Portorico ha vissuto una settimana assai difficile: il governatore Luis Fortuño ha licenziato circa 17.000 impiegati statali [sp], portando così a 25.000 il totale dei dipendenti pubblici mandati a casa dalla maggioranza eletta recentemente. Immediatamente dopo l’annuncio, la gente si è mobilitata [sp]: lavoratori, donne, studenti, professori, membri della società civile in generale hanno indetto conferenze stampa e manifestazioni in protesta contro tale decisione, che getta migliaia di famiglie in una situazione disperata. Con un atto di disobbedienza civile [sp] un gruppo di persone si è incatenato all’entrata principale della dimora del governatore, La Fortaleza di Old San Juan, impedendone l’accesso. Quello che avevano battezzato “Il presidio della dignità” è stato però sgomberato in breve tempo dai reparti speciali della polizia. I sindacati hanno annunciato uno sciopero nazionale per il 15 ottobre.
L'azione di disobbedienza civile davanti alla dimora del governatore.
Foto concessa da José Antonio Rosado di Prensa Comunitaria.
Foto concessa da José Antonio Rosado di Prensa Comunitaria.
Si sono avuti anche gesti esasperati. Un uomo di nome Roberto García ha lanciato un uovo contro il governatore mentre teneva una conferenza stampa nella parte orientale dell’isola [sp]. Fortuño è riuscito a schivarlo, mentre García è stato accusato di tentata aggressione e poi rilasciato su cauzione. In seguito ha dichiarato che pur avendo votato per il governatore, era estremamente deluso dalla decisione di licenziare migliaia di dipendenti pubblici. Le associazioni femminili hanno segnalato [sp] che il provvedimento colpisce in maniera sproporzionata le donne e soprattutto le madri single che hanno solo il proprio reddito su cui contare.
Proteste a San Juan.
Foto concessa da José Antonio Rosado di Prensa Comunitaria.
I commenti e le analisi sulle precarie condizioni politiche, sociali ed economiche in cui versa Portorico hanno invaso la blogosfera. Sergio Marxuach, direttore del Center for the New Economy [in], ente non-profit di esperti dedita a escogitare soluzioni economiche progressiste per Portorico, ha esaminato la situazione sul nuovo blog [sp] dell'organizzazione:
Todos los economistas están de acuerdo que el resultado de despedir 20,000 empleados públicos en una recesión va a tener los siguientes efectos: 1. Aumentar la tasa de desempleo a mas de 18%;
2. Agudizar la recesión, ya que habrá 20,000 empleados menos, lo que reduce el consumo agregado;
3. Aumentar la demanda por servicios públicos, por ejemplo, educación y salud;
4. Desempleo prolongado ya que el sector privado no va a reclutar masivamente en medio de una recesión; y
5. En el caso específico de Puerto Rico, empeorar la situación los bancos, ya que 46% de los empleados públicos tienen hipoteca.
1. Porterà il tasso di disoccupazione oltre il 18%;
2. Esacerberà la recessione, dato che con 20.000 impiegati in meno diminuirà il consumo aggregato;
3. Provocherà una maggior domanda di servizi pubblici quali istruzione e sanità;
4. Peggiorerà la disoccupazione, dato che in piena recessione il settore privato non farà assunzioni in gran numero;
5. Nel caso specifico di Portorico, peggioreranno i bilanci delle banche poiché il 46% degli impiegati statali ha acceso un mutuo per la casa.
Reinaldo Millán di Ventanasur [sp] commenta:
El partido de gobierno está de plácemes, no tiene oposición y los medios de comunicación son de manufactura conservadora, lo que le ayuda enormemente ya que los inversionistas de los medios son parientes de los ejecutivos de empresas que se beneficiarán del mantengo corporativo de la ley de Alianzas Público Privadas, mediante la cual le transferirán no solo la responsabilidad de los servicios públicos que hagan falta ofrecer ante la eliminación de las agencias de gobierno sino la administración de fondos públicos que antes correspondían a esas dependencias gubernamentales.
Proteste a San Juan.
Foto concessa da José Antonio Rosado di Prensa Comunitaria.
L’avvocato Erika Fontánez, sul proprio blog Poder, espacio y ambiente [sp] mette in discussione le ragioni addotte dall’esecutivo per giustificare i licenziamenti. Secondo i funzionari governativi, in ultima istanza i tagli porteranno benefici alla popolazione.
Necesitamos saber, por ejemplo, si variables como el género y los puestos que tradicionalmente responden a un género particular fueron tomadas en cuenta. ¿Sabemos cuantas de esas 17,000 son mujeres? ¿Cuántas madres solteras? ¿A cuanto asciende el % de mujeres desempleadas? ¿De qué sectores son? ¿Cuál es el costo de que más personas se queden eventualmente sin plan médico que cubra los servicios de salud? ¿Cuál es el número de los costos vs. los beneficios en atender más problemas de salud mental, del aumento en suicidios, de seguridad, de personas que se vean en el riesgo de perder sus viviendas y tengan que acudir a solicitar vivienda pública, lo que también está en el colapso? Números, sí, queremos números.
Anche un dottorando in Pianificazione e Sviluppo Internazionale, Deepak Lamba-Nieves, condivide le proprie riflessioni su (Trans)actions: (Trans)acciones: [in]:
Alcune delle misure volte a ridurre la spesa pubblica sono state: trattamenti pensionistici anticipati, riduzione volontaria del monte di ore lavorate, la sospensione di accordi sulla contrattazione collettiva già stipulati in precedenza e il licenziamento di impiegati statali. Oltre a questi provvedimenti draconiani, si sono colpiti i poveri e gli indigenti sgombrando insediamenti abusivi [in], vanificando i passi avanti realizzati con progetti popolari progressisti [it] e dispiegando agenti antisommossa per sedare piccole manifestazioni di protesta civile [sp] … Al momento è difficile prevedere come andrà a finire. Ho l’impressione che un buon numero di persone ne abbia abbastanza di quanto va accadendo nel Paese. Alcuni patiscono più di altri, ma come sa chiunque abbia sofferto, se entro un certo tempo la situazione non migliora chi ci sta intorno comincia a condividere i nostri disagi. Non credo che l’attuale amministrazione abbia una chiara idea della posta in gioco qui. Il malcontento popolare può determinare diversi sviluppi negativi e, anche qualora l’economia si riprenda, certi danni (e immagini) non sono facili da riparare (o cancellare).
2 commenti
“Nessuna società può essere felice se la sua maggior parte è povera e miserabile”, diceva Adam Smith nel 1776.
“Il partito al governo gioisce: l’opposizione non esiste e i media sono ideologicamente conservatori…” dice Reinaldo Millán nell’articolo, ma sta parlando solo del Portorico o siamo tutti coinvolti?
Il malcontento e la povertà non riescono più a trovare uno sbocco politico, come se nessuno volesse più rappresentare le fasce deboli delle società in tutto il mondo.
In tema di Sudamerica/America Centrale, proprio ieri leggevo un articolo di Omero Ciai su quella che a me pare essere un’incoraggiante eccezione, parlo del Brasile di Lula:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/10/05/brasile-dei-record-il.html
Spero che riescano a proseguire lungo questo positivo percorso.