Internet e tecnologie di comunicazione per diffondere al meglio la conoscenza indigena

A prima vista, il rapporto tra conoscenza indigena e Internet sembra difficile. La conoscenza indigena fornisce [in] un diverso insieme di convinzioni, pratiche e rappresentazioni strettamente legate al luogo; Internet si vanta di poter abbattere limiti e confini.

Da un lato, le tradizioni racchiuse nella conoscenza indigena sono culturalmente uniche, usando concetti locali per risolvere problemi locali. Ciò la rende un importante componente nei campi dell'ecologia, dell'educazione, dell'agricoltura e della salute. D'altro canto, Internet viene lodata per diffondere informazioni che giovano alla gente, ma è anche un bazar, favorevole per le grandi corporation e le economie di ampia portata: Amazon.com, Google, Microsoft, PayPal. La conoscenza indigena possiede alcune componenti spirituali e cerimoniali; Internet è ampiamente agnostica, e trae grandi profitti dalla facile pornografia.

Nonostante tutte le possibili differenze, nell'ultimo decennio la sapienza indigena e i sistemi di conoscenza globale sono diventati assai più vicini tra loro. I professionisti della conoscenza indigena hanno iniziato a far leva sui diversi media per scambiare idee e pubblicizzare l'apprendimento tradizionale su vasta scala.

Un ricercatore in Ethiopia sostiene [in] che le Tecnologie d'Informazione e Comunicazione, abbreviati nell'acronimo inglese ICT, possono essere usate come metodi economici per raccogliere, archiviare e diffondere varie forme di conoscenza indigena per le generazioni future.

Le ICT incrementano inoltre l'accesso al sistema della conoscenza indigena, speciamente per le scuole, dove questo apprendimento può essere introdotto direttamente nelle aule.

L'integrazione nei sistemi didattici

Come già detto, le ICT forniscono un perfetto esempio per l'integrazione della sapienza indigena nei sistemi educativi formali ed informali. La tecnologia può facilitare la diffusione di idee sulle culture locali agli studenti e fornire alle scuole la possibilità di insegnare corsi nella lingua del posto.

Prima di considerare esempi specifici, seguiamo questo dibattito tra due blogger sull'importanza di rendere gli studenti consapevoli dell'esistenza di diversi sistemi di conoscenza. Per dirne una, incrementare l'accesso alla conoscenza tradizionale, la rende più credibile agli occhi degli studenti?

Forse.  George Sefa Dei, sul blog del Progetto Freire, sostiene [in] che sui temi dello sviluppo e dell'educazione studenti e professionisti devono trovare un equilibrio tra tradizione e modernità.

Gli studenti chiedono spesso come e perché certe conoscenze siano più importanti di altri sistemi d'apprendimento. Esiste la consapevolezza da parte di chi apprende che la conoscenza svolga funzioni diverse a seconda delle storie, delle condizioni ambientali e dei contesti a livello locale. Sfortunatamente i processi di validazione delle conoscenze falliscono nel considerare questa molteplicità di saperi capaci di parlare alla diversità di storie di idee ed eventi che hanno plasmato e continuano a plasmare la crescita e lo sviluppo dell'umanità. Nel mettere in dubbio la gerarchia delle conoscenze, gli studenti alludono inoltre alla posizione problematica di una conoscenza neutrale, apolitica. È importante che nel nostro insegnare sull'Africa evidenziamo e comprendiamo i processi attraverso i quali, per esempio, la conoscenza della scienza occidentale si posizioni come modalità neutrale, universale e opposta a modalità non-egemoniche, tentando inoltre di inficiare e svalutare gli altri modalità di conoscenza.

Ciò va bene in teoria. Ma quanto funziona nella pratica?

Passionate Pedagogue, in un commento [in] al precedente post, mette a nudo un importante ostacolo.

Trascorro ore cercare su Internet i siti di coloro di cui parlo nel mio corso di storia, testi delle persone di cui insegno. Spesso i siti che trovo sono troppo complicati o impliciti da capire per gli studenti. Altre volte, i siti (legittimamente) sono così culturalmente specifici che un teenager senza bagaglio culturale riguardo l'area o le persone coinvolte potrebbe non capirli. Ciò lascia davvero poca informazione “indigena” accessiblie agli studenti.

