Gabon: l'opposizione continua a contestare i risultati elettorali (e la perdurante Françafrique)

Lo scorso giugno la morte di Omar Bongo, uno dei dittatori africani di più lungo corso, aveva fatto sperare in una nuova fase politica per il Gabon. Ma quando suo figlio, Ali Ben Bongo, candidato con il partito di Governo, è stato dichiarato vincitore delle elezioni del 31 agosto, sono stati in pochi a dirsi sorpresi. Come spiega il blogger francofono Le petit Quimonte illustre [fr]:

Au Gabon, la Couronne est héréditaire, de mâle en mâle par ordre de primogéniture élue démocratiquement par succession directe au suffrage universel sous protection militaire.

In Gabon, la Corona è ereditaria, viene tramandata in via patrilineare per diritto di primogenitura, e viene eletta democraticamente tramite suffragio universale, sotto la protezione dell'esercito.

Eppure, i membri dell'opposizione non accettano tacitamente il risultato.

La scorsa settimana, i partiti all'opposizione hanno indetto uno sciopero generale di tre giorni [in], come forma di protesta per le elezioni del mese scorso, e per esprimere solidarietà alle vittime delle violenze post-elettorali a Port Gentil (per quanto, stando alla maggioranza dei media internazionali, pochi a Libreville hanno raccolto la proposta di sciopero). Gabon Libre Expression [fr] (segnalato da Afrik.com) riferisce che alcuni candidati dell'opposizione stanno proponendo il proprio conteggio alternativo delle schede, secondo il quale il candidato dell'UPG Pierre Mamboundou si troverebbe avanti rispetto a Bongo, con oltre il 68% dei voti.

Giovedì, i candidati dell'opposizione hanno rilasciato una dichiarazione congiunta [fr], e almeno nove di loro hanno esposto reclami alla Corte Costituzionale, chiedendo l'annullamento del voto del 31 agosto, che l'ex candidato Bruno Ben Moubamba, [infatti, quelle consultazioni] rappresentano “un colpo di Stato elettorale”, in base ai racconti di presunte frodi e altre irregolarità. La Corte ha ora un mese di tempo per pronunciarsi, ma come fa notare un recente articolo su Afrik.com, gli stretti legami della Corte con la famiglia Bongo [in] lasciano poche le speranze a una sentenza favorevole all'opposizione.

Lunga vita alla Françafrique!

La Francia, da tempo assai vicina alla famiglia Bongo, è considerata almeno in parte responsabile di tale situazione. Nel corso degli scontri post-elettorali Port-Gentil che hanno causato almeno tre morti, i manifestanti si sono scagliati contro le strutture della Total, compagnia petrolifera francese.

A Parigi, ieri si è svolta una una manifestazione contro i risultati elettorali [fr] e, perlomeno stando a una testata gabonese, girano appelli a boicottare i prodotti francesi [fr].

Pour Un Gabon Meilleur! [fr] illustra la storia dell'imprenditoria francese in Gabon, e degli stretti legami con la famiglia Bongo:

Elf, rebaptisé aujourd’hui Total, est la plus connue des entreprises françaises qui exploite les richesses du Gabon du fait de l’affaire qui à partir de 1994 et jusqu’au procès de 2004 a donné un coup de projecteur sur les liens entre les dirigeants de la société pétrolière, la famille Bongo, la mafia et les sommets de l’appareil d’État français.

Mais en fait, c’est l’ensemble de l’économie du pays qui est sous la coupe de sociétés françaises et il est difficile de toutes les citer. Le clan Bongo est servi au passage, étalant un luxe provoquant au milieu du dénuement. Mais l’essentiel de la richesse produite par les travailleurs du pétrole, des mines, de l’extraction forestière, du transport et des activités portuaires, etc., profite à des patrons et des actionnaires d’entreprises dont le siège est par exemple à Odet dans le Finistère (Bolloré), à la Tour Montparnasse à Paris (Eramet), à La Défense (Areva) ou à Niort (Rougier, pour l’exploitation et le négoce des bois tropicaux).

Elf, poi rinominata Total, è la più nota tra le aziende francesi che sfruttano le risorse del Gabon, a causa di un contenzioso che tra 1994 e 2004 mise a nudo i legami tra la dirigenti aziendali, la famiglia Bongo, la mafia, e i vertici dell'apparato statale francese.

Ma di fatto, l'intera economia del Paese soggiace ai voleri delle imprese francesi, e sarebbe difficile elencarle tutte. Il clan Bongo ha svolto il ruolo di collegamento, esponendo provocatoriamente i propri lussi in un Paese di estrema miseria. Ma la maggioranza del denaro prodotto in Gabon dai lavoratori nell'estrazione di petrolo, minerali, legname, nei trasporti e nella gestione portuale, finiscono in tasca ai proprietari e agli azionisti di aziende i cui uffici si trovano, per esempio, in posti come Odet (Bolloré), la Torre Montparnasse a Parigi (Eramet), La Defense (Areva) o Niort (Rougier, che si occupa dello sfruttamento e del commercio del legname tropicale).

