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Nepal: affermare la dignità delle donne Dalit

Categorie: Asia meridionale, Nepal, Diritti umani, Donne & Genere

Il sistema di caste in Nepal ha discriminato a lungo una parte della società. Queste persone sono i cosiddetti “intoccabili” o Paria o Dalit [1] [it], trattati come cittadini di seconda classe dai membri della comunità. La costituzione nepalese garantisce uguaglianza per i Paria ma nel mondo reale, al di fuori da lunghe e tortuose disposizioni della costituzione e del gergo giuridico, i Dalit sono ancora trattati apertamente come inferiori rispetto agli altri esseri umani.

Accesso limitato alla educazione, scarse opportunità di impiego e discriminazione radicate nella struttura sociale hanno duramente ristretto la crescita e lo sviluppo dei Paria in Nepal. Per le donne Dalit la situazione è finanche peggiore.

La blogger Kiran su Everest Uncensored [2] [in] discute delle donne Dalit e dei loro poblemi:

“Quando parliamo delle donna Dalit, esse soffrono il triplo della discriminazione essendo oppresse dalle cosiddette persone delle caste superiori (che colpisce parimenti sia uomini che donne Dalit), dal sistema patriarcale indù e infine dagli uomini Dalit. Il 90% delle donne Dalit in Nepal vive al di sotto della soglia di povertà e l’ 80% delle donne Dalit sono analfabete. Queste donne sono anche vulnerabili rispetto a gravi problemi di salute, sfruttamento sessuale, violenza domestica, e non hanno alcun potere sociale, politico ed economico.”

Con l'80% vittime dell'analfabetismo, le donne Paria non potrebbero essere più sfortunate. Esse sono spesso il bersaglio di aggressioni di natura razziale da parte dei membri delle cosiddette caste “più elevate” della società. Renu Kshetry su NewsBlaze [3] [in] racconta di una donna Dalit che è stata aggredita in un villaggio vicino alla capitale Kathmandu:

Recentemente B.K., una donna Dalit, è stata vittima di un crimine atroce – è stata torturata, picchiata e costretta a mangiare escrementi umani. La persona che ha orchestrato quest'azione brutale è stata una donna apparentemente istruita: Bimala Lama. Preside della locale scuola elementare Gadi Bhanjyang, Lama ha accusato B.K. di praticare la ‘stregoneria’.

L'episodio è avvenuto all'inizio di quest'anno, e sfortunatamente non si tratta di un caso isolato. Ogni anno le donne Paria vengono vittimizzate, e solo poche riescono a ottenere giustizia.

Alcune donne Dalit stanno comunque lavorando per realizzare ciò che prima sembrava impossibile. Ora un tempio nell'area Baneshwor di Kathmandu ha una donna Dalit sacerdote [4] [in].

“La donna di 43 anni è sacerdote al tempio di Chhakkubakku Bhagwati a Baneshwor, affollata area della capitale, circondata da negozi e bancarelle. Oltre ad essere una donna, fa anche parte dei Dalit, comunità al gradino più basso della rigida scala sociale dell'ancora conservatore Nepal e tuttora ostracizzata.

Madre di quattro figli, la donna proviene dal clan Sarki, originariamente dei calzolai costretti in passato a vivere delle carcasse delle mucche morte, quando il Nepal era un regno indù dove vigeva il divieto di macellare le mucche.”

Nelle elezioni dell'assemblea costituente tenutesi il 10 Aprile 2008, sono stati eletti alcuni candidati Dalit – incluse delle donne – e i leader Paria sperano che l'incremento della partecipazione politica possa aiutare a porre fine alla discriminazione.

Ecco di seguito un video [5] in nepalese su NepalNews.com che mostra i leader Dalit spiegare come la nuova costituzione del Paese andrebbe ridisegnata per porre fine per sempre alle discriminazioni.

Maggiori informazioni sui Paria del Nepal si trovano sul sito Nepal Dalit Info [6] [in, ne], che contiene articoli informativi, approfondimenti e aggiornamenti sul movimento dei Dalit in Nepal sia in inglese che in nepalese.

La legge contro la discriminazione è presente da tempo nelle norme costituzionali del Nepal, ma il sistema delle caste continua ad ostracizzare tale comunità. È chiaro che fin quando i Dalit – specialmente le donne – non avranno l'opportunità di istruirsi, questa pratica continuerà a trovare nuove vittime.