbolo universale del Metal/Rock tra le mani!

Vale la pena ricordare che la scena Heavy Metal in Marocco è stata decimata nel 2003, quando un tribunale di Casablanca ha imprigionato 14 musicisti accusati di satanismo e di offendere l'Islam. L'episodio ha provocato le proteste delle organizzazioni a difesa dei diritti umani, costringendo poi le autorità a ritirare le accuse. Sembra che solo ora la scena Metal stia cominciando a riprendersi con una nuova generazione di giovani marocchini sintonizzati di nuovo sull'Heavy Metal [in].

All'inizio di quest'anno, un documentario intitolato inequivocabilmente “I Love Hip Hop in Morocco,” [in/ar] ha impostato lo scenario per i giorni e gli anni a venire, come sottolinea il blog From Warp to Weft [in]:

Focalizzandosi sugli artisti della scena Hip Hop marocchina, come DJ Key, H-Kayne, Fnaïre, MC Bigg, Brownfingaz, Mot de Passe, FatiShow, il film estrinseca “pensieri e sogni del vero futuro del mondo arabo – la gioventù.”

Postscriptum: mentre questo post veniva pubblicato, le agenzie di stampa riportavano [in] che almeno 11 persone sono rimaste uccise e 30 ferite sabato sera 23 aprile durante un concerto di musica a Rabat, nel Mawazine Music Festival [fr], dopo il crollo di una rete di recinzione.

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