Su Alliance Nationale de la Resistance du Tchad [fr] pubblica le fasi temporali del presunto coinvolgimento francese in queste elezioni, concludendo con una citazione, che ora appare come un sinistro presagio, di Robert Bourgi a Le Monde la sera delle elezioni: “In Gabon la Francia non è candidata, ma il mio candidato è Ali Bongo. E sappiate che sono un amico fidato di Nicholas Sarkozy. Spero che il messaggio subliminale giunga agli elettori” [fr].

I lettori di La Voix Du Peuple Gabonais [fr] discutono sulla fattibilità di un boicottaggio dei prodotti francesi. Ondonza scrive:

je suis entièrement d'accord avec le boycotte, c'est une mesure de pression efficace qui peut amener les francais à revoir leur position, dans la mesure où le chiffre d'affaires de leurs sociétés diminuera à long terme, ils seront obligés de fermer et rentrer chez eux. Pour cela aussi bien les hommes d'affaires, étudiants, touristes et autres ne devraient plus prendre Air france ou Gabon airlines, une alternative sera de prendre la Lufthansa, Ethiopia airlines et autres compagnies. Les automobilistes ne devraient plus consommer le carburant de Total, ni de la Lybian oil. Penser consommer Gabonais maintenant cela fera rehausser le pouvoir d'achat des petits commercants gabonais.
Que Dieu benisse le Gabon

Sono assolutamente d'accordo col boicottaggio: si tratta di una forma di pressione efficace che riuscirà a far cambiare posizione alla Francia… uomini d'affari, studenti, turisti e altri ancora non dovrebbero viaggiare più con Air France, o Gabon Airlines, ma scegliere Lufthansa, Ehiopia, o altre compagnie, piuttosto. Gli automobilisti non dovrebbero rifornirsi con benzina Total, o Lybian. Scegliere prodotti gabonesi, in questo momento, potrà aumentare il potere d'acquisto dei piccoli commercianti locali.
Che Dio benedica il Gabon.

Aligatoire si chiede come potrà funzionare il boicottaggio, data l'estrema dipendenza del Gabon dal suo ex colonizzatore:

Boycotter les produits français, je me demande comment? notre économie ne produit rien. Cela suppose boycotter tout les groupes CFAO, CECADIS,TOTAL,SMAG,BNP(bicig) bgfi,crédit lyonnais (ugb), SEEG, LIBERTIS(les bongo). DRAGAGE……commençons donc par créer une banque gabonaise et des entreprises gabonaises. Il faut donc commencer à être décomplexé de l'homme blanc. car bcp d'africains souffrent d'un complexe d'inferiorité face l'homme occidental.Cette lutte doit être d'abord psychlogique et culturelle.Tous nos dirigeants sont à la merci des occidentaux au détriment de leur peuple. Nous sommes dans les mêmes configurations lors de la traite négrière, le chef coutumier et le négrier.

Boicottare i prodotti francesi? E come? La nostra economia non produce nulla. Vorrebbe dire boicottare CFAO, CECADIS, TOTAL, SMAG, BNP (bicig), Bgfi,Crédit Lyonnais (Ugb), SEEG, LIBERTIS (les bongo), cioè l'intera imprenditoria… cominciamo a creare una banca e un'impresa gabonese. Dovremo cominciare a superare i nostri limiti, perchè gi africani soffrono di un complesso di inferiorità rispetto all'uomo occidentale. La lotta dev'essere, prima di tutto, psicologica e culturale. I nostri leader sono alla mercè dell'occidente, a scapito della propria gente. Siamo allo stesso punto in cui ci trovavamo al tempo del commercio di schiavi, con padroni e schiavisti.

Alphonse Obiang, in un commento su Alliance Nationale de la Resistance du Tchad [fr] dà la colpa ai politici gabonesi:

Cet article est du grand n'importe quoi!…je ne vois pas ce que paris vient faire là, sauf si vous prétendez que c'est paris qui a contraint les anti-bongo à diviser leurs voix par 22. le résultat est clair: prise en semble, l'opposition dépasse largement les 50%. divisée, ali bongo passe haut la maion. Tout le reste n'est qu'explications facile et foutage dd gueule.

Quest'articolo è pieno di sciocchezze… non riesco a capire cos'abbia fatto di male Parigi, a meno che non vogliate dire che è responsabilità francese se gli oppositori di Bongo si sono divisi in 22 piccoli partiti. Il risultato è chiaro: tutta insieme, l'opposizione è arrivata a più del 50%. Divisa, Ali Bongo ha vinto facilmente. Tutto il resto non sono che semplici scuse, str***ate.

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