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Marocco: tutto cambia, niente cambia

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Marocco, Diritti umani, Donne & Genere, Governance, Legge, Libertà d'espressione, Media & Giornalismi, Politica, Protesta, Religione, Storia

Con l'avanzare dell'estate nel regno, i blogger di tutto il Marocco sembrano concentrarsi sul tema del cambiamento. Dall'esperienza straniera in Marocco alla libertà (o alla sua mancanza) d'informazione, blogoma [com'è nota la blogosfera marocchina] disserta filosoficamente su vari argomenti. La blogger perenne Everything Morocco, straniera che vive a Fez, recentemente ha parlato della violenza domestica in Marocco. Dopo una discussione sulla realtà nel Paese, raccomanda [1] [in]:

A questo punto, sospetto che soltanto le donne stiano ancora leggendo questo post. Il fatto è, Signore, che viviamo in un mondo patriarcale, non importa da dove proveniate, la violenza è una realtà per tutte noi sia fisica, mentale o emozionale. Gli uomini fanno le regole a cui obbedire e siamo complici di questa situazione per come viviamo e continuiamo a educare nostri figli. Fino a che le donne non diventano responsabili del comportamento sbagliato di figli e mariti e non insegnano loro altri modi, questa violenza continuerà. Fino a quando le donne non sii uniranno nel rifiuto di essere trattate come un bene mobile, saranno usate come domestiche. Ogni volta che offrite l'altra guancia ai maltrattamenti di un uomo, gli consentite di ripeterli contro qualcun'altra. Ogni volta che non riuscite a disciplinare la mancanza di rispetto di vostro figlio verso una donna, gli insegnate che quell'atteggiamento è giusto.

Le donne sono più forti degli uomini sotto ogni aspetto tranne che per la muscolatura fisica. Viviamo più a lungo, siamo più intelligenti, la nostra soglia del dolore e il vigore sorpassano quella degli uomini, e le nostre possibilità di sopravvivenza alla nascita sono più del doppio di quelle dei maschi. Allora perché sono loro a dettare le regole che governano le nostre vite?

Foto di eatbees

Foto di eatbees

Questa foto è stata scattata recentemente dal blogger eatbees a Fez, con la seguente spiegazione [2] [in]:

Se dovessi scegliere una singola immagine per riassumere quanto ho visto finora in Marocco, credo che dovrebbe essere questa.

Un giovane riposa sulla bicicletta, oppresso dalla fatica o persino dalla disperazione, lungo il suo percorso. La gente gli passa vicino, indifferente, senza dubbio consumata dai propri problemi. Il posto qualunque non fa che sottolineare lo scena.

Il blogger, appena tornato in Marocco dopo tre anni di assenza, osserva quanto poco – e tanto – sia cambiato il Paese, e sostiene [2] [in]:

Ad essere onesti, ero riluttante a tornare in Marocco perché ho pensato che queste scene mi avrebbero rattristato. Venendo da una nazione dove tutto funziona malgrado le recenti difficoltà della grave crisi economica, è difficile capire una società che rimane ferma malgrado l'enorme inventiva, la curiosità, la motivazione e l'intelligenza propria del popolo marocchino.

Quando vivevo qui nel 2003-2006, c'era la sensazione che malgrado tutti gli ostacoli di una nazione sottosviluppata, il cambiamento era nell'aria e il futuro sarebbe stato più luminoso. Perciò era facile per me spiegare cosa amavo del Marocco, una nazione tesa verso la democrazia e le opportunità rimanendo ancorata al meglio delle proprie tradizioni. Oggi mi è più difficile rispondere a questa domanda.

Aggiungerò altro in seguito su questo tema, ma per ora pongo la domanda a voi, cari lettori. Il Marocco è forse bloccato e perché?

Janelle di {from} Warp {to} Weft interviene [3] [in] sulla complicata questione della fuga di cervelli dal Marocco, un Paese che ogni anno perde svariate delle sue giovani menti migliroi a favore di università e occupazioni all'estero. Ecco le sue riflessioni:

In Marocco si è avuta una veloce migrazione dalle zone rurali alle città. L'aumento delle importazioni ha poi fatto calare i prezzi per i coltivatori che quindi accrescono la migrazione verso le città. Inoltre l'aumento delle importazioni ha consentito l'accesso dei tessitori di tappeti alle tinture chimiche che hanno un costo più basso delle tinture naturali. Ci sono più ragazze che vanno a scuola, cosa che comporta, ritenendo l'istruzione intrinsecamente positiva per tutti, un miglioramento per la società, ma ciò ha imposto maggiori sacrifici alle famiglie. Spesso le figlie istruite vogliono andare altrove e quelle che restano sono più insoddisfatte che mai. La tessitura dei tappeti è un'attività meno diffuso di pari passo all'aumento dell'istruzione per le donne. Dal punto di vista dello sviluppo, si tratta di un enigma. C'è una fornitura eccessiva e una bassa richiesta di gente istruita per sostenere le zone rurali mentre c'è una diminuzione di artigiani e una richiesta provatamente stabile dei loro prodotti.

La blogger implora i lettori americani a ripensare le politiche dell'immigrazione negli Stati Uniti, dicendo:

Così questa settimana mentre riflettete su cosa significhi essere americano, pensate all'immigrazione e alla politica estera altrui. Viviamo in una democrazia e anche se la nostra nazione è stata gonfiata fino ad arrivare alla stagnazione, c'è una ragione per cui il primo emendamento è stato messo per primo! Parlate liberamente, fate le domande e mettete in discussione l'agenda dei media, del governo e delle cosiddette organizzazioni per lo sviluppo che sostengono di puntare al cambiamento.

Per finire, A Moroccan About the World Around Him parla dell'ultimo movimento contro la repressione della stampa indipendente in Marocco, dove fino agli anni recenti, era impensabile sollevarsi contro il governo in tale maniera. Il blogger spiega [4] [in]:

Oltre venti giornali e riviste marocchine indipendenti, in una dimostrazione di malcontento senza precedenti, ha pubblicato degli editoriali in bianco per protestare contro la campagna legislativa del governo per farli tacere. Dal tempo della riforma della legge sulla stampa del 2002, i media marocchini hanno visto un aumento delle imputazioni penali e di danni civili contro i giornalisti e le pubblicazioni per cui scrivono. Con sanzioni anzi così severe che se la ricchezza di un Paese dovesse misurarsi dalle multe imposte alle testate indipendenti, il Marocco sarebbe uno dei Paesi più ricchi al mondo. Le sanzioni giudiziarie punitive sono state imposte per ciò che le autorità marocchine hanno percepito come diffamazione dei funzionari di governo, delle istituzioni e dei dignitari stranieri, come un'insidia all'immagine della nazione informando sui reati perpetrati dai rappresentanti governativi, come un insulto ai principi dell'Islam e mancanza di rispetto alla persona del re. Molti ritengono che tale percezione del governo sia distorta e che le sentenze giudiziarie siano punizioni politiche disposte da funzionari in carica in collusione con ricchi uomini d'affari per portare avanti i propri traffici personali a spese dei cittadini, e sono esasperati nel vedere la spoliazione dei tesori nazionali del Marocco distrutti sulle prime pagine dei quotidiani e dei settimanali; l'insistenza del governo per le multe rovinose ai danni di testate indipendenti e le condanne alla prigione dei loro giornalisti, punta decurtarne la possibilità di informare il pubblico sulle pratiche antidemocratiche delle autorità marocchine.