Sono sicuro che durante la mia carriera come insegnante, qualche importante educatore riuscirà a creare un accesso alla sapienza indigena centrato sugli studenti. La mia speranza è che l'informazione che brilla per gli inestimabili contributi degli indigeni non venga relegata ai testi universitari di sociologia o ai testi introduttivi di pedagogia critica. Mentre è chiaramente meraviglioso che studenti universitari e accademici prendano a cuore le lezioni che i Nativi del mondo hanno da offrire, hanno da offrire al cuore, forse dovremmo stare attenti a non diventare come Napoleone noi stessi; pubblicando trattati sulla storia dei Nativi scritta da loro che servono solo ai baroni del mondo accademico.

Laddove mancano le fonti

Quando diventa troppo difficile trovare le fonti originali, alcuni insegnanti hanno deciso di crearle in proprio. Ecco due esempi di progetti dove la tecnologia può essere una benedizione per gli studenti che apprendono culture diverse. Il primo [in] viene dall’ Australia, da Scot Aldred, che cura il blog e-learning.

Sono partcolarmente interessato allo sviluppo di una pagina Wiki dedicata agli indigeni australiani; la loro diversità di cultura, storia, lingua e terra. Sebbene siano disponibili delle informazioni pubbliche in testi a stampa, non sono sostanziali e non descrivono tutte le nazioni indigene australiane e le loro popolazioni. Online la situazione è assai peggiore, con poche informazioni accurate.

Immaginate se tutti gli studenti australiani avessero l'opportunità di contribuire ad una pagina Wiki pubblica con informazioni i nativi della propria zona geografica. Buona parte della storia indigena dell'Australia è stata tramandata oralmente attraverso la tradizione orale. Gli anziani, i più vecchi e alcuni storici hanno informazioni che potrebbero essere condivise con tutti gli Australiani e con il mondo intero.

… E perché non avere un Webspace condiviso disponibile a tutte le scuole australiane (pubbliche e private) dove  queste potrebbero proporre un elenco di persone designate a creare contenuti e collaborare. Ulteriori ruoli/autorizzazioni per i moderatori verrebbero sempre stabiliti dalle scuole.

Un commento [in] di Ginga, originario dell'Alaska (USA).

Le tue idee sul recupero della conoscenza indigena, e sulla condivisione con il mondo in maniera collaborativa (pagine wiki e altro), va in parallelo a diversi progetti in corso nel distretto scolastico dello stretto di Bering nell'Alaska del nord.

Il nostro staff e gli studenti stanno creando dizionari wiki in Inupiaq e Siberian Yupik per documentare le lingue indigene nella nostra area. Gli studenti inseriscono un file audio, un'immagine del luogo, e altre informazioni che hanno raccolto. Stiamo inoltre provando a sviluppare altri progetti che abbiano formati flessibile onde consentire la condivisione e la collaborazione degli studenti tramite il wiki.

La torre di Chinglish?

Almeno un esperto sostiene [in] che con tutte le promesse dlle ICT, molte organizzazioni tradizionali si sentono perse nel “sovraccarico d'informazione” di Internet. I loro siti finiscono in fondo ai risultati nei motori di ricerca e (a volte) mancano di raffinatezza.

Un problema è la lingua. È difficile per un sito scritto, per esempio, in groenlandese (parlato in Groenlandia) o Cha'palaa, una lingua dell’ Ecuador, o Bisaya, dalle Filippine, competere per numero di visualizzazioni con siti scritti in Spagnolo, Hindi, Cinese, Giapponese o Arabo. Tradurre pagine web è spesso difficile e temporalmente dispendioso.

Comunque, i sistemi basati sulle ICT hanno la potenzialità di espandere la portata del linguaggio. Magari tramite corsi online o tutorial o piccole applicazioni per telefonia e computer. Ciò è importante soprattutto per l'ambiente a volte fragile in cui vivono oggi i linguaggi indigeni.

