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Honduras: Si è trattato davvero di un colpo di Stato?

Categorie: America Latina, Honduras, Politica

La crisi politica in Honduras ha raggiunto il vertice della tensione la scorsa domenica con l'arresto e la successiva espulsione di Manuel Zelaya, ormai ex-presidente [1] [it], [1] che è stato accompagnato fuori dal Paese dalle Forze Armate honduregne, per ordine del Parlamento e della Corte Suprema. Queste azioni hanno finito per accentuare le fratture all'interno del Paese, trascinando l'Honduras in un caos politico e sociale di proporzioni storiche.

Foto di una manifestazione anti-Zelaya scattate da Roberto Brevé utilizzata con licenza Creative Commons. http://www.flickr.com/photos/breve/3684627699/ [2]

Foto di una manifestazione anti-Zelaya scattate da Roberto Brevé utilizzata con licenza Creative Commons.

Honduras Anti Zelaya [3]

La crisi ha avuto origine dalla consultazione popolare promossa dal governo per interrogare il Paese sull'opportunità di realizzare una nuova Costituzione. Secondo alcuni, la proposta si colloca nel quadro di quella democrazia partecipativa di cui il Paese ha bisogno, mentre per altri non era che uno specchietto per le allodole che nascondeva l'aspirazione di Zelaya di farsi ri-eleggere, in aperta violazione della stessa carta costituzionale.

Una delegazione dell’Organizzazione degli Stati Americani [4](OSA) [sp], guidata dal Segretario Generale Jose Miguel Insulza, si è recata nella capitale, Tegucigalpa, per domandare il reinsediamento di Zelaya, ma a quanto pare, i leader del Parlamento ritengono la sua rimozione “irreversibile”. Come conseguenza, il Paese potrebbe essere espulso dalla OSA e sottoposto a sanzioni.

Sul blog Mirada de Halcón, Carlos Rivera scrive [5] [sp]:

La encuesta, que no tiene ningún peso legal, porque no es un plebiscito, tampoco es un referéndum, simplemente es una consulta popular”. Si gana el “no”, pues, lógicamente, los ciudadanos habrán expresado que no desean una nueva Constitución. Si gana el “sí”, entonces, la historia será diferente a partir de ahora.

Questa consultazione non ha alcuna rilevanza legale, perché non è nè un plebiscito, nè un referendum, ma semplicemente una consultazione popolare. Se dovesse vincere il “no”, logicamente, i cittadini avrebbero espresso che non vogliono una nuova Costituzione. In caso di vittoria del “sì”, invece, la storia cambierebbe, d'ora in avanti.

David Moran, di El Catracho scrive che se davvero si è verificato un colpo di Stato [6] [sp]:

La encuesta que no es otra cosa que un referéndum, el cual pide el SI para una Constituyente. Algo ilegítimo según la actual Constitución hondureña; y por si fuera poco, un SI promocionado nada menos que por el propio Presidente de la República y su gabinete de gobierno ¿Qué significa esto? ¿Quién violó el orden Constitucional? O mejor dicho ¿Quién dio el Golpe?

La consultazione popolare non era differente da un referendum, e prevedeva il sì all'Assemblea Costituente. Qualcosa di illegittimo, secondo l'attuale Costituzione honduregna, e come se non bastasse, era un sì promosso dallo stesso Presidente e dal suo Governo. Cosa significa, quindi? Chi è che ha violato l'ordine costituzionale? Meglio ancora: chi è che ha fatto il colpo di Stato?

Il Governo di transizione guidato da Roberto Micheletti, nominato Presidente dal Parlamento, afferma che l'intera procedura si è svolta nel rispetto della legge honduregna. Eppure, per una parte della popolazione locale, e per la quasi totalità della comunità internazionale, si è trattato di un colpo di Stato che ha inferto un colpo letale alla giovane democrazia di questo Paese.

Su La Honduras Posible, Margarita Montes scrive [7] [sp]:

Este caso no se puede catalogar como un “golpe de Estado”, ya que no cumple con dos rasgos fundamentales de dicho fenómeno político: toma del poder por parte del estamento militar y quebrantamiento del Estado de Derecho.

In questo caso non si tratta di un “colpo di Stato”, perché mancano due caratteristiche fondamentali tipiche di questo fenomeno politico: la presa del potere mediante l'esercito e la violazione dello Stato di Diritto.

Rubén Escobar del blog La Búsqueda [sp] porge i seguenti interrogativi [8]:

Si no fue un golpe de estado ¿Por qué Manuel Zelaya Rosales no está en el país siendo juzgado?¿por qué detuvieron a los ministros y enviaron a la canciller Patricia Rodas a México? ¿Por qué cerraron canal 8 y no permitieron ver CNN, mientras encadenaban las radios para que no informaran? ¿Por qué se inventaron una carta que fue firmada el jueves 25 de junio?

Se non si è trattato di un colpo di Stato, allora perché Manuel Zelaya Rosales non è rimasto nel Paese per essere processato? Perché hanno arrestato i ministri del suo governo, e hanno spedito il Ministro degli Esteri, Patricia Rodas, in Messico? Perché hanno chiuso Channel 8, impedito le trasmissioni della CNN, e imbavagliato le stazioni radiofoniche per non consentire loro di informare? Perché hanno contraffatto una lettera (di dimissioni di Zelaya) firmata giovedì 25 giugno?

Il blog Periodico el Inventario [9] [sp] scrive:

Nosotros no nos sentíamos ni representados, ni identificados con El Presidente Zelaya, pero menos aún con los militares, con Micheletti o cualquiera de ese grupo ultraconservador que hoy asaltó el poder.

Non ci sentiamo rappresentati dal Presidente Zelaya, nè ci identifichiamo con lui; ma ci sentiamo ancor meno rappresentati dall'esercito, da Micheletti o da qualunque gruppo ultra-conservatore che oggi prende il potere con la forza.

Infine, la copertura dei dai media internazionali durante il conflitto, e in particolar modo dalla CNN, secondo molti commentatori non è stata imparziale. Su Desde Tegus [sp], è possibile leggere alcuni commenti sull'argomento in una lettera aperta al reporter della CNN [10] [sp], in cui afferma che il network “ha disinformato il mondo intero”.

Carlos Viaux aggiunge un commento:

La actitud de CNN en Español el domingo 28 cubriendo el golpe de Estado en Honduras es una clase magistral para estudiantes acerca del periodismo que desprestigia la profesión. Pero, ni su corresponsal en esa capital ni sus editores o conductores exigieron a ninguno de sus entrevistados actores de la asonada cívico-militar copia o tener a la vista la carta que se leyó en el Parlamento hondureño atribuida al Presidente Zelaya, en la que éste supuestamente renunciaba.

Il comportamento della CNN in spagnolo, che ha raccontato la crisi in Honduras domenica 28 giugno, è stata una lezione di livello universitario per tutti gli studenti di giornalismo su come gettare discredito sulla professione. Né il corrispondente dalla capitale, nè gli editor o i presentatori hanno chiesto agli intervistati appartenenti al governo civile-militare di produrre una copia della lettera attribuita al presidente Zelaya mostrata al Parlamento honduregno in cui lo stesso avrebbe espresso il suo desiderio di dimettersi.