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Vive online il ricordo dei martiri iraniani del “Movimento Verde”

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Iran, Cyber-attivismo, Diritti umani, Governance, Politica, Protesta

Neverforget.us [1]Nel corso dalle manifestazioni di contestazione al controverso risultato delle elezioni presidenziali che hanno attraversato il Paese lo scorso giugno, sono state dozzine i dimostranti uccisi. Su Neverforget.us [1] [in], un nuovo sito multimediale, è possibile trovare foto e brevi biografie di oltre 70 vittime della repressione.

Una di queste vittime è Neda Agha Soltani [2] [it], spirata con gli occhi ancora aperti. La sua morte è stata catturata dalle telecamere dei passanti, e diffusa su Internet. I suoi ultimi istanti di vita, passando dai citizen media ai mass media, sono arrivati a milioni di persone.

I cittadini iraniani hanno continuato a utilizzare Internet [3] [fa] per immortalare altri martiri del movimento di protesta (noto come “Movimento Verde”). L'opposizione sostiene [4] [in] che il numero dei manifestanti uccisi sia superiore a 70. Alcuni deceduti [5] [in] per le torture subite al momento dell'arresto, altri colpiti a morte nelle strade.

A dispetto della segretezza imposta dal Governo, sono così emersi i nomi e i volti dei caduti.

ToufanpourUno dei biografi che collaborano con Neverforget.us scrive:

Toufanpour, Amirhossein (foto affianco) 1977-2009.

Amirhossein, padre di una bambina di sette anni, è scomparso il 15 giugno. La famiglia, sconvolta, che lo aveva cercato per tutti gli ospedali di Teheran senza alcun risultato, è riuscita a riconoscerne il cadavere tra le foto affisse all'ufficio del coroner. Tra i segni sul corpo una profonda ferita alla testa e ferite da arma da fuoco alle braccia, che lasciano ancora molti dubbi sulle cause della morte.

Anche un altro sito, Green Martyrs, fornisce [6] [fa] informazioni sui dimostranti uccisi.

Ecco un video in cui si ricordano i martiri e si onora il lutto delle loro madri:

Mentre osserviamo queste foto e filmati, ci sono ancora centinaia di prigionieri politici, come il blogger Mohammad Ali Abtahi [7] [in] che vanno incontro a un futuro incerto nelle prigioni iraniane.