Ecco una buona discussione sui questioni relative a lingue e tecnologia da parte di Heather, che vive negli Stati Uniti e scrive sul blog flex your info. La blogger sottolinea [in] il fatto che la tecnologia potrebbe fornire ottimi strumenti di comunicazione ai membri della sua tribù che vivono in aree remote. Comunque, “La tecnologia può essere applicata per scopi ancora migliori: la rivitalizzazione e la preservazione culturale.” Ciò comporta tuttavia alcuni problemi.

Le lingue indigene sono state a lungo in pericolo di estinzione per la combinazione di urbanizzazione e modernizzazione, oltre alle precedenti politiche governative di rimozione, riallocazione, e sterminio delle popolazioni indigene.

La tecnologia odierna consente di poter registrare facilmente le informazioni e mettersi in contatto con gli altri a lunga distanza, quindi dovrebbe essere facile registrare, preservare, e rendere disponibile le informazioni sui linguaggi indigeni. Esiste comunque un numero di altri fattori che vanno bilanciati con l'urgenza di preservare il la lingua tramite le registrazioni, innanzitutto problemi riguardo proprietà ed accessibilità. Il linguaggio è strettamente legato alla cultura; anche se i membri di una tribù non lo parlano nel quotidiano, probabilmente ne fanno uso nelle cerimonie. Il linguaggio e le cerimonie sono accessibili solo a certe persone: a volte tutti i membri di una tribù, altre volte solo pochi eletti. Potrebbe esserci qualcuno a tutela della conoscenza, del linguaggio o altro. È importante assicurarsi che i programmi creati per registrare e preservare le lingue siano sensibili a questi temi.

Un altro problema da considerare è l'appropriazione indebita o lo sfruttamento di queste informazioni. Non a caso, alcuni anziani di certe tribù hanno deciso di non condividere la conoscenza con persone appartenenti alla tribù; registrandola, aumenta l'opportunità per chi non ne fa parte di accedere a tali informazioni. Evitando di registrarle i membri della tribù mantengono il controllo sulla propria cultura. Un altro modo per conservare tale controllo è coinvolgere direttamente i membri e gli anziani della tribù nel progetto e nella creazione di programmi di conservazione. Man mano che un numero sempre maggiore di indigeni viene coinvolto nell'opera di preservazione del linguaggio, sono loro a dr forma ai protocolli e agli strumenti impiegati per raccogliere e rendere disponibili le informazioni. Sia che la tribù decida di registrare e conservare un linguaggio, sia che continui a condividerlo oralmente soltanto con i membri della tribù, le loro posizioni vanno rispettate.

Apprendere le lingue via telefonia mobile

Tenendo in mente quanto sopra, Heather annuncia una nuova applicazione per un sistema di telefonia mobile che insegnerà la lingua della tribù Cherokee, originaria della parte sud-est degli Stati Uniti, ma durante gli anni 1830-40 forzatamente spostata dal governo americano in una zona più centrale.

…L'applicazione comprende sintesi, registrazioni, e giochi per l'apprendimento della lingua, e c'è anche una versione per Nintendo DS. L'idea di usare tecnologia diffusa per aiutare a preservare e rivitalizzare i linguaggi è entusiasmante, perché rende disponibile a tutti i membri della tribù le informazioni sulla lingua, non solo a quelli che vivono vicino ai territor tribalii, ed in un modo che può essere facilmente integrato nelle loro vite.

…L'uso della tecnologia, come l'applicazione della lingua Cherokee per iPhone, può aiutare membri della tribù sparsi in giro ad imparare la lingua originaria. Il software può essere usato per creare materiale multimediale per le lezioni scolastiche, mentre la tecnologia di teleconferenza via web può essere impiegata per insegnare e per fare pratica orale con altri membri. Tuttavia, tali programmi devono essere sensibili ai temi del controllo e dell'accesso, coinvolgendo direttamente i membri delle tribù e gli anziani, e rispettandone la volontà.

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