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Giappone: parte il progetto governativo di un Centro nazionale della media art

Categorie: Asia orientale, Giappone, Arte & Cultura, Media & Giornalismi, Politica

Per una nazione al lavoro per mietere i profitti del “soft power”, quale il ruolo della cultura degli anime e dei manga nelle politiche governative? La risposta ufficiale è che anime, manga e arte digitale rappresentano un'importante eredità e un'industria ad alto potenziale di crescita, e meritano un ente ufficiale per la loro salvaguardaria e visibilità. Poniamo il caso che un Primo ministro voglia investire sulla propria immagine come “fan dei manga” [1] [in], e abbiamo quel che potrebbe temporaneamente intitolarsi “Centro nazionale della media art”.

Quella di costruire un istituto per la salvaguardia e la diffusione della media art non è affatto un'idea recente, come ci racconta la testata [2] [in] Japan Times. Tuttavia, quest'idea ha un costo di 11,7 miliardi di yen, approvato dal bilancio suppletivo del governo per l'anno fiscale 2009. Il progetto ha iniziato a riscuotere attenzione solo quando Yukio Hatoyama, Presidente del partito democratico, ha denominato il Centro “manga café nazionale”. Il sito Anime Dream ha riassunto la situazione in queste brevi sull'industria d'animazione giapponese [in]. [3]

‘Gundam conquista Tokyo', dall'utente di Flickr Ame Otoko

‘Gundam conquista Tokyo’, dall'utente di Flickr Ame Otoko

In un post intitolato “Tanto inutile quanto ridicolo [4]“ [in], con la sua immancabile eloquenza l'utente Ampontan pone la questione in questi termini:

Chiariamo una cosa: questo progetto è l'esempio perfetto di ciò che la gente intende quando dice di voler mandare allo sfascio la burocrazia giapponese [5] [in]. L'impopolare triangolo di ferro del Giappone esiste ancora. I tre lati di cui consta sono burocrazia, legislatura e industria, diventati un tutt'uno per l'arricchimento reciproco a scapito dei contribuenti. La gente di solito associa il triangolo di ferro ai progetti dei lavori pubblici, ivi inclusi autostrade e ponti verso il nulla, ma tale piano è la prova evidente della sconfinata fantasia dei burocrati con fondi pubblici pressoché illimitati.

Sul suo blog, Hannoumita paragona il Centro proposto [6] [giap] al New People World [7] in], il nuovo parco divertimenti di San Francisco centrato sulla cultura pop giapponese, nonché al Musée de la Bande Dessinée [8] [fr] (museo del fumetto) di Angoulême.

日本においても、純粋に「アニメの殿堂」の良し悪しが語られているというよりも、年金や雇用の問題など他の政治課題とからめて語られている面もありますよね。それでも、何かフランスやアメリカの様子を見ると、ある意味「本家」である国としてどうなんだろうなあと思ってしまいます。

もう少し、他の問題とは切り離して考えてもいいのかもしれませんが、やっぱり今の世相がそこまでの余裕がなくなってしまっているということなのでしょうか。

Anziché limitarsi a soppesare i meriti di un “Salone dei manga”, si tende a paragonarlo ad altre politiche quali il sistema pensionistico e la disoccupazione. Osservando quanto accade in Francia e negli Stati Uniti, non credo di volerlo vedere, per così dire, come il “luogo di nascita” dei manga.

Credo si debba analizzare la cosa di per sé, ma forse alla nostra società manca ancora l'apertura mentale per farlo.

Matt Alt su AltJapan [9] [in] riporta l'opposizione di alcuni animatori giapponesi all'istituzione di una struttura tanto esosa e imponente. Hiroshi Odagiri su Wired Vision [10] [giap] sottolinea come coltivare l'arte in quanto cultura e coltivare l'industria del divertimento di massa siano due cose ben diverse.

Syou Hayama su “Otaku Products Laboratory plus [11] [giap] interviene sul sondaggio dell'agenzia giapponese per le politiche culturali [12] [giap], proponendo che il Centro includa tutte le opere mediatiche prodotte in Giappone.

理念は:
– 日本国内で生産されたメディア作品は、すべて収蔵する
– 収蔵した作品は、原則誰でも観覧できる

必ずしも商業的に成功する物ばかりではないので、マイナーな作品でも、価値のある作品を上映、観覧できる場所が欲しい。例えば終わったテレビシーズでも一週間交替で全話上映できると素晴らしい。
それと必ずしも「折り目正しいわけではない」ので、例えばロリータポルノに分類される「くりぃむレモン」であっても、正規の手続きがあれば観覧できる用にしなければなりません。18禁は未収蔵みたいな差別があってはならないのです。

Idea principale:
– che vengano collezionate tutte le opere mediatiche prodotte nel Paese,
– che tali opere siano fruibili gratuitamente.

Non tutti i lavori hanno un richiamo commerciale, quindi mi piacerebbe che vi fosse un luogo in cui venissero riprodotti o esposti produzioni pregevoli pur se minori. Sarebbe splendido, ad esempio, che il Centro proponesse trasmissioni settimanali di serie televisive già terminate.
Inoltre, non tutto deve essere “decoroso”, quindi opere come la serie “Cream Lemon”, classificata come lollipop (porno con protagoniste adolescenti) dovrebbe essere disponibile a chiunque si segua la procedura ufficiale di registrazione. Le opere non vanno discriminate solo perché vietate ai minori.

Mojix concorda [13] [giap] con il docente dell'università di Tokyo Yasuki Hamano sul fatto che “il Centro costituirà una grande risorsa per il Paese tra cent'anni”, pur aggiungendo:

マンガだけでなく、芸術は一般に、政府が税金で守るのではなく、情熱を持った民間人が守ったほうがいい。なぜならば、芸術というのは特に「価値の判断」が難しいもので、それを政府ができるとは思えない。政府がやるとしても、どのみち民間の有識者に任せることになるのだから、最初から政府を介在させないほうがいい。

将来大きな財産になることが確かなのであれば、税金で保護するのではなく、むしろ民間から出資を募って、原画などを買い取るアーカイブ事業を起こし、その事業やコンテンツの権利を売ったほうがいいと思う。それならば税金のムダ使いも一切起こらず、事業の運営者も政府に口出しされず自由にやれて、(見通しと事業運営が正しければ)出資者も儲かって、マンガのアーカイブも守られるだろう。

È preferibile che l'arte in generale, non solo i manga, venga protetta da cittadini animati dalla passione, non dal governo tramite le tasse. Ciò perché è difficile stabilire il valore artistico, e non credo che il governo sia all'altezza di emettere giudizi equi. Anche se intervenisse in materia, il governo si affiderebbe comunque a esperti esterni, quindi non c'è motivo che questi facciano da intermediari.

Se è certo che in futuro il Centro diventerà una grande risorsa, anziché tentare di proteggerlo con le tasse, si dovrebbe richiedere un investimento pubblico, avviare un'impresa per l'archiviazione dei lavori originali e poi venderla con tanto di diritti inclusi. In tal modo, i soldi dei contribuenti non andrebbero in fumo, gli investitori avrebbero libertà di campo e i manga verrebbero tutelati.

Proponendo una serie di obiettivi, imprese e strutture per il Centro, il piano generale è stato approvato il 21 agosto. Il progetto ufficiale verrà proposto a inizio settembre, e si prevede che il Centro, che sarà un edificio ristrutturato o di nuova costruzione in una località ancora da definire e che ospiterà materiale ancora da stabilire, aprirà i battenti al pubblico nell'anno fiscale 2011.