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Israele: attivismo e partecipazione sulle questioni ambientali

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Palestina, Siria, Alimentazione, Ambiente, Cyber-attivismo, Donne & Genere, Idee, Protesta, Relazioni internazionali, Salute

Questo post è parte dei contributi di Global Voices Online [1] [it] per il Blog Action Day 2009 sul cambiamento climatico.

Mentre il 15 ottobre scorso i blogger di tutto il mondo si sono occupati del cambiamento climatico e dell'ambiente, la blogosfera israeliana si è concentrata su una data diversa. Quest'anno, le organizzazioni ambientaliste, gli attivisti, e forse anche i blogger, segneranno il 24 ottobre come la giornata della protesta per il cambiamento climatico in tutto il Medio Oriente.

Si stanno organizzando eventi sotto gli auspici di Friends of the Earth Middle East [2] [in] e 350.org [3] [in]. È prevista la parteciperazione di molti attivisti in Israele, Egitto, Giordania, Libano, Palestina e Siria. 350.org fornisce l'elenco delle manifestazioni regionali, tra cui quelle in Israele [4] [in], mentre il blog Green Prophet pubblica un’ulteriore lista [5] [in] di tutte le iniziative previste in Medio Oriente.

Il nome “350″ [6] [in] deriva dall'idea che:

350 parti per milione è quello che molti scienziati, esperti del clima e governi nazionali progressisti, ritengono sia il limite massimo di sicurezza per il CO2 nella nostra atmosfera.

Il nostro livello attuale è 387.

Blog Action Day
Diversi blog istraeliani hanno deciso di utilizzare il Blog Action Day per portare in primo piano la questione del cambiamento climatico, sollecitando una continua attenzione verso questo tema anche dopo la specifica giornata.

JGooders promuove [7] [in] la Jewish Climate Change Campaign [8] [in] invitando i lettori a coinvolgersi nel Jewish Social Action Month (JSAM) [9] [in], che inizia nel mese ebraico Cheshvan, il 19 ottobre. Ricorrenza, spiega JGooders, che verrà commemorato da eventi sociali nelle comunità ebraiche in tutto il mondo.

Mentre gruppi e attivisti verdi cercano di aumentare la consapevolezza nella comunità globale, quale miglior idea di diffondere le proprie idee se non attraverso immagini e soprattutto video online?

Alison Avigayil Ramerm, di Your Virtual Community Organizer, ha ripubblicato [10] [in] i 10 migliori video realizzati in occasione del Blog Action Day di Change.org. Tra questi c'è un video intitolato “Flat,” del produttore cinematografico Israeliano Nitsana Bellehesen, che propone come sarà il mondo nel 2050. Il video mostra dei ragazzi con i padri mentre visitano un'esibizione dedicata al seno femminile – ormai inesistente nelle donne, a causa del cancro provocato dalle tossine presenti nell'ambiente e nell'atmosfera.

Ad un certo punto, uno dei ragazzi indica una fotografia nella galleria e dice, “Guarda lì. Quel bambino le sta mangiando il seno.” Il padre risponde, “In realtà, era così che si dava da mangiare ai neonati”.

La visione di questo importante video è altamente consigliata, pur se presenta alcune scene di nudità.

Ramer ha il questo film quando è stato mostrato al Breast Fest 2009: Film-Festival sul cancro al seno [11] [in], tenutosi al centro per imprenditori sociali dove lavora lei a Tel Aviv. E scrive:

I video online possono essere un metodo estremamente efficace per aumentare la consapevolezza riguardo una causa o un'attività sostenibile. Il video è un grande interludio a tutto il testo online ed è relativamente economico da creare, condividere e guardare. Le immagini in movimento e la musica possono catturare il pubblico e riassumere migliaia di parole in appena pochi minuti. Specialmente al giorno d'oggi, quando abbiamo a disposizione numerosi metodi per condividere filmati sui social network e sui blog, il video ha un grande potenziale virale e avvicina migliaia o addirittura milioni di visitatori verso alla vostra organizzazione o attività non-profit .

È bene tenere a mente che, pur se pensare al cambiamento climatico può essere sconvolgente, tale sentimento di scontentezza dovrebbe portare all'azione non all'apatia. Su Judaism and the Environment in the Talmud, Carmi Wisemon, direttore esecutivo di Sviva Israel [12] [in], prominente organizzazione ambientalista, interviene sul ruolo della riflessione nella pratica ebraica.

Israele e il mondo ebraico hanno appena celebrato la festa di Sukot, durante la quale costruiscono capanne dove mangiano con le famiglie, trascorrono del tempo in meditazione e a volte dormono anche sotto le stelle. Come Shabbat (il Sabbath), e altre festività ebraiche, Sukot fornisce l'opportunità di cessare ogni attività e riflettere sul nostro ruolo nell'universo.

Wisemon scrive [13] [in]:

Così in questa festività del Sukot, mentre ci rilassiamo nelle noste capanne e ammiriamo lo splendore naturale dei nostri lulav (rami di palma) e degli etrog (cedri), pensiamo al significato più profondo di questa ricorrenza. Tutti noi possiamo fare qualcosa per impedire il cambiamento climatico, tra cui seguire la tradizione antica di 2.000 anni di pregare perchè venga la pioggia – nè troppa nè troppo poca – in Israele, ma anche nelle Filippine, in Indonesia ed anche ad Atlanta.

Sul mio blog, The New Jew, dedicato a filantropia e innovazione sociale, ho pubblicato [14] [in] un post sul fatto di prendersi cura dell'ambiente “alla maniera ebraica”, dove ho condiviso un discorso tenuto da attivisti ambientalisti che incoraggiano a pensare a come le pratiche dell'ebraismo tradizionale ci connettono al mondo naturale.

Shabbat– è un tesoro ecologico! Un giorno per riposare dallo shopping, dalla fabbricazione e dal traffico!

Kashrut (o Kosher)– l'idea secondo cui quanto mangiamo è importante, che sta a noi limitare la sofferenza degli animali! Dobbiamo aggiornarci su questo e assumerci la responsabilità dell'impatto causato da quel che mangiamo, acquistiamo e buttiamo nelle discariche di rifiuti. Noi votiamo con i dollari e le forchette in base all'intera storia del nostro cibo e delle nostre cose.

Brachot (le benedizioni sul nostro cibo)– invita a stare attenti alla provenienza del nostro cibo. Per benedire il cibo dobbiamo capire se è stato coltivato in terra o su un albero; da qui il passo è breve a pensare a come sia stato coltivato, se le persone coinvolte nel processo che lo ha portato a noi siano state pagate il giusto oppure se il suo percorso ha aiutato o danneggiato l'ambiente.

Sempre sul tema della natura, Elisha su O'Sprinkles esprime [15] [in] la bellezza attraverso la fotografia e ci ricorda il vero tema della nostra lotta: la crescita e il rinnovo nel mondo naturale.

Foto di Elisha su O'Sprinkles
Foto di Elisha su O'Sprinkles

Anche se il 15 ottobre è passato, il Blog Action Day [16] [in] rimane parte di un continuum. Come puoi ridurre il tuo impatto nella produzione dei gas-serra [17][it], migliorare il modo in cui utilizzi le risorse naturali, e rivedere i tuoi modelli di consumo?

La Jewish Climate Campaign propone qui alcuni suggerimenti [18] [in].